Il rilancio del turismo in Italia: perché aspettare oltre?

La recente crisi energetica dovuta al conflitto in Ucraina – e non solo – sembra aver dato un impulso positivo a discussioni ed interventi che riducano la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali. L’auspicio è che ciò avvenga con le dovute attenzioni e regolamentazioni. Bene ricordare infatti che, in alcune regioni del Sud la messa in esercizio di impianti eolici e soprattutto fotovoltaici avviene già da alcuni decenni e che, in taluni casi, gli stessi impianti siano già arrivati a fine “ciclo vita produttivo”. Molti di essi risultano oggi abbandonati inquinando e deturpando il paesaggio.
E’ del tutto evidente come la crisi energetica sia solo una delle tante emergenze del periodo. Ci si trova di fronte infatti ad una delle più grandi crisi degli ultimi decenni. Crisi economica, conseguente e parallela crisi etica, morale e sociale.
L’uomo è spesso colto di sorpresa di fronte agli imprevisti e, quasi sempre, intere aziende e finanche organizzazioni complesse si trovano spiazzate pur avendo introdotto sofisticati modelli di prevenzione del rischio.
Vero è che, in particolare nell’ultimo ventennio, si sono improvvisamente palesati una miriade di eventi inaspettati ed imprevedibili.
Un’analisi psicologica, filosofica e matematica di come reagire a tali eventi è stata pubblicata in un interessante libro di qualche anno fa, nel quale, un evento completamente inaspettato è considerato un “Cigno Nero”.
L’autore – un ex Trader – matematico ed esperto di scienza dell’incertezza, cerca di esplorare come arginare gli effetti negativi di tali eventi denominati appunto “cigni neri”, valorizzandone la parte positiva, piuttosto che tentare di volerli predire.
A tal proposito alcune grandi civiltà del passato hanno subito delle crisi imponenti ed hanno reagito ad esse con l’adozione di misure non solo “difensive” (“modelli di prevenzione del rischio”), ma anche “offensive” con un rilancio del proprio sistema attingendo alle proprie “Energie” e “Risorse”.
Molte civiltà nel corso dei millenni hanno rilanciato il proprio “sistema paese” tramite una rifioritura etico sociale ed artistica.
Dovremmo chiederci quali risorse abbia la nostra nazione per risollevarsi o, quantomeno, quali tra le tante risorse siano ad oggi incredibilmente sottoutilizzate.
In tal senso sorprende e fa specie constatare ad oggi la completa assenza, nel dibattito politico, di qualsivoglia discussione che porti a rilanciare definitivamente il settore turistico italiano
Questioni di priorità potrebbe obiettare qualcuno.
Appunto! Quale dovrebbe essere la priorità se non quella di rilanciare la più importante risorsa clamorosamente sottoutilizzata che già oggi rappresenta una quota rilevante del PIL (13,4% incluso l’indotto).
Non si tratta di essere visionari o sognatori, semmai il contrario: pragmatici!
Per meglio comprendere il tutto è necessario analizzare, anche superficialmente i dati principali.
La top 5 dei paesi con più Patrimoni dell’Umanità – Unesco (Totale 1154 Siti nel Mondo)
- Italia: 58 siti
- Cina: 56 siti
- Germania: 50 siti
- Spagna: 49 siti
- Francia: 49 siti
In aggiunta, anche se difficilmente quantificabili, l’infinita ricchezza di “siti minori” che contraddistingue il nostro paese rispetto ad altri. Un’infinità di luoghi, paesaggi, monumenti, musei, borghi non valorizzati e che in altri paesi rappresenterebbero il fiore all’occhiello dell’offerta turistica. Un patrimonio immenso e spesso sconosciuto agli stessi italiani. Da non dimenticare anche l’enorme patrimonio appartenente alla Chiesa, al Vaticano e alle tante Congregazioni Religiose.
La top 5 dei paesi più visitati:
- Francia: 86,9 milioni
- Spagna: 81,8 milioni
- USA: 76,9 milioni
- Cina: 60,7 milioni
- Italia: 58,3 milioni
Da questa prima e superficiale lettura dei dati emerge come il nostro paese, nonostante sia al primo posto tra i siti Unesco, si collochi solo al 5° posto tra i paesi più visitati al mondo.

Si registrano infatti ben 27 milioni di turisti in meno rispetto agli amati cugini d’oltralpe e circa 23 milioni di turisti in meno rispetto alla Spagna, prossima – per la prima volta nella storia – a superare la Francia dopo aver recentemente superato gli USA.
In particolare la crescita della Spagna è imponente. Nel 1995 (prima dell’avvento delle compagnie low cost) la Spagna registrava quasi gli stessi turisti dell’Italia (33 milioni). In un quarto di secolo tramite investimenti e strategie mirate la Spagna registra un incremento di quasi 50 milioni di turisti a fronte dei 25 milioni di turisti in più registrati in Italia.
Altri due dati per terminare: il settore turistico (incluso l’indotto) rappresenta in Italia circa il 13% del PIL; in Spagna ben il 22%
Analizzando i dati delle città più visitate al mondo emergono numeri ancora più sconfortanti. Roma non si colloca nemmeno nella top ten e, rispetto a Parigi registra ben 7 milioni di turisti in meno (17 milioni vs 10). La nostra Capitale registra gli stessi turisti di Praga, città splendida….e accogliente.
“Con la cultura non si mangia” potrebbe obiettare qualcuno ancora… ne siamo certi? Forse semmai ci mangiano in pochi…
Alla luce di tali dati chiunque, senza essere necessariamente esperto di economia o matematica, potrebbe comprendere che, portare l’Italia dove meriterebbe di essere, significherebbe avere entrate per decine e decine di miliardi di euro annui, nuovi business, nuove imprese. Certo così come accaduto in Spagna dovrebbero essere altrettanto ingenti gli Investimenti che evidentemente in Italia, negli ultimi decenni, sono stati altrove destinati…
A proposito di ciò ottima la recente notizia dell’inserimento nell’ultima manovra (ancora da approvare) di circa 2,2 miliardi di investimenti per il completamento della Metro C di Roma.
Altrettanto ottima è la prevista assunzione tramite concorso di oltre 500 figure da inserire nei musei e nelle biblioteche. In tal senso ha fatto scalpore la chiusura degli Uffizi in occasione di una recente festività per assenza di personale.
A proposito di “risorse” sottoutilizzate o non utilizzate o meglio ancora di sprechi, ci si chiede come mai in questo settore (così come in altri…) non siano stati utilizzati, dopo un adeguato periodo formativo, i percettori del reddito di cittadinanza. Siamo quindi certi che ci sia un’assenza di risorse o semmai la tematica è lo spreco di risorse ed anche la mancata formazione ed organizzazione delle stesse.
Lo storico inglese Toymbee, tra i principali studiosi delle civiltà del secolo scorso, affermava che “Le Civiltà non muoiono per omicidio, ma per suicidio”. Ecco, continuare a non valorizzare l’enorme patrimonio – anche quello umano – è una forma di suicidio economico, etico, sociale e morale.
Perché accade o è accaduto tutto questo? Come poter invertire questo trend?
Sono molteplici i fattori sicuramente meritevoli di ulteriori e successivi approfondimenti che affronteremo prossimamente anche con viaggi virtuali e non dedicati ai principali tesori della nostra Capitale.
Nel frattempo anche il nostro amico e prossimo compagno di viaggio raffigurato in foto sembra chiedersi cosa aspetti l’Italia a rilanciare definitivamente il settore turistico. Dubbi ed ansie sembrano travolgerlo in attesa di accogliere qualche turista in più!