Dover fare il male: l’idealismo pervertito

Qualcuno dovrà pur farlo. Dovrà perpetrarlo, far sì che il Male continui imperterrito a manifestarsi nella realtà. Come il Bene assoluto, il Male, da idea platonica, diviene fenomeno, si concretizza attraverso le nostre azioni.

Ma quando raggiunge le vette più alte dell’orrore? L’ormai annichilito colonnello Kurtz di Conrad che, in punto di morte, pronuncia the horror! the horror! è in fondo parabola perfetta per introdurre l’ultimo studio di Isabella Merzagora, giurista e psicologa, già professoressa di Criminologia presso l’Università degli Studi di Milano. È infatti uscito, per i tipi di Raffaello Cortina Editore, Il male per una buona causa. L’idealismo pervertito.

Avendo come base i pilastri della teoria sociale cognitiva di Bandura, Merzagora si destreggia in un labirinto di disumane violenze che, sebbene crediamo siano state ormai consegnate alla storia, si rivelano quanto mai attuali e, nel tentativo di comprenderne i meccanismi, ne svela l’incredibile semplicità d’esecuzione.
Da qui, la connessione agli orrori commessi durante il Nazismo, in nome della supremazia della razza ariana, è immediata, tuttavia, stupisce come molte dinamiche che crediamo relegate al panorama degli orrori del Terzo Reich siano in verità replicabili in molti altri contesti; come quello del terrorismo di matrice religiosa o, addirittura, nell’ottica del movimento antivaccinista.

«Comune a molte di queste formazioni, come pure ai terroristi islamici e a quelli cristiani, è la divisione fra Dio e Satana, fra i buoni e i “demoniaci”, amici e nemici, sfruttati e sfruttatori, innocenti e colpevoli: ancora manicheismo o “mentalità binaria”. Se poi i demoniaci sono gli “altri”, si comprendono anche le scarse remore agli atti terroristici che uccidono persone qualsiasi, semplici passanti, viaggiatori sui mezzi pubblici, fedeli raccolti in preghiera o scolari. Le vittime non hanno una loro individualità ma fanno parte in blocco della categoria dei nemici. Non stupiscano le analogie fra i diversi idealismi pervertiti praticati: il fanatismo è uno solo».

Di fatto, ciò che lo studio di Isabella Merzagora più evidenzia, è come l’agire umano possa raggiungere abissi impensabili quando è sorretto da un’ideologia, una sovrastruttura in grado di indurre un “disimpegno morale” tale da permettere di compiere il male sollevando il proprio Io da qualsivoglia responsabilità propria. Fare il male, convinti di fare il bene. Fare il male, perché qualcuno dovrà pur farlo.