Con Salgado “Genesi” è una chiamata alle armi.
Genesi, nome più appropriato non poteva scovare Salgado per il progetto di cui ci rende partecipi con questa esposizione. Non una mostra fine a sè stessa, ma dai tanti significati, e il più urgente, quello di sentire il polso al pianeta.
Il più importante fotografo documentario del nostro tempo ha compiuto un viaggio alle origini del mondo per preservarne il futuro.
Una ricerca scientifica la sua, ricca di poesia e d’amore com’è, è approdata inevitabilmente e in modo molto naturale al mondo dell’arte.
Gli ambienti rigorosi, medioevali, grazie alle pareti in pietra faccia a vista, del Sottoporticato di Palazzo Ducale, sono il contenitore perfetto per far risaltare ulteriormente immagini cosi raffinate. Ricche di fascinosa eleganza, pur forti per la denuncia che portano con sé, queste sue testimonianze in bianco e nero così coinvolgenti, sanno scatenare nell’osservatore un tripudio di emozioni.
Possiamo quindi affiancarlo in questo lungo viaggio, durato ben 8 anni, nato dalla curiosità incoercibile di tastare il polso al Pianeta. Contemporaneamente la ricerca della bellezza e del ruolo dell’uomo in natura: dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, Congo, Indonesia e Nuova Guinea, ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa, le montagne in Cile, in Siberia e di nuovo in America.
“Genesi per ritornare alle origini del pianeta” ci dice lui stesso, e ancora “un tentativo di antropologia planetaria ma anche un monito” per cercare di preservare e se possibile ampliare il risultato della sua lunga ricerca, che ci apre il cuore alla speranza: il 46 % del Pianeta infatti è ancora incontaminato.
Non solo, Salgado insieme alla moglie Léila che condivide con lui ogni passo e ogni respiro, ci insegna con semplicità disarmante e umiltà, che ognuno di noi può fare la propria parte.
Aldilà della mera ricerca estetica, da cui la sua sensibilità non può certo prescindere, che comunica in modo sublime grazie al suo occhio fotografico, la sua è una ricerca etica e spirituale in senso lato, è trasmettere alle nuove generazioni che il Pianeta è vivo, va solo amato e tutelato.
Ha creato per questo, “l’Instituto Terra” nella citta di Aimorés, con cui riesca ad attuare progetti di pronto ed efficace soccorso, come quello che ha restituito alla foresta equatoriale un terreno grande come la Lombardia.
La mostra ideata da Amazonas Images e promossa da Regione Liguria, Comune di Genova, Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura,
Organizzazione Civita e Contrasto.
Genova Fino al 27 giugno
Palazzo Ducale Sottoporticato