Al via lo sviluppo alimentare in Algeria con il Gruppo BF

L’importanza del Piano Mattei nell’era contemporanea risulta fondamentale per costruire una nuova intesa con i paesi africani, specialmente per consentirne lo sviluppo mediante una collaborazione che possa essere duratura e contemporaneamente lontana da un modello neocolonialista, tutt’altro che utile per l’autonomia di questi luoghi.
E’ stato finalmente siglato ieri un accordo tra Bonifiche ferraresi e l’Algeria per un incremento nell’utilizzo dei terreni arabili. Si tratta di una collaborazione da 420 milioni che mira ad investire nell’indipendenza dell’Algeria e soprattutto per garantirne un’autosufficienza alimentare.
Questo è un modo sano e corretto di intraprendere nuovi legami con i paesi che scelgono di far parte dei progetti che mirano a consolidare un’intesa reciproca in ambito ausiliario.
Il Ministro italiano Francesco Lollobrigida ha incontrato il suo omologo algerino Youcef Cherfa, oltre al Fondo per gli investimenti agricoli locali. Il convegno, come ha spiegato una nota di Palazzo Chigi, rappresenta una continuità nei rapporti tra il Premier italiano Giorgia Meloni ed il Presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. L’attuale relazione bilaterale rappresenta, inoltre, anche un successo diplomatico per entrambi i paesi.
Il progetto tra Italia ed Algeria sarà sostenuto da entrambi i paesi al 50%: in particolare da BF e Fondo nazionale d’investimento algerino, con una concessione di 36 mila ettari nella zona di Timimoun per l’istituzione di una linea produttiva integrata di semeprodotto finito, gestita totalmente e sviluppata dalla società italiana citata in precedenza. Il 70% del territorio servirà per la produzione cereale, mentre il restante 30% sarà destinato alla coltivazione dei legumi.
Il Ministro Cherfa ha dichiarato che questi accordi saranno un modo ulteriore per consentire all’Algeria di poter giocare un ruolo di Paese produttore. La nuova progettazione richiede per l’annata del 2024 la fabbricazione di pozzi, moderni sistemi di irrigazione a goccia e l’inizio del primo periodo di semina cereale in 3000 ettari da Novembre.
Una trovata decisamente ben strutturata, nonché banco di prova per i futuri ampliamenti di questa visione riservata alla cooperazione d’interscambio tra il nostro Paese e quelli africani. Da tempo mancava un piano per consentire a questi territori di potersi sviluppare autonomamente, per questo serve un intervento concordato tra le parti per trovare una soluzione fruibile.
Oltretutto, conoscendo le forti migrazioni dovute a motivi economici, le quali si verificano spesso verso le rotte europee. Tale investimento potrebbe finalmente disincentivare la delocalizzazione degli individui verso altri Stati, aiutandoli a trovare un’occupazione nel proprio territorio senza dover rischiare la vita in mare a causa degli scafisti.
Creare posti di lavoro per evitare che la globalizzazione divori anche l’ultimo frammento di civiltà e l’Algeria, secondo quanto stabilito dallo stesso Ministro Lollobrigida, è il Paese simbolo del Piano Mattei.