Alla scoperta del Reiki con Marco Cattaneo
Percorso di crescita spirituale, disciplina mirata all’attivazione energetica, via verso l’illuminazione o tecnica di “Guarigione”, sul web si trovano vari significati accostati alla parola Reiki, oggi scambiamo due chiacchiere con l’educatore e Master Reiki Marco Cattaneo per approfondire meglio l’argomento.
Ciao Marco e benvenuto su 2durighe.com, qual è la miglior definizione per la parola Reiki?
Reiki significa “energia”. Argomento molto importante nella vita di ognuno di noi, perché tutto dipende dall’energia che abbiamo, dalla sua qualità e quantità.
Quante volte ripetiamo frasi come: “vorrei più energia ed entusiasmo”, “per riuscire devo metterci più energia”, “mi sento scarico [di energia]”, “non ce la posso fare [non ho energia]”?
Nell’etimologia del termine giapponese, “rei “ rappresenta l’energia che costituisce tutte le cose (quella di cui parlava Einstein nella relatività: E=mc2) e “ki” l’energia individuale che riusciamo (o a volte non riusciamo) a sentire in noi stessi. Reiki è quindi l’incontro dell’energia personale con quella universale.
Grazie per l’opportunità di parlare di questa straordinaria pratica, che sta rendendo più serena e soddisfacente la vita di milioni di persone.
Andando oltre il significato prettamente grammaticale, che cos’è il Reiki?
Reiki è uno strumento che consente di ridurre drasticamente ansia e stress, accrescendo armonia e salute psico-fisica.
Reiki è una qualità diversa con la quale vivere la propria vita, che si fonda sulla consapevolezza di sé e delle dinamiche relazionali “nascoste”.
Reiki è la risposta alla domanda più frequente dei nostri tempi: come possiamo superare la crisi (personale e collettiva) e trovare un significato nella nostra esistenza?
Un trattamento Reiki consiste nell’avvicinare le mani al corpo di un’altra persona (che può rimanere completamente vestita), offrendole la nostra più attenta presenza e permettendo uno scambio di energia di qualità. Influenza la dimensione emotiva, psichica e fisica, riavvicinandoci maggiormente alla nostra essenza.
Non si tratta di un massaggio, ma di una “relazione” più profonda che coinvolge il vissuto emotivo e tutto ciò che portiamo con noi fin dall’infanzia.
Oltre che ricevere trattamenti, ogni persona può partecipare al percorso di formazione per praticanti Reiki, per conoscersi meglio e aiutare altri a fare lo stesso.
É vero che il Reiki sta pian piano entrando negli ospedali di tutto il mondo?
Registriamo l’impiego di trattamenti Reiki, come strumenti complementari alla medicina allopatica, in oltre 1.200 strutture ospedaliere in tutto il mondo (800 delle quali negli USA). In Italia siamo un po’ più indietro per quanto riguarda l’integrazione (anche se numerose sperimentazioni sono già state condotte a Roma e Milano), ma per fortuna Reiki è ampiamente a disposizione nelle maggiori città del nostro paese attraverso associazioni apposite.
Numerose pubblicazioni scientifiche segnalano effetti benefici su coloro che ricevono Reiki per oltre il 90% dei casi (basta cercare su PubMed, se si vuole approfondire). Gli ambiti nei quali è maggiormente impiegato sono quello Oncologico (straordinari risultati nel ridurre il dolore e sviluppare un atteggiamento più positivo nei confronti della malattia), Neonatale (su mamme e bambini), Psicologico (rapido miglioramento di stati depressivi e stress) e anche nel supporto all’attività di medici ed infermieri (che molto spesso sono soggetti al burnout, l’estrema manifestazione dello stress).
Medicina a braccetto con la scienza da una parte e Reiki dall’altra; come convivono tra loro?
Evidentemente piuttosto bene, anche se non possiamo dire che il Reiki sia comunemente ritenuto una terapia medica.
Alla stregua di agopuntura, bioenergetica ed altri metodi olistici, il Reiki viene abbracciato oggi dai pionieri della medicina integrata, quegli uomini di scienza che considerano l’essere umano come unità di corpo, mente, emozioni e spirito. Essi sanno bene che le patologie fisiche sono correlate a condizioni psico-emotive alterate e che queste condizioni devono essere trattate tanto quanto il corpo.
Nei seminari Reiki che conduco, così come nei percorsi individuali, mi capita spesso di incontrare personale medico ed infermieristico che desidera conoscere questa disciplina. In alcune occasioni vengo anche affiancato da psicoterapeuti e fisioterapisti che già integrano il Reiki nelle loro sedute.
