SalTO 2018_Un Salone fa-vo-lo-so!

Ci sono quei piccoli piaceri che ognuno di noi coltiva, che tiene in vita secondo le proprie tempistiche, che possono avere libero sfogo in occasione di una manifestazione, una conferenza, un’esposizione, un salone. Eventi che vengono organizzati con un certo anticipo di solito e dunque per chi li aspetta, li segue nella loro gestione, tramite i social network, le notizie che man mano si aggiornano, gli ospiti presenti, il costo del biglietto, la piantina eventualmente per non perdersi e via così, fino all’arrivo della data fatidica.
Per gli amanti della lettura (e non solo), l’attesa del Salone del Libro è essa stessa il Salone: la prima conferenza che svela il titolo e il semi programma, la seconda che rivela il programma per intero e gli ospiti vari ed infine l’arrivo dell’inizio con la prima giornata. La tradizione va rispettata, si comincia di giovedì e si termina di lunedì, con l’idea classica che nel week end ci sarà da picchiarsi per riuscire ad entrare e dare un’occhiata agli stand.
Questo poco importa agli appassionati, che quest’anno al Salone del Libro di Torino hanno fatto code sotto il sole (salvo poi scoprire che all’ingresso vicino ai parcheggi c’era decisamente meno coda), sotto il diluvio universale, fatto controlli a borse e zaini senza pietà (sequestrati un numero infinito di deodoranti spray e mannaggia a loro, che dentro il Salone si suda) e liberati come scimmie allo zoo all’ingresso.
L’afflusso a questo Salone è stato tale che i guadagni superano di parecchio quelli dello scorso anno ed è capitata una faccenda del tutto particolare: sabato pomeriggio le biglietterie si sono ritrovate costrette a chiudere i battenti per circa un’ora perché all’interno della struttura si era raggiunta la quantità massima di persone.
Numeri e persone a parte, il Salone di quest’anno ha avuto i suoi padiglioni ben organizzati, con l’aggiunta del Padiglione 4: una costola inserita al fondo dove sono stati allestiti gli stand di alcuni tra i piccoli editori che spesso dimostrano di avere una qualità ben superiore rispetto alle più grosse case editrici e un bellissimo Caffè Letterario, teatro di incontri con autori e scrittori, come quello avvenuto domenica pomeriggio con la scrittrice esordiente Ilaria Tuti, autrice del libro “Fiori sopra l’inferno” (ed. Longanesi).
Crescendo si impara anche a distinguere il valore di un certo romanzo rispetto ad un altro: se per me che amo leggere e tendenzialmente di tutto, i libri Adelphi rappresentano quel miraggio lontano lontano che adoro, ma temo terribilmente di non essere in grado di comprendere completamente (a meno che non ci sia qualcuno seduto a fianco a me che me li spiega), allo stand della Mimesis Edizioni ho trovato un elenco ricchissimo di saggi sulle serie tv, sul cinema, sulla musica, sul fenomeno mediatico del binge watching e tanti altri ancora.
Alcuni stand inoltre presentavano alcuni sconti fiera interessanti, come quello Odoya (dove trovare alcuni interessanti manuali come “Guida alla letteratura Horror / esoterica / fantastica etc…) dove veniva applicato lo scontro del 20% su un manuale e del 30% con l’acquisto di due.
Feltrinelli che propone la sua offerta “2 libri a 9,90” come da calendario, inserendoci però alcuni titoli interessanti come Saviano, Allende, Hornby, Austen, Baricco, Camilleri, De Luca e molti altri, che hanno attirato l’attenzione anche degli alunni di alcuni licei in visita che non si sono buttati subito sugli Young Adult (Udite! Udite!), ma che con fare incuriosito leggevano le trame per approfittare dello sconto.
Tante, tante case editrici: una mega libreria internazionale, dove poter camminare tra migliaia di titoli, più o meno interessanti che fossero.
Quest’anno si è registrato dunque un enorme successo, benché le criticità siano comunque ancora molte: un prezzo intero del biglietto che non dà accesso a nessuno sconto nell’acquisto dei libri, a meno che non sia la stessa casa editrice a proporlo, un caldo ingestibile soprattutto nel week end dove in certe zone l’aria faticava proprio a passare, i piccoli editori relegati in un padiglione diverso come se avessero bisogno di essere ulteriormente isolati (cosa nociva e del tutto inutile).
Nel compenso, tantissimi gli interventi interessanti, dagli incontri con gli autori, gli sceneggiatori, gli editori, i giornalisti e conferenze che spaziano tra i diversi argomenti che popolano il mondo del Libro.
Per una torinese come me, il Salone del Libro è e rimarrà per sempre uno di quegli appuntamenti imperdibili perché rappresentano “la casa” dei miei sogni.
Rebecca Cauda
