ANTONELLO DA MESSINA AL MART. La pittura antica nella casa dell’arte contemporanea

Non è consuetudine che i musei di arte moderna e contemporanea ospitino una mostra di arte antica, invece il Mart di Rovereto mescola le carte e fino al 12 gennaio 2014 espone a sorpresa: Antonello da Messina. Sono sedici i dipinti di Antonello, ai quali si aggiungono altri protagonisti della scena artistica del suo tempo fino ad arrivare a trentasette opere, collocate in uno stupendo allestimento per il quale sono state create nicchie ad archi gotici o ribassati, grandi e piccoli, che creano spazi raccolti ma dalla linea fluttuante.
Antonello si rivela pittore sublime, eterno e moderno, italiano ed europeo, rigoroso ma emozionale. Nella sua pittura si ritrovano la prospettiva di Piero della Francesca, la perfezione fiamminga del dettaglio, la luce veneziana, un dipanarsi di elementi acquisiti nei suoi spostamenti. Madonne e ritratti, questi i suoi soggetti. Nelle prime supera la frontalità arcaica e le posiziona di scorcio, con il figlio in braccio in atteggiamenti di grande spontaneità come nella “Madonna Benson”, della National Gallery of Art di Washington, dove il piccolo intrufola la manina nella scollatura della mamma.
Tenerezza e semplicità ma anche rigore nei volumi, composizioni piramidali sia per i gruppi delle Madonne col Bambino sia per la “Annunciata”, il volto racchiuso entro il velo azzurro, la mano alzata in segno di sorpresa o forse di opposizione, ammiratissima dal pubblico. Altro capolavoro il “Cristo alla colonna” del Museo del Louvre, piccolo nelle dimensioni 29,8 x 21 ma potente nella forza espressiva, resa geniale dal punto di vista del volto da sotto in su, con i particolari delle lacrime, delle gocce di sangue, della corda al collo quasi iperealisti.
Assente, purtroppo, il “S.Gerolamo nello studio” della National Gallery di Londra, supplito dall ”Annunciazione” di Siracusa, l’ultima opera di grande impegno prima della partenza del maestro per Venezia. Nel preciso inquadramento prospettico, le finestre aperte sul paesaggio creano una straordinaria profondità, mentre la colonna in primo piano delimita lo spazio dell’angelo e quello della Vergine. Le grandi dimensioni 180 x 180, rendono partecipe l’osservatore, al quale è data l’illusione di poter allungare un passo ed entrare nella scena.
Non solo pittura religiosa nel repertorio di Antonello, anche splendidi ritratti, come il fresco di restauro “Ritratto di giovane” del Philadelphia Museum of Art, con la forte luce laterale, il naso ingombrante e lo sguardo tra il sornione e il beffardo e l’altrettanto contemplato “Ritratto d’uomo” della Galleria Borghese di Roma del 1476 e pertanto appartenente al periodo veneziano. Qui, dettagli fisiognomici e introspezione psicologica si riscontrano sotto “el capuzzo negro in testa”.
Se ci si addentra nel ritratto non si può non menzionare il capolavoro in mostra di Jan van Eyck “Uomo dal copricapo azzurro”, felice fusione di forma e contenuto alla quale Antonello attinse nella sua giovanile formazione napoletana presso la bottega del maestro Colantonio, dove poté vedere e studiare molti capolavori nordici.
Tra i dipinti, la cui cromia sorprende per la naturalezza della pelle, dei tessuti, per la trasparenza dei veli, per la luminosità dei capelli, si ammirano anche due disegni a penna, pennello e inchiostro bruno; Il “Gruppo di donne” del Metropolitan Museum of Art di New York e il “Gruppo di donne in una piazza, con alti casamenti” del Louvre di Parigi, schizzi di grande delicatezza e precisione.
Antonello, dopo i viaggi all’estero e il soggiorno veneziano, ritornò a Messina quale artista di respiro europeo e nella sua città morì improvvisamente nel 1479 neppure cinquantenne. Ereditò la bottega il figlio Jacobello del quale chiude il percorso espositivo la “ Madonna con il Bambino” accanto alla “Madonna con il Bambino benedicente” di Giovanni Bellini, il quale, come scrive lo storico Pietro Selvatico nel 1848, “fingendosi un senatore veneziano si fa ritrarre da Antonello da Messina per sorprendere il segreto della pittura a olio”.
In parallelo alla retrospettiva dedicata ad Antonello da Messina, il Mart presenta la mostra “L’Altro ritratto” a cura del filosofo francese Jean-Luc Nancy. L’indagine affronta il tema con uno sguardo sul contemporaneo e attraverso quarantacinque opere insegue le sparizioni del ritratto, le sue ricomparse, le sue trasformazioni dagli ultimi decenni del XX secolo fino ai giorni nostri.
Uscire dalla beatitudine creata dalla visione delle opere di Antonello ed entrare nelle grottesche deformazioni e provocazioni dei volti contemporanei, è un salto arduo. “Una sfida solo apparente, perché in realtà vi è un filo unico: il volto, un’icona misteriosa che non catturi, che rimane sempre irraggiungibile”. Spiega così l’accostamento delle due mostre la direttrice del Mart, Cristiana Collu.
Antonello Da Messina
Mart Rovereto, 5 ottobre 2013 — 12 gennaio 2014
Orari: Martedì – Giovedì 10.00 – 18.00 – Venerdì 10.00 – 21.00 – Sabato – Domenica 10.00 – 20.00 – Lunedì chiuso
di Cinzia Albertoni
13 novembre 2013