L’arte di Claire Fontaine una vera e sana rivoluzione

“La borsa e la vita!” Un titolo forte molto presente nel nostro immaginario che evoca il grido dei briganti di ieri ma sì riferisce ai “briganti” di oggi.
“Il capitalismo esige tutte e due le cose, il nostro denaro e il nostro tempo, la nostra capacità relazionale che viene messa al lavoro e la nostra adattabilità a delle condizioni finanziarie sempre più precarie”. Queste sono le parole di Claire Fontaine, che non fatevi trarre in inganno non è una “lei”, ma un collettivo francese neoconcettuale che in pochi anni si è imposto a livello internazionale. Una mostra davvero interessante questa ospitata alla Loggia degli Abati di Palazzo Ducale che affronta il tema dell’economia usando il lessico dell’arte e che fa di Genova il perno: proprio in questa città nel 1407 nacque uno dei primi istituti bancari al mondo, “la Casa delle compere e dei banchi di San Giorgio”.
Entrando il visitatore viene sorpreso da una distesa di pagine rosa, che non può evitare di calpestare, quelle de Il sole24 ore, che si stendono ai nostri piedi. Entra così letteralmente in un’opera d’arte che lo avvolge totalmente, dal soffitto su cui scorrono immagini alle pagine dell’economia su cui è obbligato a camminare, che ha un forte significato iconoclasta, ai quadri , sculture, video, che usano le monetine come media, pannelli con frasi molto incisive alle pareti. Tutto mira a sottolineare quello che manca sia in mostra sia nel quotidiano e cioè – i Veri Valori della Vita – illusi come siamo oggi di poterli sostituire dalla ricerca spasmodica del benessere materiale che rivela qui tutta la sua fragilità e precarietà. Genova é indubbiamente protagonista con la frase che ci accoglie all’ingresso “Se mai esiste una città diabolicamente capitalistica assai prima dell’età capitalistica europea e mondiale è proprio Genova, opulenta e sordida al tempo stesso… Questa straordinaria città divorante il mondo è la più grande avventura umana del secolo XVI. Genova sembra allora la città dei miracoli”. Fernand Braudel
Grazie all’ottima progettazione di Anna Daneri che l’ha concepita, possiamo seguire il messaggio “dell’adolescente” Claire Fontaine ( ha solo tredici anni ma ne dimostra ben di più). L’ atmosfera evocata è estremamente inclusiva e il suo concept si segue agevolmente grazie alle frasi alle pareti che si combinano e s’intrecciano tra loro e con le opere per raccontare la storia della finanza genovese, realizzata per questo in collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università di Genova.
Una bellissima mostra inusuale, dai contenuti molto filosofici, che fa riflettere. Il messaggio è una denuncia pesante ma ben recepibile grazie al linguaggio usato che pur mettendoci di fronte a tematiche forti riesce ad alimentare la speranza.
Ma vediamo un po’ più da vicino chi ė questa misteriosa Claire Fontaine. Vede la luce nel 2004 a Parigi questo collettivo di artisti che si dà il nome di una marca francese di quaderni. Lasciamo ai suoi componenti la parola.
“Claire Fontaine nasce come uno spazio condiviso cui si è deciso di dare il nome di una persona di nazionalità francese e di sesso femminile. Essere donna ed essere autoctona nel mondo dell’arte possono essere degli handicap e ci sembrava interessante partire da questa situazione. La decisione è stata proprio creare ed alimentare uno spazio di desoggettivazione, in cui le opere che prendevano forma non sarebbero state il risultato di una o più soggettività addizionate, perché altrimenti a quel punto avremmo potuto firmare con i nostri nomi, ma sarebbero state qualcosa che nessuno dei componenti di Claire Fontaine avrebbe creato se questo spazio non fosse esistito.”
Il loro primo scopo, grazie ad un lavoro paziente è quello di “disfare il legame pernicioso tra opera e biografia al tempo della società dello spettacolo estremo”.
Claire Fontaine si presenta da allora come “un artista ready-made” con un chiaro riferimento alla storia dell’arte del XX secolo.
“Insistere sul fatto che le nostre condizioni di sviluppo materiale e soggettivo sono quasi completamente standardizzate e la feticizzazione della originalità individuale è il velo pietoso che vorrebbe nascondere questo stato di cose… // … “ Oggi ciò che è davvero contemporaneo è il riciclaggio, la rielaborazione di elementi pre-esistenti. La cultura ha sempre funzionato così, l’idea dell’istruzione stessa si basa su un principio di assimilazione di contenuti vecchi per poi ottenere idee nuove. Oggi questo processo è più massificato e in un certo senso più democratico che in passato. L’arte rimane forse l’ultima roccaforte dell’idea del genio creatore e dell’assurda mitologia che la accompagna». Il percorso iniziato e che prosegue con grande determinazione è davvero degno di nota e mi riprometto di continuare a seguirli.
Il mio invito quindi a trovare il tempo di visitare questa mostra, attualissima e antica nei suoi significati, sicuramente rivoluzionaria, costruttiva e ricca di valori.
Durante la mostra sono previste inoltre visite guidate anche nel caveau della Banca d’Italia.
Prorogata fino al 19 maggio
Il collettivo Claire Fontaine è stato finalista nel 2013 del prestigioso Prix Marcel Duchamp, Claire Fontaine ha esposto in musei internazionali tra cui The Jewish Museum, New york, il Wattis Institute for Contemporary Art, San Francisco e Museion, Bolzano.
Orario: da martedì a venerdì 15-19; sabato e domenica 11-19; chiuso il lunedì