Sii la pecora nera. Trova il tuo potenziale nascosto
Il pensiero divergente ha da sempre permesso all’uomo di progredire: scoperte, innovazioni, evoluzioni della scienza e della rappresentazione della realtà hanno fatto si che l’attuale società prendesse forma nel corso dei millenni. Oggigiorno, cancro comune è l’insoddisfazione per i traguardi non raggiunti e le strade non percorse. Si arriva a un’età in cui ci si guarda indietro e il peso del rimorso attanaglia la bocca dello stomaco. Le circostanze di certo sono un fattore determinante, ma il contesto non è tutto; la vera differenza la fa il nostro comportamento. Potremmo riassumere le 300 pagine de Il potenziale nascosto di Adam Grant, rievocando una serie di proverbi dal vago sapore popolare, come ad esempio “chi ben incomincia è a metà dell’opera” o “credi in te stesso” ma sminuiremmo incredibilmente la sintesi di molteplici studi sul nostro potenziale.
Il volume, edito da Egea, sa di letteratura americana di serie B e può apparire più adatto a un pubblico di self-made men ma in verità analizza con perizia molti meccanismi odierni presenti anche nella società italiana. Naufragato il sogno del posto fisso nel settore pubblico, sempre più giovani, spesso neo-laureati e con esperienza lavorativa pari a zero, si trovano catapultati in un sistema aziendale che schiaccia senza possibilità di respiro. La verità è che le stesse aziende non avanzano grazie a un gregge di menti il cui agire è lineare: rompere gli schemi mentali è l’opzione vincente. Il ragionamento ha un ampio margine di applicazione e riguarda oltremodo la nostra intera esistenza; i privilegi o i difetti dettati dalle nostre origini e dal contesto sociale non devono vincerci:
In tutta la storia dell’umanità le opportunità sono state sovente un privilegio toccato in sorte alla nascita. Se nascevi col sangue blu avevi il mondo nelle tue mani. Se non nascevi con le giuste origini la tua sorte era già segnata e le opzioni a tua disposizione erano limitate. Nel corso dei secoli in molte culture questa dinamica è mutata e si è evoluta perché le persone hanno deciso di sfidare monarchie, aristocrazie e sistemi basati su caste.
L’autore
Adam Grant è psicologo delle organizzazioni presso la Wharton School, celebre per Re:Thinking, si occupa principalmente di ricerca sulla motivazione e sul significato. Di primo acchito potrebbe sembrare l’ennesimo life-coach di cui non avevamo bisogno, quei guru da palco, cuffiette e microfono per persuadere meglio la platea, ma non è così. L’analisi portata avanti ne Il potenziale nascosto si trasforma in uno strumento per comprendere meglio quelle situazioni di stallo che la vita ci pone davanti e che, se vogliamo migliorarci, dobbiamo superare.
La sindrome dell’impostore
Parte dello studio pone il focus sulle diverse intelligenze, imbastendo una prassi d’azione per gli studi del secolo scorso portati avanti da Goleman e Gardner. Molto spesso, ciò che si interpone tra noi e l’ottenimento di un risultato che ci siamo prefissati siamo noi stessi. La parabola della nostra carriera professionale diviene specchio per riflettere la nostra vita privata, quando dovrebbe essere il contrario.
Non molto tempo fa ho capito che la sindrome dell’impostore è un paradosso:
- gli altri credono in voi
- voi non credete in voi stessi
- eppure credete a voi stessi e non agli altri.
Se dubitate di voi stessi, non dovreste dubitare anche della bassa opinione che avete di voi stessi?
Oggi sono convinto che la sindrome dell’impostore sia un indicatore di potenziale nascosto. L’impressione è che gli altri ci stiano sopravvalutando, ma è più probabile che siamo noi a sottovalutarci.
«La crescita più significativa non riguarda la nostra carriera ma il nostro carattere».