Salone del Mobile – In e out –
Sinceramente non so che cosa sia meglio, il salone a Rho o il Fuori Salone. Consiglio spassionato… per la prossima volta armatevi di tempo e di curiosità, dote indispensabile, e …tanta voglia di camminare. Ne vale la spesa.
Personalmente ho dedicato due giornate al Salone in e out, ma mi ero organizzata un’agenda lasciando ovviamente un po’ di spazio al caso.
Mentre, una volta tuffata nel Salone, mi avvicinavo alle postazioni degli amici, sono stata attratta dalla produzione dei mobili in alluminio di Fast, una stata una piacevolissima sorpresa, sono belli e armoniosi oltre a rispondere ad una serie di fee tecnici che agevolano la produzione, senza contare che sono praticamente indistruttibili. Poi la pietra leccese di Pimar, Fornasarig con un’installazione da far invidia alla Biennale, i mosaici di marmo e di cristallo di Davide Medri, le librerie di Diego Collareda di Ronda Design, notevoli anche le mensole magnetiche.
Impossibile poi resistere al richiamo di Elica le cappe aspiranti di Francesco Casoli ARTOUR-O d’Argento 2013, e fiondandomi in via Tortona da Rilegno, il consorzio delle aziende italiane che riciclano con buoni risultati il legno, imbattermi nel Giappone che con Kominka è all’avanguardia nella costruzione di mobili e case. È noto che la cultura giapponese privilegia l’ecosostenibilità, e ben prima che diventasse il “must” che è. Poi Design in Movimento di Range Rover che ha davvero destato meraviglia.
Abbandonata via Tortona per ovvi motivi di tempo, un vero peccato a dire il vero, ho proseguito alla ricerca di Listone Giordano a cui fa capo la Fondazione Guglielmo Giordano, così chiamata in omaggio al famoso studioso del legno e mi sono ritrovata al Milan Contract District dall’altra parte della città.
Un distretto appunto del design che raduna il fior fiore delle aziende del settore in uno spazio di grande respiro e molto accogliente, dove eleganza, gusto e armonia intrecciavano un dialogo molto intenso. Impossibile mancare al Museo dl Novecento dove Daniele Lombardi presentava con Gino di Maggio il volume su Giacomo Manzoni Pensare attraverso il suono.
La giornata non era ancora finita. A Brera Listone Giordano, per cui battono diverse foglioline del mio cuore a carciofo, era di nuovo presente con Nel Blu dipinto di Blu, uno spazio multisensoriale, a cura di Lucchesedesign, tra texture, materiali, colori, suoni e profumi.
Il giorno dopo ho continuato la mia esplorazione in una stradina un po’ difficile da trovare, vicino a via Magenta, un magnifico palazzo storico con corte e giardino che accoglie già da due anni un agguerrito manipolo di designer artisti: Susy Manzo, Vittorio Bifulco Trubezkoy, e quest’anno una new entry, un altro architetto Maurizio Martiniello.
Tutti Molto in sintonia con il mio sentire che per dirla con Gillo Dorfes vede arte e design sullo stesso piano. Stupende le sue poltroncine incorniciate dalle strutture di Vittorio B. Trubezkoy. La curiosità mi pungola ancora ed è ora la volta di un altro architetto, una gentile signora, che ha coniugato la tecnologia della salute all’estetica dando vita a dei letti matrimoniali che purtroppo non ho potuto provare ma mi veniva proprio voglia di farlo.
Mi rimaneva giusto il tempo di scovare FIAM Italia prima di prendere il treno che ahimè hanno poi puntualmente soppresso. E qui devo fare un appunto con la mania di fare gli indici per categorie. Una follia, è il modo più sicuro di confondere le idee alla gente.
Anche qui le mie foglioline vibravano al massimo perché Vittorio Livi. ARTOUR-O d’Argento 2014, il titolare, è arrivato a realizzare le sue idee inventando di sana pianta i forni che fino ad allora non esistevano per realizzare il suo progetto : gli arredi di vetro.
Ne conosco solo un altro così, e sta nei libri di storia dell’arte. Mi riferisco al Brunelleschi che com’è noto si inventò le macchine, quelle esistenti non erano sufficienti, per realizzare il Padiglione di Santa Maria del Fiore.
Non poteva che essere una magnifica casa, tra specchiere tavoli librerie luci e sedute appunto, quella che accoglieva i visitatori, firmata FIAM appunto.