Johnson Tsang: storia di talento e amore per l’argilla
Nato a Hong Kong nel 1960, Johnson Tsang è un artista di fama mondiale noto per le sculture surreali che hanno origine dalla sua fervida immaginazione.
L’artista, oggi sessantenne, vanta numerose commissioni sia nel settore pubblico che privato, è uno sperimentatore di materiali ed è anche un creatore prolifico in grado di completare una scultura a settimana, come testimoniano i suoi canali social ed il suo sito web.
La vita di Johnson Tsang
Sin da piccolo l’artista cinese, Johnson Tsang, ha manifestato un’indole creativa ma, a causa del cattivo rendimento scolastico e delle scarse possibilità economiche della sua famiglia, ha cominciato molto presto a lavorare come tecnico di impianti d’aria condizionata e di friggitrici.
Tsang ha militato nelle forze di polizia per tredici anni, fino al 1991, quando, dopo aver frequentato un corso di modellazione dell’argilla, decide di abbandonare questo mestiere e di dedicarsi completamente alla sua nuova passione: la scultura.
“L’argilla mi è sembrata così amichevole, ha ascoltato ogni singola parola nella mia mente ed ha fatto esattamente quello che mi aspettavo. Ogni tocco era così rilassante. Mi sentivo come se stessi toccando la pelle umana. Ho trovato pace e gioia. Da allora me ne sono innamorato”.
In breve tempo l’artista ha dato prova delle sue capacità e del suo innato talento ricevendo premi e riconoscimenti tra i quali il Premio speciale della Corea Gyeonggi International Ceramics Biennale 2011, ricevuto per l’opera “Bowls of Fantasy”, e il Gran Premio della Taiwan International Ceramics Biennale 2012 per il lavoro “Splash of Wonder”. Tsang è il primo artista cinese ad aver ottenuto questi due premi internazionali nella ceramica e dal 1993 le sue opere sono state esposte a Hong Kong, Taiwan, Corea, Spagna e Svizzera e raccolte da musei e collezionisti locali e stranieri.
Inoltre, nel 2009, è stato insignito dal governo di Hong Kong per i suoi straordinari risultati nel settore artistico internazionale ed è stato nominato “Consigliere esperto del Museo d’arte e del Museo del patrimonio di Hong Kong”.
“Lucid Dream” ed “Open Mind”.
Il primo ha un titolo emblematico infatti “Lucid Dream” è il sogno lucido che, secondo le neuroscienze, non è altro che un sogno in cui la persona è consapevole del fatto che sta sognando, eppure non si oppone ad esso e lo lascia scorrere.
La serie scultorea che porta questo nome si compone di una ventina di volti in porcellana bianca tra i quali risalta “Caged”, simbolo dei pensieri ingabbiati ed incapaci di uscire. È la metafora perfetta per coloro che non possono parlare o che hanno paura di farlo poiché rischierebbero la prigione, un altro tipo di gabbia che rende la metafora completa.
A distanza di qualche anno Tsang è tornato sullo stesso tema dando vita ai “Lucid Dream II” in cui i volti vengono deformati, schiacciati, strizzati, allungati e sciolti in contorsioni surreali. Il materiale solido, la ceramica, sembra passare allo stato liquido e da statico diventa dinamico.
Ancora una volta il protagonista gioca con il conscio ed il subconscio dando prova di un approccio sempre più all’avanguardia che non lascia indifferenti, ma coinvolge l’intero pubblico.
Nella serie “Open Mind”, invece, lo scultore porta all’estremo i confini del realismo all’interno di volti che si aprono in maniera surreale, e cattura la fluidità del movimento fisico incorporando i gesti delle mani e di alcuni materiali per trasmettere il senso di apertura mentale.
Tra i pezzi di questa raccolta figura “Open Mind VI” che simboleggia la divisione equa tra uomo e donna, creatività ed intelletto ed allude all’armonia che si raggiunge quando ambo i sessi lavorano insieme senza pregiudizi.