Artissima. 25 anni di arte contemporanea

Un pubblico folto, puntuale e preparato ha affollato ça va sans dire il vernissage di Artissima che doppia quest’anno la boa dei 25 anni. “Il tempo”, il tema scelto per l’importante anniversario, sottende il compito che Torino si diede fin dalla prima edizione, porsi cioè come forte riferimento per l’arte contemporanea cercando di formare un’identità culturale in grado di contendere un primato a livello internazionale. Non solo tutta Torino credette allora nel progetto, ma anche la Regione tutta e oggi sono innumerevoli le manifestazioni su tutto il territorio.
Sta per aprire con Hito Steyerl, e poi con la celebrazione del cinquantenario di “ArtePovera più Azioni Povere” Rivoli che per certi versi, aprì la strada ad Artissima, a cui si aggiunse in anni relativamente recenti Venaria con la potenza del suo fascino endogeno, il Pav-Parco Arte Vivente, da poco Fossano con l’Opera Omnia su Leonardo e sempre Leonardo protagonista del mistero del cavallo d’oro nascosto da Ludovico il Moro nel Castello di una Novara preda allora dei francesi. Queste e tante altre appunto sono ormai tutte sedi fulgide di mostre importantissime, i cui responsabili continuano a cimentarsi nella nobile gara di raggiungere mete sempre più ambiziose.
Alla luce di tutto ciò a maggior ragione torno su uno dei temi che considero fondamentali, l’importanza dell’insegnamento della storia dell’arte in tutte le scuole di ogni ordine e grado perché la cultura non “solo” migliora la qualità della vita ma è anche motore di economia. L’Artissima di Ilaria Bonacossa proveniente dalla direzione di Villa Croce a Genova, ne fornisce un aspetto dal momento che come fiera è meta di un pubblico numeroso fatto di collezionisti, addetti ai lavori e appassionati in genere. Arte come economia non si esaurisce certo solo con la filiera rapporto artisti gallerie collezionisti, ma con le realtà imprenditoriali che riprendono modulandolo diversamente il rapporto Arte/Impresa. In Fiera infatti il talk di Francesco Casoli, pluripremiato per la sua attenzione a questa tematica, a cui fu dedicato anche l’ARTOUR-O d’Argento 2012 proprio per aver fatto dell’arte sistema di vita e di lavoro come ha dimostrato con Elica appunto, l’azienda di famigli leader nel mondo delle cappe aspiranti.
Il programma di Artissima è quindi molto fitto. Quattro giorni tra appuntamenti consolidati come Back to the Future, Present Future, Walkie Talkies o Meeting Point o l’importante ed Ypsilon St’Art Tour tra Lancia e Arteco, oltre al percorso in questi 25 anni che intercettano i contenuti delle gallerie che, italiane e straniere offrono un ricco parterre.
Lia Rumma con l’impareggiabile Kentridge, o Tega con rari Consagra, Mazzoleni con l’installazione della “promessa ormai mantenuta” David Reimondo, Pink Summer presente fin dalla prima edizione che quest’anno ad Hangar, uno spazio esterno rivisitato dal collettivo di architetti Baukuh, presenta tutti gli artisti della galleria, inoltre Sprovieri Frittelli De’ Foscherari Loom gallery. L’Arte Povera che ha avuto in Piemonte la sua genesi, ha comunque lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario e il libro che ha scritto continua ad essere arricchito da nuovi capitoli, la cui pregnante storia fa continuamente capolino ad Artissima.
Un’attenzione particolare credo meriti ancora la galleria Unimediamodern con Maria Rebecca Ballestra incisiva e toccante artista “paladina del pianeta”, che ci sorprende nella sua inedita veste di gallerista. Presenta una monografica di Geoffrey Hendricks, scomparso recentemente. Artista di Fluxus fin dagli anni sessanta, era particolarmente attratto anche dal tema del cielo: “More than one hundred skyes”, eterei e infiniti, emergono regolari e poetici da lastre di ardesia incredibilmente sottili. Un concerto di contrasti, come la vita.
Artissima è all’OVAL
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