Cesare Lombroso prende vita sullo schermo a Torino

Torino è sempre stata teatro di tradizioni sotto molteplici punti di vista: culinarie, paesaggistiche, architettoniche, letterarie, musicali. Inoltre il capoluogo piemontese è patria di molti personaggi che hanno contribuito a dare un volto alla storia italiana, di cui ancora oggi si sente l’eco e che mantengono intatta la loro importanza storica.
Uno di questi personaggi è senza dubbio Cesare Lombroso, il quale nacque a Verona, ma compì una parte considerevole dei suoi studi e della sua vita lavorativa in Piemonte. Proprio a Torino venne nominato ordinario di medicina legale presso il carcere della città, dove ebbe l’occasione di studiare i detenuti e i loro cadaveri per cercare di dare maggiore concretezza alle sue teorie sull’uomo delinquente.
Le sue teorie si basavano principalmente sull’idea del “criminale per nascita”, secondo la quale un soggetto a seconda di alcune anomalie fisiche o tratti particolari era più incline a diventare un soggetto deviato e dai comportamenti socialmente inaccettabili. Anche se alcune sue teorie furono poi negli anni fortemente smentite, ad oggi lo considera ancora il padre della moderna criminologia nel senso più esteso del termine.
Tanto che presso l’università di Torino è attivo dal 1876 il Museo di antropologia criminale “Cesare Lombroso” da lui stesso fondato e che ancora oggi attira moltissimi visitatori, stranieri e non solo, che sono attratti inevitabilmente (come spesso accade) da quello che devia dalla vita normale e regolare: un museo in cui sono esposti crani, resti scheletrici umani, cervelli, corpi di reato per compiere i più efferati omicidi.
Dunque perché non provare a raccontare la storia di un personaggio così enigmatico e pieno di idee rivoluzionarie come Cesare Lombroso anche al cinema? Il regista Stefano Milla (suoi i lungometraggi “Shan” e “Claang: The Game”) deve avere avuto proprio questo tipo di pensiero, in quando ha deciso di portare sugli schermi la vita di questo studioso, girando il film tra Torino e gli Stati Uniti. Come passare dalla zuppa al pan bagnato? Non per forza, in quanto le ambientazioni possono cambiare e ricrearsi in diverse città, ma quello che conta in un biopic come questo è la corretta rappresentazione di un uomo le cui idee vennero rigettate dalla scienza molte volte e che venne criticato per i suoi studi.
La pellicola si svolgerà su due periodi temporali diversi, proprio per sottolineare e illustrare l’evoluzione che questo pensatore ebbe nel corso della sua vita: gli spettatori assisteranno infatti alle atmosfere gotiche e “oscure” dell’Ottocento in Italia fortemente contrapposte alla modernità odierna di Los Angeles, dove non è più forse il pensiero a dominare la vita delle persone, quanto la tecnologia. L’elemento in comune tra questi due periodi sta nel fatto che i criminali c’erano trecento anni fa e continuano ad esserci ancora oggi, tristi ponti di collegamento tra le varie epoche.
Il regista ha optato per delle location davvero suggestive: una buona parte delle riprese avverrà infatti dentro la palazzina di caccia di Stupinigi e nel salone centrale del palazzo, zone che sono state mappate utilizzando una tecnologia 3D. Le immagini di Torino faranno dunque da sfondo principale alle riprese, che si svolgeranno per circa due settimane nel capoluogo piemontese, con un cast di attori italiani e americani (anche se ancora segrete le date e i nomi dei protagonisti).
La mente torbida di un omicida o di un serial killer affascina da secoli ormai le menti di studiosi, medici, filosofi, criminologi. Affascina proprio perché deviata rispetto alle menti umane “normali”, per sapere che cosa e in che misura quel qualcosa ha agito per portare quel soggetto ad agire violentemente, tanto da portarlo ad uccidere la moglie, i figli, un amico, un genitore. Cesare Lombroso fu il primo ad avvicinarsi a questi studi, con i pochi mezzi e strumenti che l’Ottocento offriva; ma nonostante questo ottenne risultati importanti, che ancora oggi rappresentano le basi da cui parte la moderna criminologia.
Un film che sicuramente sarà in grado di rendere giustizia ad un personaggio, la cui vita fu costellata dal raggiungimento di obbiettivi (anche se non sempre riconosciuti), incorniciata nella colline torinesi.
Rebecca Cauda