Camposanto, il podcast per chi ama i cimiteri
In trepida attesa della nuova stagione, un breve reminder per chi (ancora) non conoscesse il podcast Camposanto di Giulia Depentor, accurato prodotto sonoro del 2020-2021.
Anche io ero una Camposanter senza sapere di esserlo
Pensavo, nelle mie sconclusionate peregrinazioni, di essere l’unica, una volta sbarcata in una città sconosciuta, a visitarne, come prima attività, il cimitero. In solitaria, spesso, o talvolta accompagnata da intrepidi necrofili, ho potuto affinare con il tempo questa passione, che spesso si fonde e si confonde con la professione di storico dell’arte. Perché le città dei morti, oltre all’enorme bagaglio umano, sociale ed antropologico, rispecchiano le caratteristiche architettoniche proprie della città dei vivi: con precise regole urbanistiche, i nostri passati e futuri rifugi eterni rappresentano un consistente campione edilizio, letterario e psicologico di preziosa importanza.
Giulia Depentor, perspicace autrice del podcast Camposanto, ha riunito attorno a sé una solida comunità di adepti (i cosiddetti Camposanter) che non perdono occasione per connettersi alle principali piattaforme audio, con le orecchie ben pronte a seguire, passo dopo passo, le sue spensierate e al tempo stesso profonde scorribande nei luoghi più (o meno) accessibili e frequentati del globo terraqueo.
Tra Camposanto e Lapidario, un ricco catalogo cimiteriale
Iniziando dal cimitero di San Michele in Isola a Venezia, poco distante dalla sua città natale, passando per Palermo, Napoli, Capri, Capraia, Giulia Depentor allarga la sua cerchia raccontando i commoventi segreti del Cimitero di Grunewald a Berlino, sua città di elezione in cui ha vissuto per dieci anni, ed espandendo le sue faticose ma preziose ricerche a Parigi, in Portogallo, toccando mète esoticissime come le Isole Cook e mitiche località come il Cimitero delle star di Hollywood a Los Angeles, quello di Key West, residenza di Hemingway dove riposano le amate spoglie feline, nonché il celebre cimitero di Ayoama a Tokyo, luogo di sepoltura del cagnolino Hachiko. La lista è ben lungi dall’essere esaustiva, e la giovane autrice promette di non lasciare i suoi ascoltatori orfani di nuove interessanti puntate, di prossima pubblicazione. Ogni episodio non si limita al racconto pedissequo e didascalico della storia del cimitero, della sua localizzazione o delle presenze che lo abitano; il racconto si estende molto più profondamente alle sensazioni e alle emozioni provate durante la visita e che assumono un carattere pressoché universale. Le paure, le ansie, le eccitazioni di Depentor sono le stesse dell’ascoltatore che la segue e che vi si immedesima con grande empatia.
Le lapidi con le frasi più originali, commoventi, divertenti, diventano l’espediente narrativo per ripercorrere, con chirurgica precisione e frutto di un’accurata ricerca, le storie più strabilianti che si celano dietro personalità apparentemente ignote o, al contrario, dal destino già inesorabilmente tracciato.
Il repertorio cimiteriale di Depentor si è recentemente esteso ad un’altra operazione, altrettanto riuscita, che prende la forma (e il nome) sincopato di Lapidario: tredici episodi più brevi di quelli di Camposanto, ma che conservano la precisione e l’essenza del format originale. Più incentrati su approfondimenti oculati e originali, restano pillole di autentica freschezza, ottimo preludio ai contenuti, attesissimi, della nuova stagione.
Con accattivante semplicità e rigore scientifico, corroborato dalla presenza, in molti casi, di esperti del settore e letture che hanno impregnato l’immaginario di Giulia Depentor, Camposanto si conferma come un originale de profundis sonoro dell’ultimo biennio.