Di “Nazione” e di volontà di nazione

Il tortuoso percorso che conduce all’elaborazione del concetto di “nazione” è pervaso di processi storici, molteplici contaminazioni e astruse ideologie che terminano in tutt’altro che una mera nozione da interpretare in senso univoco. È questa la premessa fondamentale che si coglie dalla lettura di “Nazione”, edito da Treccani. Il volume, come è esplicato nell’introduzione redatta dal Professore Marcello Mustè, raccoglie una serie di saggi di matrice filosofica, storica e politica che appartengono ad autori vissuti in momenti storici differenti e si colloca nella collana “Voci – per comprendere il mondo che ci circonda”. Quest’ultima è un progetto editoriale di Treccani Editore che contiene volumi di facile consultazione, rivolti ad una vasta platea di lettori, con l’intenzione di diffondere riflessioni su parole chiave.
Nelle riflessioni redatte dal giurista e filosofo Felice Battaglia (1902-1977) e dallo storico Walter Mauri (1902-1961) il focus iniziale è la distinzione tra due vocaboli, spesso usati erroneamente con la medesima accezione: popolo e nazione. “Ove per popolo si intende la moltitudine degli individui componenti lo Stato, in quanto collegati dal vincolo giuridico, la nazione si fonda su vincoli non giuridici, prima facie naturali, quindi morali”. I vincoli menzionati dagli autori sono da ricollegare, principalmente, alle nozioni di territorio, lingua e religione, ciò a prescindere dalla contemplata esistenza di due idee di nazione, nazione territoriale e nazione culturale. A tal proposito, gli autori si focalizzano sull’idea di “coscienza nazionale”, da ricondurre al pensiero di Rousseau e Herder e da intendersi, essenzialmente, come unità spirituale, piuttosto che territoriale, ricordo di passata comunanza di vita, credenza e fede in un comune destino, a prescindere dai confini. Elementi come lingua e religione costituiscono, di conseguenza, le pietre miliari e le fondamenta di questa unità nazionale che sfocia, dunque, in coscienza nazionale. Il sentimento nazionale si tramuta effettivamente in nazione al presentarsi di una comune volontà di costituirsi nazione. Secondo Battaglia e Mauri, nazione è dunque volontà di nazione.

La ricostruzione di Rosario Romeo – (1924-1987), storico e politico, professore universitario ed ex rettore della Luiss Guido Carli di Roma- presenta uno stampo ben differente rispetto alle riflessioni di Mauri e Battaglia. Romeo, infatti, interpone al lettore una dettagliata analisi dei processi storici e politici che si celano dietro al concetto moderno di nazione e lo fa considerando la Seconda Guerra mondiale come punto di partenza. Nel paragrafo “Dopoguerra”, l’autore descrive le sorti e il declino delle principali nazioni occidentali. Egli lo fa parlando dell’Italia come un paese arretrato e retorico con obiettivi di grandezza che erano segno del suo provincialismo e riconoscendo il merito alla Francia di essere Stato organizzatore di tutta la sua vita nazionale. Nonostante Romeo consideri poco rilevanti a livello mondiale i successi storici britannici, prende atto, comunque, che l’Inghilterra abbia maggiore sentimento nazionale rispetto ad altri paesi europei. Se il conflitto mondiale ha segnato il declino dei valori nazionalistici tedeschi, è anche vero che il Dopoguerra ha rappresentato una fase di restaurazione e di sentimentalismi di pace, sicurezza e democrazia. Questi valori hanno certamente trovato la loro massima aspirazione nelle ideologie Europeiste e nei capisaldi della Nazioni Unite. È lo stesso Romeo a definire l’unità europea come l’unica soluzione atta a ridare tono e livello alla vita politica europea.
La raccolta di saggi presenti nel volume aiuta a comprendere l’evoluzione del concetto di nazione con il susseguirsi di importanti eventi.
Alla Treccani Editore va riconosciuto il merito del progetto editoriale “Voci” che si allinea perfettamente alle mutate esigenze dei giovani lettori interessati ad affinare il proprio spirito critico muovendo, in maniera imprescindibile, da valide ideologie. L’idea funziona grazie agli agili e coincisi volumi di cui si compone che, piuttosto che diffondere sapere nozionistico, seguono comunque un ben preciso fil rouge in un modo scorrevole e ben diverso dallo stile della saggistica classica.