A Tolentino in mostra la 27 edizione della Biennale Internazionale dell’Umorismo
Ridere fa buon sangue e fa bene al cuore. Lo ha decretato uno studio dell’Università di Baltimora ma Tolentino lo sapeva già da mezzo secolo, da quando inventò la Biennale Internazionale dell’Umorismo, organizzata quest’anno per la ventisettesima edizione. Il tema “O combatti, o scappi (oppure ridi)” è stato interpretato da numerosi partecipanti, mentre i vincitori sono stati decretati dal clic telematico di una giuria consultata via Internet che ha inviato il proprio “like” dai più remoti angoli della terra. Si è aggiudicato il primo premio il disegno “Escape” del turco Musa Gumus, il secondo è andato al vicentino Toni Vedù con l’acquerello “Una risata vi seppellirà” e il terzo al trentino Manuel Riz con il collage “The conquest”. Le opere sono visibili fino al 6 ottobre a Palazzo Sangallo, sede del Museo della Caricatura, unico in Italia e fra i pochi nel mondo, per il quale Tolentino, amena cittadina marchigiana, si fregia del titolo di “città del sorriso”.
Il museo fu fondato nel 1970 da Luigi Mari, dottore, pittore e caricaturista che già una decina d’anni prima aveva organizzato a Tolentino un concorso d’arte umoristica la cui riuscita decretò la nascita della “Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte”. Questo appuntamento gode da più di cinquant’anni di un costante successo, di un’ottima partecipazione di artisti e di una prestigiosa sede nel Palazzo Sangallo, progettato nel 1540 dall’architetto fiorentino Antonio da Sangallo il Giovane. La compatta architettura campeggia in Piazza della Libertà fronteggiando il Palazzo Comunale e ospitando a livello stradale l’Ufficio Informazioni Turistiche. Il museo raccoglie circa 5000 opere originali dei più celebri maestri della caricatura e dell’umorismo dall’Ottocento a oggi, realizzate con briosa eleganza mentale e molteplici tecniche: acquerelli, collages, dipinti, disegni, chine, sculture in terracotta, in polistirolo, in gesso.
SPASSOSE VIGNETTE. Mette di buon umore visitarne le sale e scoprire che la satira non ha risparmiato nessuno; attori, scrittori, cantanti, registi, politici, eroi, geni e perfino papi sono passati tutti attraverso le forche caudine delle mordaci matite. Lo scrittore Edgar Allan Poe vi è ritratto con una cornacchia sulla testa; dalla bocca dell’ex ministro Giuliano Amato esce il fumetto “questa volta vi ruberò poco tempo; Dante Alighieri entra all’inferno esibendo la tessera di giornalista; il papa Wojtyla parte con borsone della TWA sporgente racchetta da tennis; Pavarotti gorgheggia a squarciagola con l’immancabile fazzoletto bianco in mano. Tante le insigni firme di questi piccoli capolavori, innanzitutto il fondatore Luigi Mari e poi Mino Maccari, Giovanni Guareschi, Giorgio Forattini, Federico Fellini, Tullio Altan, l’argentino Mordillo, il romantico Peynet con il solito fidanzatino con il cuore in mano e tanti altri vignettisti, fumettisti, illustratori, cartoonist.
La Biennale Internazionale dell’Umorismo è organizzata negli anni dispari, in quelli pari si ride ugualmente con “Tolentino Humour”, mostra espositiva allestita nei sotterranei di Palazzo Sangallo, la casa del sorriso, dove si ripete l’inoppugnabile verità sancita da Francois Rabelais “le rire est le propre de l’homme”.
di Cinzia Albertoni
20 agosto 2013