Le eccellenze del Mezzogiorno. I premiati della XXXV edizione del premio internazionale Guido Dorso

Roma – Giovedì scorso, 9 ottobre 2014 sono stati consegnati i premi “Guido Dorso”, presso il Senato della Repubblica, nella sala Zuccari di palazzo Giustiniani. L’iniziativa – patrocinata dal Senato della Repubblica, dal consiglio nazionale delle Ricerche e dall’Università degli studi di Napoli “Federico II” – segnala dal 1970 giovani studiosi del Mezzogiorno e personalità del mondo istituzionale, economico, scientifico e culturale che «hanno contribuito con la loro attività a sostenere le esigenze di sviluppo e di progresso del Sud».
La cerimonia ha avuto inizio con i saluti del presidente del senato Pietro Grasso, i premi promossi dall’omonima associazione presieduta da Nicola Squitieri.
Ecco i destinatari della premiazione per le varie sezioni speciali della XXXV edizione e le motivazioni.
Giovanni Pitruzzella, per la sezione istituzioni, è presidente dell’autorità garante della concorrenza e del mercato, Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia premiato nella sezione, istituzioni. “Nel suo quotidiano impegno, particolare attenzione il procuratore Roberti dedica a trasmettere alle nuove generazioni la cultura della legalità, nel nome e nel ricordo di quanti hanno portato avanti tante battaglie fino all’estremo sacrificio della vita”.
Cesare Imbriani, per la sezione economia, è il direttore del dipartimento di studi giuridici, filosofici ed economici dell’università La Sapienza. “Come i numerosi incarichi – sia accademici che nel mondo bancario – ricoperti da Cesare Imbriani, non hanno mai distolto lo studioso dall’attività di ricerca e dall’analisi dei fenomeni economici. Oggi il prof. Imbriani continua a farci riflettere su alcune delle debolezze strutturali del Paese, specialmente nel Mezzogiorno, individuando tuttavia anche delle strade da percorrere per eliminarle.
Amedeo Giurazza, per la sezione finanza, è amministratore delegato Vertis SGR Spa. “Da uomo del Sud, ha deciso di scommettere sul Meridione d’Italia e sul suo tessuto imprenditoriale, visto che nessuno lo faceva. Con l’attività di gestione dei fondi chiusi iniziata nel 2009 ha voluto puntare sul Sud dove molti sono gli imprenditori talentuosi, dinamici e competenti che hanno le “carte in regola” per sostenere un ambizioso processo di crescita. A loro ha fornito non solo nuovi capitali, ma anche competenze finanziarie, professionalità e networking. Da alcuni mesi è impegnato nella raccolta di sottoscrizioni per il nuovo fondo “Vertis Venture 2”, appena lanciato, il cui inizio dell’attività d’investimento è prevista per fine anno”.
Maurizio de Giovanni, per la sezione cultura, è nato nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. “Da funzionario di un importante istituto di credito, a 50 anni, diventa scrittore di successo internazionale. Nel 2006 dà alle stampe con Graus Editore il suo primo romanzo Le lacrime del pagliaccio che riscuote un immediato successo, a seguito di cui viene acquistato dalla Fandango Libri che lo pubblica, nel 2007, con il titolo Il senso del dolore – l’inverno del commissario Ricciardi, dando inizio a una saga ambientata a Napoli agli inizi degli anni Trenta. Al primo libro fanno poi seguito, uno all’anno, tutti gli altri, editi sempre da Einaudi, con crescente consenso di pubblico e di critica, tanto da vedere i titoli stabilmente inseriti nella classifica dei libri più venduti. I testi di Maurizio de Giovanni sono stati acquistati e pubblicati, sempre con successo di vendite, in Germania, Francia, Spagna (in castigliano e in catalano), Regno Unito, Stati Uniti, Sudamerica, Danimarca e Russia. Attualmente è in preparazione una fiction tv per la Rai in sei puntate sulla serie dei Bastardi di Pizzofalcone. Collateralmente de Giovanni è autore di alcuni racconti a sfondo calcistico sulla sua squadra del cuore, sono state tratte tre versioni teatrali ed è in preparazione un film. Altri scritti per il teatro sono stati interpretati da Gino Rivieccio e Toni Servillo. de Giovanni collabora attivamente con testate giornalistiche nazionali, scrivendo di costume, letteratura e sport. Non da meno è il suo impegno di partecipazione al sociale”.
