Curiosando alla Biennale #3: Ziba Ardalan

E a proposito di rispetto il Conservatorio di Musica di Venezia ospita The Spark Is You: Parsol Unit in Venice, il progetto di Ziba Ardalan. Diverse generazioni di artisti iraniani, che vivono e lavorano in Iran e all’estero, presente a Venezia con molta difficoltà data l’opposizione di alcuni stati, con le installazioni di Sahand Hesamyian e le grandi tele di Namid Nuur che ha riportato le tracce mentre si prova una semplice penna sui banchi di cartolai, e i ghirigori riportati sulle enormi tele, sono sorprendentemente simili in tutto il mondo. Si tocca qui con mano la voglia di creare un dialogo e uno scambio tra chi appartiene a culture diverse.
Sulla riva degli Schiavoni i giardini sono tutta un’installazione, e poi arrivo in Costa d’Avorio. La selezione è curata da Massimo Scaringella che coniuga la tradizione all’attualità tanto che si fatica a individuarne una dall’altra.
La Catalogna invece preferisce sottolineare la potenza dell’immagine scultorea, e per questo presenta 12 grandi sculture che durante e dopo la dittatura furono oggetto di forti reazioni, vituperi e insulti, coinvolgendo l’osservatore per il suo fervore, al dolore alla paura. E ripassando per l’ennesima volta dall’Accademia dove potremmo goderci Basetitz, al di là del ponte Dubuffet a Palazzo Franchetti. Mi immergo nella magnifica mostra, veramente magistrale, con pezzi superbi e rari.
Riattraverso Campo S.Stefano e all’improvviso mi si para davanti il dialogo Cina Italia grazie al progetto di Paolo Asti, cittadino del mondo, che presenta un un poker d’assi: Pietro Bellani, Giuliano Tomaino, Francesco Vaccarone e Aldo Mondino che a sua volta presenta un tappeto formato da chicchi di caffè, più di 60 kg accompagnati dal formidabile video dello studio no noise, e che sottolinea il temperamento degli artisti che a loro volta interagiscono con il video. La mostra proseguirà in giro per il mondo.
Pietro Bellani
Mi piace ancora segnalare Andorra tanto piccolo come paese e tanto grande come comunicazione. In un’unica immagine trasmette il succo della sopravvivenza dell’umanità, ahimè mai disatteso come oggi. Ancora un salto a Palazzo Grimani dove Sandro Kopp con Meyecellium sceglie come protagonista assoluto l’occhio, come organo che ci collega al mondo ma anche ricettore di immagini e potente comunicatore della nostra identità. Per questo le pareti sature di dipinti ognuno dei quali raffigura un occhio di un amico o di un parente dell’artista.
Last but not least la presenza di Giuseppe Gusinu a casa Andrich a Torcello con le sue incredibili pulsanti mante.
Proibito girarsi ancora intorno anche se lo spettacolo va avanti e sono mille le cose da vedere. Ancora un passo allo spazio Iintesa San Paolo, ormai totalmente ristrutturato anche ad opera del famoso Michele de Lucchi che ospita una piccola mostra a scopo benefico e poco più in lá Seguso celebra i suoi 600 anni! di vita con una serie di fazzoletti di vetro che formano una sorta di costellazione e invita a lasciare un commento. Quante cose ancora da vedere ma mi fermo qui, anche perché quest’anno e il primo anno che morte, torture e atrocità hanno lasciato il passo alla speranza..,e mi auguro di essere riuscita a stuzzicare la vostra curiosità.
E poi, e poi trovi una gondola in libreria. Questa è Venezia .