Johannesburg a Genova

Nelson Mandela ha scritto indubbiamente un importante capitolo della storia del Novecento. Il centenario della sua nascita è l’occasione per ricordarne la statura con un’importante mostra a Genova: Da Monet a Bacon Capolavori della Johannesburg Art Gallery.
L’affascinante spazio del sottoporticato di Palazzo Ducale accoglie una sessantina di opere della collezione invitando il visitatore a percorrere passo passo, ma tutto d’un fiato, oltre un secolo di storia dell’arte a livello internazionale, dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento.
L’Ottocento lasciato alle spalle l’Illuminismo, appare un secolo un po’ triste, ma per fortuna lontano dalla ferocia del Novecento, con una Regina Vittoria dalle mille virtù ma sicuramente legata ad un’austerità eccessiva, tanto da far nascondere sotto ricchi drappeggi persino le gambe delle sedie e dei tavoli, considerate da lei scandalose, Napoleone e la restaurazione in Francia, i moti rivoluzionari in Italia e la caduta degli stati preunitari patrimoni di cultura ultramillenaria, l’ascesa dei Savoia, Francesco Giuseppe che con Vittoria hanno regnato per più di 50 anni, ormai icone immortali nell’immaginario collettivo, l’assassinio di Sissi… ma questo spirito non sembra affatto rispecchiarsi, anzi contrasta con l’immagine vivace delle opere esposte, ulteriormente esaltate nella loro essenza dal contrasto creato con le pareti grigie di pietra a spacco. Tutte le opere provengono dalla Johannesburg Art Gallery, aperta ai primi del Novecento, nel 1910 per l’esattezza, per dotare la Città di un museo d’arte, un biglietto da visita eccezionale così da catalizzare l’attenzione e introdurre il Sud Africa nel “salotto buono” della politica internazionale. Fu l’affascinante Lady Florence Phillips, moglie del magnate dell’industria mineraria Sir Lionel Phillips, a persuadere il marito e alcuni magnati dell’industria a investire nel progetto. Già alla sua apertura, il museo si presenò con una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, che si arricchirà poi costantemente grazie a nuove acquisizioni e donazioni.
La collezione vanta pezzi notevoli ad iniziare dal Turner che apre l’esposizione genovese, per poi proseguire con due lavori di due tra i più importanti preraffaelliti: John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti che qui vanta il magnifico Regina Cordium. L’excursus nell’Ottocento continua con Corot e Courbet, poi Degas che partecipò a tutte le mostre realizzate da “rivoluzionario” movimento degli Impressionisti, e che qui è affiancato da Sisley e Monet.
Tra i primi, Renoir che fece scuola traducendo la realtà da lui percepita lavorando sugli effetti della luce che fa vivere il colore, e che a sua volta di questo vive. Bramavano dipingere il loro sentire, dare forma al proprio pensiero in maniera assolutamente soggettiva, ovvero basandosi esclusivamente sull’impressione per sua natura fuggevolissima e irripetibile suscitata nei loro sensi. Questa visione totalizzante del mondo, a immagine del proprio pensiero, fece scuola e il grande Cézanne, così come gli altri pittori vissuti durante gli ultimi decenni dell’Ottocento, all’inizio della sua carriera non esitò a far riferimento al messaggio impressionista che in seguito disattese. Allievo di Camille Pissarro, si affrancò presto dagli impressionisti, dando vita ad una ricerca che sviluppò in autonomia: eliminò il nero, l’ocra e il terra di Siena dalla sua tavolozza e rinunciò alla linea di contorno.
«Esiste una sola maestra: la Natura …»
Così Cezanne, Signac, Bonnard e Vuillard e Gaugain che fa storia a sè, contestano la generazione precedente, e anticipano ormai il Novecento che si presenta qui con un “biglietto da visita” irresistibile, Matisse e Picasso e dopo simili alfieri con un notevole salto temporale ci troviamo tra Bacon e Moore Lichenstein e Wharol e che è presente con il trittico dedicato a Joseph Beuys. Scorrono veloci questi cento e più anni sotto i nostri occhi. La mostra curata da Simona Bartolena insieme alla Johannesburg Art Gallery dedica infine un’attenzione particolare all’arte sudafricana, aprendoci un panorama inaspettato e molto attraente per noi che siamo curiosi, con artisti dotati di una forte personalità e sicuramente sorprendenti: Laubser Maud Summer Selby Mvusi. George Pemba, che ovviamente affrontano il tema dell’apartheid.
Da martedì a domenica, ore 10-19. Lunedì chiuso
La biglietteria chiude alle ore 18