La Bohème in trasferta alla GAM di Torino

Torino si sta dando alla pazza gioia, e soprattutto giorno dopo giorno si sta riempiendo di turisti che come piccole formiche, laboriosi si riversano nei musei. L’Ostensione della Sacra Sindone, la riapertura del Museo Egizio, il Museo del Cinema rinnovato con uno spazio Eataly. Insomma, chi più ne ha, più ne metta. E ora, in questo mese di maggio che tutto è fuorché climaticamente deciso e stabile, arriva nel capoluogo Piemontese una mostra che farà gola e invidia a parecchie altre città nei dintorni: Modigliani e la Bohème di Parigi arriva alla GAM di Torino, visitabile dal 14 marzo al 19 luglio 2015 (per informazioni circa orari e tariffe, visitate il sito www.modiglianitorino.it). Una chicca succulenta e interessante, che aggiunge quel tocco rètro (che indubbiamente non manca a Torino, ma periodicamente viene messo ulteriormente in risalto) ad una città già incantevole di suo.
Amedeo Modigliani, conosciuto soprattutto con il soprannome di Modì e Dedo, è stato un pittore ed uno scultore italiano, trapiantato poi a Parigi, dove si trasferì per compiere i suoi studi, in linea con le tendenze e le mode della capitale francese, che in quegli anni (parliamo dei primi del ‘900) poteva considerarsi il vero centro dell’avanguardia. I suoi ritratti, per lo più femminili, sono entrati ormai nell’immaginario mondiale, in quanto caratterizzati dai colli lunghi e affusolati (che visione distorta doveva avere della donna?). Tocco delicato, preciso e soprattutto rapido (si dice che terminasse i suoi ritratti in una o due sedute), riusciva a catturare la vera essenza dell’anima appartenente al soggetto che in quel momento posava per lui, lasciando anche in quell’uomo/quella donna la medesima sensazione. La mostra presenta la straordinaria atmosfera culturale creata dalla “École de Paris”, la corrente che ebbe protagonisti alcuni artisti attivi nel primo dopoguerra che si raccolsero intorno a Montmartre uniti dal desiderio di vivere in pieno il clima artistico di Parigi, creando una completa simbiosi tra vita e arte.
Divisa in cinque sezioni, essa analizza la vitalità parigina del periodo, tramite l’esposizione di circa 90 opere. E come dice anche Caparezza “Si, Io voglio essere così, come i ragazzi delle teste di Modì, ed ogni volta che ti metto in crisi, con i miei sorrisi puoi chiamarmi testa di!”. Catturiamo anche noi l’essenza delle teste di Modì!
Rebecca Cauda
5 maggio 2015