È dimostrato: ricordiamo meglio le informazioni false, anche se sappiamo che lo sono
Le informazioni false influenzano il nostro giudizio e la nostra memoria.
Questo è il risultato di uno studio condotto da ricercatori della Libera Università di Bruxelles (ULB). Il “notizie false” o le informazioni erronee, vengono quindi integrate nella nostra mente e prese in considerazione al momento di stabilire delle conclusioni.
Lo studio è stato condotto da Olivier Klein, direttore del Centro di Psicologia Sociale e interculturale dell’ULB, Myrto Pantazi lo stesso Centro e Mikhail Kissine del Centro di ricerca linguistica e analisi del discorso. I risultati dello studio sono stati pubblicati in un comunicato il 23 aprile scorso.
UNO STUDIO PER TESTARE COSA SI CREDE
I ricercatori hanno sviluppato un test che mirava a studiare la convinzione dell’essere umano. Lo studio è stato condotto su un ampio campione di studenti che dovevano giudicare un personaggio di nome Étienne, che aveva commesso un crimine. Per aiutarli a pronunciare la loro sentenza, i partecipanti avevano ricevuto due tipi di informazioni: da una parte, le informazioni reali con voce di un uomo, dall’altra, informazioni errate comunicate da una voce femminile (o inverso, secondo i partecipanti). Gli studenti erano stati avvisati sin dall’inizio dello studio.
LE INFORMAZIONI FALSE INFLUENZANO IL GIUDIZIO
Ad alcuni partecipanti erano state date alcune informazioni false che era aggravanti nel caso di Etienne, e agli altri false informazioni attenuanti. Se le informazioni false non avessero influenzato il giudizio degli intervistati, entrambi i gruppi avrebbero dovuto dare lo stesso giudizio.
Ma le persone che hanno sentito false informazioni aggravanti sono stati fortemente influenzati nel loro giudizio, sebbene a conoscenza che le informazioni erano inesatte. La sentenza dei partecipanti è stata quindi generalmente più pesante rispetto al verdetto annunciato da coloro che avevano ascoltato dichiarazioni false attenuanti. In media, i primi hanno condannato Etienne a una pena di 5 anni, mentre i secondi a 3,65 anni di libertà vigilata.
Inoltre, le informazioni false hanno un impatto anche sulla nostra memoria: in effetti, i partecipanti hanno ricordato in media il 27% delle false affermazioni come vere e solo il 7% le informazioni vere come false.
CONTROLLARE LE FONTI
In un’intervista, Mikhail Kissine spiega che questo studio ci ricorda che prestare attenzione richiede uno sforzo: “Non è un automatismo, dobbiamo pensare all’informazione che integriamo”. Per determinare se l’informazione è vera o falsa, l’insegnante di linguistica consiglia di verificare nostre fonti, di controllare da dove provengono le informazioni e di accertare lo stato delle pubblicazioni. Ad esempio, le informazioni trovate su un blog non hanno lo stesso valore di un articolo pubblicato in una rivista scientifica soggetto a criteri di verifica molto impegnativi.