Quando tutto diventò blu di Alessandro Baronciani
La paura sfiora le vite, la paura arriva alle spalle di ciascuno di noi. Essa ha la capacità di trasformarsi a seconda del soggetto che viene interessato e può cambiare forma, colore, consistenza.
“Quando tutto diventò blu” è la graphic novel di Alessandro Baronciani, che cerca proprio di fare vedere attraverso delle tavole disegnate e con l’utilizzo di pochissime parole, quando la paura vira nella sua forma più terribile e si tramuta nell’attacco di panico e in depressione.
Quando tutto diventò blu
Già prendendo in mano questo piccolo manoscritto, si può notare come l’espressione dell’autore passi attraverso il colore: la veste grafica, un cartonato con copertina a colori, celebra in tutto e per tutto l’opera e il suo colore “portante”, riproponendo gli interni in una bicromia aggiornata con Pantone Classic Blue.
Uscito nella giornata del “Blue Monday” (il 20 gennaio, il giorno più triste dell’anno), questo libro racconta sì una storia un po’ malinconica, ma insieme alla paura si parla anche di coraggio e di tentativi.
Tanti tentativi, tanti scivoloni, tante strade che la protagonista cerca di percorrere per uscire dal tunnel in cui sta precipitando, ma trovare quella più giusta non è sempre così semplice come si possa immaginare.
Attacco di panico in agguato
Lo si potrebbe definire in tanti modi differenti, anche se uno generico non esiste in maniera assoluta, perché questo bastardo si presenta quando meno te lo aspetti e si può manifestare sfogandosi attraverso molteplici sintomi.
La sensazione forse più comune è quella di sentire il proprio petto schiacciato da una melma pesante, scura, vischiosa, schifosa, che ha la capacità di rimanere lì pesante sui tuoi polmoni fin quando gli va, per poi decidere di andarsene lasciandosi dietro una bava appiccicosa.
Durata del tutto (sempre a seconda dei soggetti che li vivono in prima persona): una manciata di minuti, che per chi sta vivendo l’attacco di panico durano ore interminabili.
Si aggiunge a tutto questo la confusione che tu provi appena tutto passa: la testa è pesante, il tuo colorito è tendente al grigio topo, le tue labbra sono esangui, il tuo respiro è corto e spesso hai come dei piccoli buchi di quello che è appena passato. Come se all’improvviso qualcuno pretendesse di afferrarti dalla nebbia in cui ti trovi, senza preavviso e tu ti dovessi fidare a occhi chiusi.
La depressione
La protagonista è una ragazza che inizia a soffrire di attacchi di panico quando muore improvvisamente un suo compagno di università, che però rappresentava per lei anche un amico, un confidente, un affetto vero.
Chiara ha un lavoro, degli amici e un fidanzato, ma piano piano comincia a sentirsi sempre più paralizzata all’idea di riconoscere il suo problema e ricorre a diverse terapie farmacologiche prima di riuscire a guarire.
Per Chiara quando arriva l’attacco di panico, tutto diventa blu: dura poco, pochissimo, e capita all’improvviso e maledizione, mai mai che si possa ricollegare alla medesima situazione.
No, lui si presenta come e quando vuole, ma chi lo ha invitato? Chi lo ha voluto? Baronciani ci permette di ascoltare i pensieri della protagonista, quelli che lei per prima cerca di ripetere a se stessa (come quando cerca di far scendere i suoi battiti cardiaci), forse per far sì che chiunque lo legga e abbia sperimentato anche solo una volta nella vita un episodio del genere, si senta compreso.
Perché quel tipo di comprensione non arriva mai da chi ti circonda e questo non perché i tuoi affetti non ti vogliano bene: al contrario, ma non possono davvero capire cosa succede in quella manciata di minuti, non possono perché non lo sperimentano al posto tuo, non sono nel tuo corpo quando succede.
Il coraggio di Chiara risiede nell’ammettere ad un certo punto che il problema è presente e che le sta rovinando la vita e che dunque va risolto, magari con l’aiuto di una persona del settore, che saprà darle la chiave di lettura migliore.
Perché l’attacco di panico potrà anche farti sembrare la tua vita blu scura, ma la luce può sempre tornare.