L’educazione sessuale proposta dal network Netflix

La televisione educativa è ormai un concetto superato. Non nella totalità dei casi, ma sicuramente i prodotti che passano in TV sono quasi sempre puro intrattenimento, senza porsi l’obiettivo nobile di tentare di far passare un messaggio, di lasciare un’impronta che faccia riflettere.
Così facendo quell’infinita serie di immagini che ci passa davanti agli occhi per arrivare al nostro cervello e i conseguenti dialoghi di un film, di una serie tv, di un talk show, di un qualsiasi tipo di programma (ma nessuno tocchi la famiglia Angela, né il padre e tanto meno il figlio), rimangono lì, sterili, distesi nelle nostre menti per poi venire velocemente cancellati e sostituiti da altre/altri senza fare nessuna fatica.
Poi succede che invece capiti il caso specifico, il prodotto televisivo che arriva quasi inaspettatamente e che sia capace di lasciare il segno: sulla piattaforma Netflix è approdato a fine gennaio una serie tv composta da 8 episodi, circa 50 minuti l’uno, dal titolo “Sex Education”. Subito scatta il pensiero comune: ecco, sarà la solita porcata sulla falsa riga dei romanzi di E.L.James, pieno di comportamenti stereotipati maschili e femminili che finisce solo per raccontare falsità che possono anche far svagare la mente, ma che appunto non insegnano un tubo di niente.
Invece, invece.. questa serie televisiva, prodotta dalla Eleven Film, distribuita da Netflix, nasce in Inghilterra e arriva in Italia quasi in concomitanza: narra le vicende di vita quotidiana di una madre e di suo figlio, ognuno preso dalle proprie routine e dai propri disagi. Perché la madre, interpretata da una straordinaria Gillian Anderson, è una terapista del sesso e il figlio, un adolescente alquanto strano quanto dotato di una intelligente sensibilità (che riporta sullo schermo un giovanissimo Asa Butterfield) vive la sua adolescenza, già ricca di traumi ormonali completamente incomprensibili, arricchita di molteplici discorsi legati ai problemi sessuali che presentano i pazienti della madre (che li riceve in casa loro) e che spesso finiscono nella sua stanza la mattina dopo, convinti di essere giunti al bagno.
Otis Milburn ha tutti i tratti di un ragazzo timido, dolce, incredibilmente imbranato all’atto quanto molto esperto dal punto di vista teorico: dopo aver ascoltato per anni i discorsi della terapista rivolti ai pazienti e aver letto o sfogliato i diversi manuali che la madre Jean ha sempre tenuto in casa, lui per primo ha cominciato a comprendere alcune fenomenologie legate al sesso, al rapporto di coppia, al rapporto con se stessi e all’autoerotismo.
Tanto che il suo migliore amico Eric cerca di spronarlo a scoprire il sesso e a sperimentarlo anche su se stesso, ma Otis ha una specie di blocco che però improvvisamente sembra quasi sbloccarsi nel momento in cui conosce Maeve Wiley, una ragazza della sua stessa scuola, scontrosa e bellissima, la tipica bad-girl che nasconde le sue fragilità per mostrarsi al mondo più sicura di quanto in realtà non sia davvero. Così Maeve e Otis per puro caso si conoscono e decidono di fondare una sorta di clinica del sesso all’interno della scuola, per tutti quegli adolescenti che hanno le prime difficoltà a relazionarsi con l’altro sesso o che manifestano evidenti disagi su cui nessuno pare poter far chiarezza.
Nessuno a 16 anni conosce determinate cose, determinati eventi legati alla propria fisicità, nonostante Internet rappresenti un potente mezzo di diffusione di conoscenza, ma che se mal usato può causare danni piuttosto grandi. Le ragazze forse dimostrano quel briciolo di maturità in più che i ragazzi non hanno, ma comunque se mal informate su determinati comportamenti sessuali, anche le femmine possono inciampare in errori che arrivano fino a delle gravidanze non desiderate.
La serie TV affronta questa tematica in maniera delicata, ma molto diretta, inserendo in mezzo ai dialoghi quel tipo di ironia alle volte quasi grottesca che però fa ridere il cuore e non ridicolizza più di tanto quello che si sta guardando in quel momento: una ragazza che crede di sapere cosa possa piacere al ragazzo fino a quando non scopre che cosa piace davvero a lei, perché incontra una persona che si preoccupa del fatto che il sesso tra loro due sia bello per entrambi.
Un ragazzo con un padre rigido, anaffettivo, privo di qualsiasi empatia solamente verso il suo unico figlio, che si è sempre comportato come il bullo della scuola incutendo timore a destra e a manca (soprattutto verso Eric), che scopre la sua omosessualità nel momento più inaspettato, lasciando venire a galla anche la tenerezza che ha sempre tenuto sopita.
Una schiera di adolescenti tutti particolari (ognuno con i suoi pregi e i suoi difetti), che oltre alle rogne della scuola (che sono sempre tante) imparano e fanno ricordare anche a noi la scoperta della sessualità, principalmente attraverso gli occhi blu di Otis e la sua naturale dolcezza.
Rebecca Cauda