Vincenzo Di Marzo, per la sezione ricerca, è direttore dell’istituto di chimica biomolecolare del Cnr di Pozzuoli. “Il suo laboratorio studia la biochimica e la farmacologia molecolare degli endocannabinoidi (termine da lui stesso coniato), molecole endogene che legano gli stessi recettori attivati dal tetraidrocannabinolo da cannabis, e partecipa allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per il trattamento dell’obesità, delle malattie metaboliche e alimentari, del dolore e dei disordini infiammatori periferici e centrali. È autore di monografie sugli endocannabinoidi e di oltre 450 articoli pubblicati su diverse e prestigiose riviste scientifiche internazionali. Vincenzo Di Marzo è tra gli scopritori del meccanismo molecolare in grado di bloccare la crescita del glioblastoma, la neoplasia maligna del sistema nervoso centrale. È tra i ricercatori italiani con il più alto h-index, ovvero l’indice che sintetizza sia la produttività che l’impatto della produzione culturale o scientifica, e con il più elevato numero di citazioni”.
Arturo De Vivo, per la sezione università, è direttore del dipartimento di studi umanistici dell’università “Federico II. “La sua attività scientifica è molto vasta. Si è occupato, tra l’altro, delle Naturales quaestiones di Seneca nella prospettiva di uno studio più ampio della lingua del filosofo, dei rapporti tra Seneca ed Ovidio, ed in particolare della figura di Ovidio. Non deve tuttavia fuorviare il taglio specifico e quasi elitario delle sue ricerche. La sua figura di umanista, infatti, si coniuga perfettamente con quella di professionista dalle straordinarie capacità organizzative e gestionali. L’esperienza maturata presso le varie sedi universitarie, e soprattutto nell’Ateneo Federico II – quale componente del Senato Accademico, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Direttore del “Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’innovazione organizzativa” ed infine quale Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, carica che ricopre attualmente”.
Angelica Viola, per la sezione ordinaria, è presidente della cooperativa sociale “L’Orsa Maggiore”(Napoli) per il progetto “L’educazione alla legalità in ogni scuola”. “Il progetto – destinato agli alunni delle scuole elementari e medie – ha come obiettivo principale quello di migliorare i livelli di conoscenza e di competenza dei destinatari stessi attraverso interventi di educazione alla legalità. La cooperativa sociale L’Orsa Maggiore, sorta a Napoli nel 1995 e composta da donne che operano prevalentemente nel campo sociale ed educativo, è una importante realtà non profit impegnata, in particolare, a promuovere nel territorio, la legalità e la coesione sociale al fine di creare una società più giusta ed educare le nuove generazioni per avere cittadini migliori. Tale impegno si realizza nella gestione di un Centro per ragazzi disabili all’interno di un bene confiscato alle mafie: il Centro “La Gloriette” ubicato all’interno dell’omonima villa sita in Napoli, alla via Petrarca, confiscata al boss Michele Zaza, sottratta alla camorra e restituita alla collettività grazie ad un progetto sostenuto dalla Fondazione con il Sud. Il Centro è oggi una struttura sociale, territoriale, diurna, polivalente, aperta a persone vulnerabili con problemi di autonomia ed integrazione sociale, in particolare diversamente abili. Si tratta di una struttura che va ben oltre le funzioni sociali di integrazione e che rappresenta un segnale importante di riscatto, da contrapporre alla cultura mafiosa e da diffondere nella comunità, specialmente nelle nuove generazioni”.
La targa del presidente della Repubblica Napolitano è stata consegnata alla Fondazione Giambattista Vico di Vatolla presieduta da Vincenzo Pepe, un’istituzione che opera per il progresso economico, sociale e culturale del Mezzogiorno. La commissione giudicatrice quest’anno era formata da Andrea Amatucci, presidente del comitato scientifico dell’associazione Dorso, Massimo Marrelli, rettore dell’università di Napoli “Federico II”, Luigi Nicolais, presidente del Cnr, e ovviamente dal suddetto presidente dell’associazione Dorso.
Emilia Ferrara
23 ottobre 2014