Banksy ritrovato: la porta del Bataclan nel teramano
L’opera, rubata a Parigi il 26 gennaio 2019, era stata creata dal celebre artista dopo la strage terroristica di matrice islamica del 13 novembre 2015, in cui morirono 130 persone, di cui 90 durante un concerto presso i locali del Bataclan. Una delle porte delle uscite di sicurezza del posto era diventata il supporto del murales di Banksy che, nel giugno 2018, aveva utilizzato uno stencil e della vernice bianca per raffigurare una ragazza velata e addolorata, simbolo del massacro francese.
Mercoledì nella mattinata, i carabinieri di Alba Adriatica e del Nucleo tutela patrimonio culturale di Ancona, coordinati dalla Procura Distrettuale della Repubblica de L’Aquila e in collaborazione con la magistratura e la Polizia Criminale francese, hanno ritrovato l’opera in un casolare nelle campagne di Sant’Omero, nei pressi di Teramo. Il recupero è avvenuto precisamente nel sottotetto dell’abitazione, dove era stata nascosta per essere probabilmente valutata e visionata da collezionisti del mercato nero per un’eventuale vendita illecita.
La ragazza dolente
La pista più avvalorata è quindi quella del traffico indebito, si escludono ipotesi legate al terrorismo, ma proseguono le ricerche per capire le modalità con cui il lavoro dello street artist sarebbe arrivato in Italia e l’eventuale coinvolgimento del proprietario della casa in cui si trovava. L’opera – donata al locale dall’artista per commemorare quella tragica serata – raffigura una donna in lutto, quasi una Madonna contemporanea, con lo sguardo rivolto verso il basso a rispettare il dolore delle vite perdute. Come tutte i suoi murales era accessibile a tutti e apparteneva ai residenti non solo di Parigi ma del mondo intero, perché ognuno di loro dividesse la sofferenza di quelle morti.
Il locale stesso, dando la notizia del furto su twitter, scriveva infatti l’anno scorso: «l’artista ha offerto questa opera sulla porta dell’uscita di sicurezza del Bataclan in uno slancio di omaggio e di sostegno. L’essenza stessa dell’arte urbana è di dare vita a un’opera d’arte in un ambiente particolare e siamo convinti che questa opera aveva un senso solo in questo posto. È per questa ragione che avevamo deciso di lasciarla, libera, nella strada, accessibile a tutti».
Chi è Banksy?
Ma quanto ne sappiamo dell’autore? Nato a Bristol probabilmente all’inizio degli anni Settanta e formatosi nella scena underground della città, è uno dei più importanti street artist al mondo. Nessuno conosce però la sua identità. Forse per tutelarsi dall’illegalità dei murales, o per semplice scelta personale, Banksy non si mostra mai e anzi, afferma:
«non ho il minimo interesse a rivelare la mia identità. Ci sono già abbastanza stronzi pieni di sé che cercano di schiaffarvi il loro brutto muso davanti».
Schierato contro il sistema dell’arte contemporanea, contro il mercato e contro le stesse gallerie, si limita così a comunicare con il pubblico senza intermediari né consensi, operando sui muri e affrontando i temi più disparati, ma sempre attuali. Sarà a Roma la prossima mostra a lui dedicata, Banksy a visual protest: dall’ 8 settembre il Chiostro del Bramante ospiterà l’esposizione di oltre 90 opere, dal 2001 al 2017. Si potrebbe a questo punto pensare che sia incoerente far esporre i propri lavori, se si è dedicata la vita a cercare di renderli accessibili a chiunque, infatti questi saranno tutti esibiti su concessione da parte di collezionisti privati.