Sono ancora vivo, la graphic novel di Roberto Saviano
Trasformare un atto di estremo coraggio in un racconto, ma nella sua forma più particolare, attraverso una graphic novel, soprattutto quando ti chiami Roberto Saviano e devi parlare di mafia, non è cosa facile: arriva in libreria l’ultimo sforzo letterario dell’autore, edito per BAO Publishing con un titolo che parla da sé: “Sono ancora vivo”.
Sono ancora vivo
Un titolo parlante da solo, proprio perché va a sottolineare quell’aspetto del personaggio che più risulta ogni tanto essere un miracolo: la sua voglia di vivere, la sua vita in sé e per se stessa.
Lo sottolinea lui per primo, che nel raccontare a grandi linee la sua storia si è fatto aiutare dalla migliore casa editrice come la BAO Publishing: dalla pubblicazione del romanzo che lo mise nell’occhio del ciclone della mafia “Gomorra”, lui ha ricevuto minacce di morte continue ed è stato costretto a vivere sotto scorta, a spostarsi continuamente per rimanere in vita.
Il coraggio della verità
Ma Roberto Saviano, con il suo esempio e le sue parole, ci fa arrivare un messaggio non solo importante, ma oserei dire quasi fondamentale: nulla può contro il coraggio della verità, di volerla raccontare, di volerla mettere davanti agli occhi di tutti, anche della mafia stessa, perché non si possono tacere determinate realtà.
Il rovescio della medaglia del perseguire la strada di questa tipologia di verità è un isolamento forzato, spesso infinitamente pesante, al quale l’autore si è ormai abituato da 15 anni, che lo schiaccia, lo soffoca e questa sensazione viene resa egregiamente all’interno della graphic novel stessa.
Roberto Saviano ci racconta anche per la prima volta alcuni suoi ricordi di infanzia, di quando ad esempio giocava con il subbuteo insieme a suo fratello minore e di come quel senso di leggerezza, di spensieratezza non lo abbia mai più provato in vita sua e di come il sangue del suo stesso sangue abbia dovuto allontanarsi da lui, per rimanere in vita.
La potenza delle immagini
Scrivere una propria biografia, soprattutto se la tua vita è stata intensa come quella di Roberto Saviano e ti ritrovi ad avere soltanto 42 anni, poteva essere un lavoro sicuramente laborioso e complesso, ma raccontarla tramite le immagini forse rende il tutto più impattante e diretto, nei confronti del lettore.
Quasi all’inizio del libro c’è una rappresentazione di quello che potrebbe essere il suo funerale, con molte persone che reggono la sua bara e che la trasportano verso il cimitero, ma di colpo esce un pugno (il suo) dalla parte superiore della bara e il fumetto recita “Fottuti bastardi, sono ancora vivo!”.
Ritengo che un’immagine come questa, seguita da pochissime parole, risulti più di impatto e più forte di qualsiasi sproloquio lungo e articolato, che rischierebbe di dilungarsi senza un reale motivo.
Così Saviano rivolge nuovamente un messaggio molto chiaro e ben indirizzato nei confronti di tutti coloro che lo hanno minacciato, che lo minacciano tutt’oggi: non a titolo di sfida, ma per mettere nero su bianco il messaggio sopra citato, ossia che il coraggio delle sue parole e della sua stessa vitalità non potranno essere messi a tacere, mai. Questo perché lui per primo non tacerà mai e tutti coloro che hanno deciso di sostenerlo in questa sua battaglia contro la realtà più vergognosa, schifosa, sanguinaria dell’Italia, aka la mafia, continueranno a parlare, con lui.
Una vita isolata
Il lettore si trova dunque di fronte a una vita fatta di tante opportunità precluse, come la libertà di passeggiare per un parco (senza che prima tutta la scorta abbiamo ispezionato ogni angolo e comunque ti cammini sempre davanti e dietro) o quella di conoscere una persona di cui innamorarsi, con cui costruire una vita insieme e condivisa. Ma come si può condividere una vita sotto scorta con qualcuno, benché alla base ci sia un forte sentimento? Per adesso Roberto Saviano sa che questo non è possibile, perché sarebbe inconcepibile per chiunque (nel lungo periodo) condividere una realtà come la sua. Una realtà fatta di silenzi e di giusti termini, una realtà fatta anche di sofferenza, ma soprattutto una realtà fatta di verità che non verranno taciute mai.