Duro scontro tra Monti e Bersani sul fisco
Si acuisce la spaccatura tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani sul fisco e la manovra bis. Sul sito del Pd è apparso una simulazione del gioco a incastro di una matrioska russa, ribattezzata in maniera polemica ”Marioska”, dove si legge: ”Monti promette meno tasse. Pd: non è che sotto il loden spunta Berlusconi?”.
Alla base della polemica alimentata dal Pd c’è il malcontento, misto a perplessità, per la frase pronunciata ieri da Monti a ”Omnibus” su La7: ”Escludo una manovra correttiva dei conti, ma non escludo niente in certi casi di esito del voto”.
In particolare, al Pd non è piaciuto il riferimento alla prospettiva di ingovernabilità che, secondo l’ex premier, scaturirebbe dalle prossime elezioni: ”Il ritorno del rischio sui mercati per il nostro paese dipende da quello che facciamo a seguito delle elezioni. Non bastano maggioranze strette per fare tutte le riforme che servono per uscire dall’emergenza in cui si trova l’ Italia”.
Monti ha inoltre aperto la porta ad una “grande coalizione sulle riforme che non avrebbe il sapore della vecchia politica, ma quello della politica necessaria”, e ad ampie soluzioni di governo dopo il voto, che rendono però necessario il cosiddetto “taglio delle ali” (il riferimento a Nichi Vendola e Roberto Maroni è qui evidente) prospettato nelle ultime settimane dal leader di Scelta civica.
A Bersani non è andato giù neanche l’attacco di Monti alla Cgil e al potere d’influenza che il sindacato esercita nei confronti del Partito Democratico: ”Le opposizioni in materia di lavoro ci sono venute da un Pd molto condizionato dalla Cgil. E’ un peccato che si possano fare meno riforme di quelle che si potrebbero fare a causa di queste gabbie”.
Non si è fatta attendere la replica del leader del Pd sulla proposta di Monti di una grande coalizione. Nel corso di una manifestazione elettorale a Padova, Bersani ha infatti precisato: ”Lasciamo stare la grande coalizione, per l’amor di Dio”. E sulla manovra economica: ”Mi pare di avere capito che la manovra non si fa, se c’è lui. Un po’ di modestia sarebbe consigliabile. Io sono stanco di manovre, come credo tutti gli italiani. Non si può inseguire la recessione con delle manovre e quindi sono contro”.
Infine, con riferimento alle tasse, il segretario del Pd annota: ”Nel 2013 bisogna inevitabilmente pensare a un abbassamento del carico fiscale a vantaggio di lavoratori, datori di lavoro e pensionati. Credo che serva subito rileggere il patto stabilità e pensare ad un piano per le piccole opere per dare un po’ di lavoro. Noi dobbiamo guardare alla concreta situazione economica e sociale. Nel 2013 gli italiani sono esposti a un tema sociale importantissimo. Noi siamo per la progressività sulle imposte, come l’Imu fino a 500 euro, e da quel che ricavi dalla fedeltà fiscale, dal controllo della spesa pubblica e dalla dismissione del patrimonio si deve pensare a un abbassamento del carico fiscale”.
Giuseppe Ferrara
29 gennaio 2013