Una vita da librario di Shaun Bythell
Il lavoro di una persona che sta a contatto con il pubblico è già di per sé stesso un’avventura. Se poi il mestiere in sé è quello del libraio, l’avventura diventa molto dinamica e ricca di eventi, come ci racconta Shaun Bythell nel suo romanzo “Una vita da libraio”.
Una vita da libraio
Spesso si pensa che raccontare la propria esperienza di vita, che sia un evento particolare o che sia quell’attività che impregna le tue giornate dall’alba al tramonto, sia banale, sia noioso e privo di interesse per chi ascolta.
L’autore di questo romanzo invece deve averla pensata in maniera diametralmente opposta: Shaun Bythell è infatti il proprietario e il gestore della libreria “The Book Shop” di Wigtown, piccolo villaggio scozzese scarsamente abitato. Poche anime popolano le case di Wigtown, ma ognuna di esse è passata dalla sua libreria e ha lasciato un ricordo al libraio, un’esperienza, che per piccola che possa sembrare, ha arricchito l’autore del romanzo, tanto da farla diventare parte integrante della sua biografia.
Il romanzo è costruito come un diario di bordo, in cui lui stesso annota dal mese di Febbraio 2014, in maniera precisa e ordinata, la sua giornata come libraio.
La verità come pane quotidiano
La prima pagina del romanzo si apre con una citazione di George Orwell, presa dal suo scritto “Ricordi di libreria”:
“Mi piacerebbe fare il libraio di professione? Tutto sommato – nonostante il proprietario di trattasse gentilmente e nonostante alcuni giorni felici trascorsi in quella libreria – direi di no”.
Queste due righe iniziali danno già un’impostazione al romanzo, ma soprattutto fanno intendere al lettore come lo stesso scrittore si metta completamente a nudo: lui non è quel libraio che tenderà a infiocchettare la propria posizione, cercando di renderla più magica di quanto essa (non) sia.
Al contrario, Shaun si definisce il libraio insofferente, intollerante e misantropo perché? Perché praticare questa professione non è mai stato particolarmente semplice e oggi, ai tempi di una pandemia (questo lo aggiungo io) e di grandi magazzini online leggasi Amazon &Co. (questo lo dice lui), le persone che entrano in libreria sono sempre di meno.
I clienti sono la storia del libraio
Come nel libro di Joanne Harris “Chocolat” in cui Vianne Rocher cercava di comprendere le persone utilizzando il cioccolato, così lo stesso autore fa trapelare (insieme al suo esilarante sdegno per determinate richieste di alcuni clienti, che lasciano allo stesso tempo un po’ senza parole anche il lettore in alcune occasioni) la passione che anima la sua professione e che lo spinge a continuare a vivere circondato dai libri e che molto spesso, senza che lui nemmeno se ne renda conto, prende il sopravvento su tante altre magagne della giornata.
Il diario riporta alla fine della giornata l’aspetto che risulta talvolta più critico: il totale in cassa registrato alla chiusura del negozio e i clienti entrati/usciti dalla libreria stessa. Se questi numeri non sempre sono l’unico indicatore di cui un commerciante tiene conto, indubbiamente hanno un loro determinato peso e gravano sull’umore e sui progetti che il libraio stesso può fare sulla propria attività e su quale futuro possa avere concretamente nel 2021.
Il lettore riesce però ad appassionarsi non a questi numeri, ma a quei personaggi che popolano la libreria stessa di giorno in giorno: dal cliente che entra per complimentarsi dell’allestimento della vetrina, alla signora anziana e completamente cieca che telefona al libraio disperata perché sta cercando un libro e di lui, solamente di lui si fida perché è il regalo speciale per suo nipote fino ad arrivare all’unica dipendente che Shun Bythell ha, una donna dalla mille stranezze, sempre vestita con una tuta da sci, che pesca dai cassonetti le peggio porcherie che lei ritiene prelibatezze insuperabili, con la quale i battibecchi sono spesso frequenti.
Un libraio che sa di vita, che riesce a raccontare la propria esperienza e che nonostante le mille battaglie perse, dimostra che non ha ancora nessuna intenzione di mollare e i lettori di tutto il mondo di questo ringraziano, moltissimo.