ARTISSIMA E PARATISSIMA | La Regal Torino si veste di fantasia

Appuntamento imperdibile a Torino, ai primi di novembre, che da anni si è data un look puntando sul “contemporaneo”.
Anzi, Torino + Piemonte, questo il tandem vincente, presenta Luci d’Artista, per le vie della Città, Club to Club, Organismi alla GAM, al Castello di Rivoli Wael Shandky Ed Atkins, Palazzo Madama, in prima linea donne fotoreporter, il MAO con Yeshanghai, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Fondazione Merz, la Pinacoteca Albertina Filippo di Sanbuy, alla Mole Gus Van Sant e vi assicuro che non è tutto!
La città sabauda, regale e rigorosa, lascia quindi per qualche giorno le crinoline negli armadi della nonna per sfoggiare le collezioni alla moda presentate come si vede, ovunque in città e da diverse fiere che convivono serenamente.
La veterana e più titolata senz’altro Artissima, ormai da diversi anni all’Oval. Saldamente al timone di quello che è ormai un “transatlantico”, Sarah Cosulich che continua ad ampliarne l’orizzonte.
Quest’anno 200 le gallerie presenti, e accanto alle gallerie italiane ed europee sono approdate quelle d’oltre oceano, anche dal Sud America, vitalissime e sgargianti.
Ricchissima l’offerta, meno paludata e un po’ “matta”, Paratissima che da un paio d’anni dopo aver girovagato in diverse location, pare abbia trovato finalmente casa negli spazi di Torino ’61 creati allora da Sottsass e Nervi.
Proseguiamo con “Others” ideata da Roberto Casiraghi, che condusse Artissima, esportata per un paio d’anni anche a Roma con il nome di Road Contemporary, che lasciate le Ex Carceri, approda all’ Ex -Ospedale Maria Adelaide.
Torna al padiglione di Isozaki “Flash back” che mixa antiquariato e arte contemporanea, con uno zoom su un Guercino ritrovato e infine “Dama”, la neo-nata fiera ispirata alle “Città invisibili” di Italo Calvino, a Palazzo Saluzzo Paesana, con poche gallerie giovani e internazionali. La vitalità si tocca con mano, ma il tempo è poco e opto per le due “issime”, Aritssima e Paratissima.
Varcata la soglia dell’Oval, incontriamo certezze come Tucci Russo Menini Lia Rumma… tanti i nomi del Ghota, sempre in linea con le aspettative, da Mario Merz a Kentridge, da Fontana a Zorio, ma il guizzo fa capolino negli stand delle gallerie Francesi, nello spazio di Eleni Korunedu che mi capire che la Grecia si sta riprendendo e nelle gallerie sudamericane, Brasile e Messico, anche se po’ lontane dal mio gusto.
Ottime le sezione Back to The Future e i talks. Per vedere tutto occorrerebbe almeno una settimana…
Dall’eleganza raffinata dell’Oval al caos ordinato di Paratissima, che mi dà il benvenuto con un uomo sandwich che offre in palio un’opera d’arte.
È simpatica Paratissima, è una fiera sincera e trasversale, com’è giusto che sia. Molto variegata, sotto il titolo “To The Stars” si alternano 9 progetti ideati da 17 giovani curators, lasciatemelo dire in iglese che in italiano “curatore” suona lugubre, di N.I.C.E. curators, poi la sezione dedicata alle gallerie tradizionali, le installazioni di Mara Moschini all’entrata e più in là di Ignazio Fresu, e all’apice del percorso, prima di tornare indietro, dedica gli spazi ai maestri artigiani ricucendo in maniera un po’ ruvida il rapporto con la bottega.
Ottima la Sezione Space Appeal con Giovanni Albanese e Hic et Nunc, cha ha consacrato vincitore Giorgio Tentolin. Comunque qualunque sia la meta Torino è pronta a offrirci le sue parle d’arte ovunque e vestita da sera ci aspetta poi per la “Notte delle Arti” in tutta la città sabato 5 novembre.