Il “fenomeno” Tolkien approda in Italia a cinquant’anni dalla morte
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ospiterà, dal 16 novembre, la mostra dedicata a J.R.R Tolkien per celebrare i cinquant’anni dalla sua scomparsa. Foto, manoscritti, lettere e rappresentazioni virtuali per accompagnare i visitatori in un viaggio nella “Terra di Mezzo” ed evidenziare la poliedricità…
Tolkien: Uomo, Professore, Autore
Nella giornata dell’8 novembre si è tenuta, al Ministero della Cultura, la conferenza stampa per inaugurare la mostra in onore di John Ronald Reuel Tolkien. La sua scomparsa risale al 2 settembre 1973, ma la visione della realtà, autentica e poetica, rimane viva ancora oggi.
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospiterà l’esposizione “Tolkien.Uomo, Professore, Autore” dal 16 novembre. L’intento è la realizzazione di un ambiente in cui possa emergere la psiche di uno dei più grandi autori fantasy, ma soprattutto si mira a presentare l’esperienza di vita, il lavoro accademico, il potenziale letterario e, persino, la complessità umana e artistica per celebrare e far emergere la poliedricità di un uomo che è stato in grado di ammaliare cinque generazioni di lettori. Per la prima volta sarà l’Italia, terra ammirata e amata dall’autore, ad ospitare un’esposizione di queste dimensioni, che non andrà solamente a rendere centrale la “Terra di Mezzo” e il suo successo letterario, ma Tolkien stesso, generando un distacco dalle mostre realizzate precedentemente a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022). L’esposizione di Roma è il frutto di un lavoro lungo e complesso, elementi inderogabilmente correlati alla necessità di porre in evidenza la visione estetica, autentica e innovativa dello scrittore. L’organizzazione della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea per la realizzazione della mostra mirava non soltanto a presentare Tolkien come autore di genere fantasy, ma come portatore di valori umani. L’esposizione, infatti, deterrà una prima impostazione scientifica, in cui le monografie, i documenti e le lettere mirano a diffondere un sapere generale, ponendo al centro Tolkien come Uomo, per poi essere catapultati in un mondo virtuale, accompagnato da riproduzioni in loop del Signore degli Anelli, provocando un vero e proprio salto nel mondo fantasy.
La realizzazione della mostra è stata sostenuta dal Ministro Gennaro Sangiuliano, curata da Oronzo Cilli, coadiuvato dall’organizzatore Alessandro Nicosia; un evento reso possibile soprattutto dalla disponibilità della direttrice del Museo Cristiana Collu.
Realtà e fantasia, un legame imperituro
L’incontro con l’Italia risultava essere il tassello mancante del puzzle, una terra che suscitava un forte sentimento di ammirazione in J.R.R. Tolkien. Vengono ricordati i viaggi del 1955 nelle città di Venezia e Assisi che influenzarono profondamente le radici culturali e spirituali di uno dei più grandi successi letterari: Il Signore degli Anelli. Il legame con la città di Assisi e la sua spiritualità, data la conversione di Tolkien al cattolicesimo in giovane età, emerge in maniera particolare nelle sue opere, come è stato evidenziato dall’autore stesso il 2 dicembre 1953 in una lettera: “il Signore degli anelli è fondamentalmente un’opera religiosa e cattolica”.
Avvicinarsi al Mondo di Tolkien è un processo semplice e immediato. L’autore viene definito come il “creatore di mondi” con l’introduzione di nuove lingue e costanti avventure, in cui la fantasia regna sovrana, ma il legame con la verità rimane perpetuo. Hans Blumenberg definisce il rapporto tra invenzione e verità come “Une vérité à faire”, ovvero uno strumento che permette di usufruire della metafora come tropoi, evidenziando un nuovo modo di “rivolgersi” al mondo, rendendo la vita sulla Terra dotata di connotazioni poetiche.