Ho ancora tutti i colori dell’arcobaleno negli occhi per il tesoro, riportato alla luce dall’oblìo a cui sembrava destinato. Se oggi è a Palazzo Ducale si deve ai responsabili della Wolfosiniana, Matteo Fochessati e Gianni Franzone, fautori e autori della valorizzazione della fantastica collezione di Mario Alberto Ponis.
Ponis, uomo di grande cultura, appassionato d’arte, di aeronautica, di meccanica — inventò macchinari per migliorare la produzione, ma anche la roulotte Chiocciola — dotato di grande intuto artistico, riusci a coniugare le tante sfaccettature della propria personalità convogliandole nel fiume impetuoso della propria variegata attività.
A Nervi, allora davvero una perla della Riviera Ligure, aprì MITA, nata come Manifattura Italiana Tappeti Artistici che ben preso si trasformó in Tessuti Artistici. Il fondatore, fiorentino di nascita, marchigiano di provenienza e genovese per scelta, realizzò cosi un connubio perfetto tra arte e impresa, riproponendo pragmaticamente il concetto tradizionale di committenza che nei secoli ha permesso che il nostro Paese diventasse lo scrigno d’arte più prezioso al mondo.
In un momento in cui la preparazione e la cultura erano fari per proporre dei progetti, che un mercato fresco, privo di tante sovrastrutture assorbiva volentieri, seppe circondarsi di artisti e architetti eccellenti, le cui opere, tessuti, arazzi, tappeti hanno riempito navi e sedi di importantissime società, così come i progetti.
I nomi? Eccone alcuni, impossibile citarli tutti : Giò Ponti, che ne decretò il successo, Gustavo Pulitzer, Mario Labò, Tommaso Buzzi, Paolo Buffa, Emilio Lancia, Gigiotti Zannini, Luigi Vietti, Fortunato Depero, Francesco di Cocco, Arturo Martini, Oscar e Fausto Saccorotti, Emanuele Rambaldi, Edoardo Alfieri, Aurelio Caminati, Eugenio Carmi, Emanuele Luzzati, Leo Lionni, Gillo Dorfles, Enrico Paulucci, Arnaldo e Giò Pomodoro, Emilio Scanavino, Antonia Campi – una donna Evviva! Ettore Sottsass, ma anche con gli artisi del gruppo Firma e della Galleria del Deposito di Boccadasse.
Non c’e niente da fare, si torna sempre a Ernst H. Gombrich — e ancora devo capire perchè non sia un testo di studio obbligatorio in tutte le Facoltà, pardon dipartimenti — che inizia la sua poderosa opera sulla Storia dell’Arte, affermando che l’animo dell’artista è uno, che travalica tempi e spazio, cambiano solo i media. Ponis, come tutti purtroppo, fu travolto dai tragici eventi bellici, ma seppe orientare MITA, anche qui pragmaticamente, producendo divise innovative per l’aeronautica, e alla ripresa incentivò la partecipazione a prestigiosi appuntamenti internazionali, riviste come Domus seguivano il suo operato, la sua attività sempre piu fiorente anche grazie alla instancabile compagna di una vita, sua moglie Teresa Maddalena Pascucci.
L’attività che vide il coinvolgimento delle più prestigiose società, dalle compagnie di navigazione alla RAI, cessò poco dopo la sua scomparsa per rivivere oggi con questo magnifico omaggio.
MITA è a Palazzo Ducale a Genova e chiude il 19 giugno.