È davvero affascinante che una disciplina che affonda le sue radici nelle più antiche culture e tradizioni spirituali cominci oggi ad essere attivamente impiegata in medicina: siamo finalmente giunti nell’era in cui la scienza incontra la coscienza.
Reiki è anche meditazione, quest’ultima nel pratico cosa può fare per il benessere e la salute di una persona?
Il Reiki è anche una forma di meditazione per chi “eroga” il trattamento: l’operatore ne trae un beneficio tanto quanto il ricevente. Durante il trattamento entrambe le persone si sintonizzano sulle onde cerebrali alfa, che consentono al sistema psico-fisico di rigenerarsi e ritornare al naturale equilibrio.
Inoltre, prima di ogni trattamento, si utilizzano meditazioni per migliorare lo stato energetico di chi andrà ad eseguirlo.
Sui benefici della meditazione (che di questi tempi va più di moda chiamare mindfulness) anche la scienza ha parlato molto, ad opera di ricercatori come Il Dott. David J. Richardson o il più famoso Daniel Goleman. Ma credo che ogni persona che abbia dedicato anche solo quindici minuti del suo tempo al rilassamento consapevole sappia bene come ci si sente dopo: sereni, più aperti nei confronti delle altre persone, capaci di gestire situazioni difficili, ma anche focalizzati e produttivi sul lavoro. Ed ovviamente rilassati.
Il Reiki lo possono praticare tutti?
Assolutamente sì, non vi sono requisiti particolari, se non aver partecipato ad almeno due giornate di seminario nelle quali si forniscono gli strumenti teorici e pratici per iniziare.
Ma attenzione: rispetto a quel che spesso si sente in giro, due giorni non bastano per essere un buon operatore Reiki, serve applicazione e tanta pratica! Per questa ragione consiglio sempre di affidarsi a chi, oltre al seminario, offre un percorso completo che permetta di fare esperienza.
Come ti sei avvicinato al Reiki?
Avevo 23 anni. Durante una piacevole serata fra amici, Carlo disse ad Arianna di aver mal di testa. Lei si avvicinò e gli chiese se era disponibile a fare “un esperimento”. Lo fece sedere con la schiena diritta avvicinando le mani alla sommità del capo e rimase alcuni istanti ad occhi chiusi in quella posizione, apparentemente senza far niente, mentre io la guardavo incuriosito. Dopo alcuni minuti completò quello che a me era sembrato quasi un rito sacro, attraverso gesti che avvolsero il corpo di Carlo quasi ad accarezzarlo. Con grande stupore di tutti quanti, Carlo stava bene e si sentiva liberato da quel cerchio fastidioso. Fu allora che sentii per la prima volta parlare di Reiki.
Sono passati dodici anni da quel giorno e non ho mai smesso di ringraziare Arianna per avermi fatto conoscere il Reiki e il Reiki stesso per la gioia che ha donato alla mia vita, prima come praticante, poi come maestro.
Reiki e Chiesa Cattolica, come sono i rapporti?
Reiki non è una religione, quindi sinceramente non comprendo alcune dichiarazioni poco chiare attribuite all’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Ratzinger. Non ne ricordo le parole ma ricordo la sensazione che ebbi quando le lessi. Pensai: “Chiunque abbia vissuto l’esperienza del Reiki non può fare a meno di sentire la gioia nel proprio Cuore, per una così pura e incondizionata forma di attenzione ed Amore ricevuta”.
In questi dieci anni di pratica Reiki ho avuto il privilegio di trattare oltre 4.000 persone. Alcuni di essi sono rimasti sorpresi, altri meravigliati o senza parole, ma ognuno di essi ha potuto percepire l’intenzione con la quale Reiki è dato: prendersi profondamente cura dell’intera persona.
Reiki non è una religione, ma non è nemmeno solo un gesto pratico: è certamente un percorso autonomo alla ricerca di sé ed un cammino verso la piena realizzazione della propria salute.
Ultima domanda, hai un progetto chiamato “GOTAM”, di cosa si tratta?
GOTAM è una coalizione di professionisti che operano per portare più luce e gioia nella vita delle persone. Diffondiamo strumenti che favoriscono l’integrazione di corpo, mente e spirito. Ne fanno parte Reiki Way (http://reikiway.it), che educa alla pratica del Reiki a Roma, Milano e Madrid, e l’omonima l’Accademia di Meditazione Online (http://accademiadimeditazione.it), che porta il beneficio di rilassamento e meditazione in qualunque luogo ci si trovi.
Grazie mille per il tempo dedicatoci e in bocca a lupo per i progetti futuri.
Grazie di Cuore, Lorenzo, per questo spazio di condivisione.