OGGI I FUNERALI DI MELANIA, ma le indagini continuano: nuovi risvolti dalle trame oscure

di Andrea Marasea
Stamattina la salma di Melania Rea ha lasciato l’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo per tornare in Campania.
Dovrebbe essere il momento del dolore e del raccoglimento, ma non si respira solo questo clima a Somma Vesuviana.
La presenza del marito Salvatore Parolisi, che non è iscritto nel registro degli indagati ma è sospettato di coinvolgimenti dell’omicidio, rende tutto più surreale. Una fiaccolata organizzata dagli amici accompagnerà oggi alle 15, nella chiesa di Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana, i funerali di Melania.
Anche una delegazione del 235/o Rgt Piceno sarà presente capeggiata dal comandante Ciro Annicchiarico e il vice comandante del Reggimento con molti colleghi di Parolisi, che attualmente sta in licenza G..M.F..
Anche il Comune di Folignano sarà presente in veste ufficiale dove risiedeva la coppia con la bambina. Ci saranno anche alcuni amici della coppia fra i quali, probabilmente, la guardia carceraria Raffaele Paciolla che inizialmente partecipò alle ricerche chiamato a colle San Marco proprio da Parolisi sua moglie e l’amica Sonia.
tra i familiari della giovane vittima, probabilmente siederà Salvatore, il vedovo non indagato testimone e parte offesa, ma invitato ininterrottamente a difendersi dal sospetto di aver avuto un movente nella tragica vicenda.
Intanto i carabinieri di Ascoli, comandati dal colonnello Alessandro Patrizio, continuano ad ascoltare in alcuni casi per la seconda volta varie persone. «Abbiamo fatto passi avanti – commenta il colonnello Patrizio – e ogni volta che mettiamo un punto è un punto che ci avvicina alla verità». Nulla trapela sull’oggetto e sulla natura delle audizioni, ricercando non solo tempistiche, comunicazioni o altro, soprattutto su messaggi veicolati degli interessati da questa storia. Ieri un testimone, Savino Lolli, ha comunicato al Tg3 di aver visto il 18 aprile a Colle San Marco alle ore 16,00 circa, mentre Melania era già data per dispersa, una pattuglia di carabinieri a bordo di un Fuoristrada il testimone ha addirittura ipotizzato che Parolisi, non poteva non aver incontrato la pattuglia, come mai non la fermò?
Per far luce effettivamente in modo efficace efficiente è necessario decidere finalmente la competenza territoriale fra le procure di Ascoli e Teramo. Fino ad adesso si è congetturato che Melania fosse stata rapita da un conoscente, per poi essere condotta forzatamente nel bosco del Teramano, quindi uccisa.
Di qui ne deriva la competenza dei magistrati di Ascoli, territorio in cui si è manifestato il reato.Nel caso in cui si stabilisca invece che Melania che si sia recata coattivamente o no al Bosco delle Casermette, l’inchiesta passerebbe alla Procura di Teramo.
Tale questione, però, squisitamente procedurale, non preoccupa molto gli inquirenti ascolani, le indagini proseguono ogni giorno con elementi utili .
Parolisi continua a proclamarsi innocente, e fino a prova contraria lo è. Combinazione, però, il caporal maggiore del 235º Reggimento Piceno ha fatto sospettare di sé, come se sapesse qualcosa di più di quello che dice sulla morte di Melania. La procura di Ascoli continua ad indagare sul racconto di Parolisi circa la scomparsa di Melania.
I tabulati telefonici , l’analisi delle celle tenterà di fornire una risposta alla domanda: la donna è davvero stata a Colle San Marco di Ascoli nel primo pomeriggio del 18 aprile insieme a Salvatore e alla figlia Vittoria, come asserisce il marito? c’è mai arrivata? Gli inquirenti, per adesso non possiedono un accertamento tecnico faccia risultare lla posizione di Melania. se così fosse, si concretizzerebbe la menzogna ,con gravi immediate conseguenze a carico del caporal maggiore.
Icarabinieri del Ros conducono tali accertamenti tecnici, molto attesi dai magistrati.
L’ultimo esame autoptico effettuato venerdì scorso a Teramo sul corpo di Melania ha confermato quanto già emerso precedentemente. Melania è stata uccisa nel primo pomeriggio del 18 aprile nel bosco delle Casermette, dove è stata rinvenuta due giorni dopo (quindi, a breve la competenza territoriale sul caso tornerà a Teramo).
Sarebbe morta dopo una colluttazione breve senza essere stata tramortita dall’assassino. Le coltellate sono state inferte post mortem, un grossolano tentativo di depistaggio, a poche ore di distanza dall’uccisione.
Come dire che l’assassino, se è tornato sul luogo del delitto, lo ha fatto nel pomeriggio del 18.00
Ore in cui in cerca della donna ci stavano solo Salvatore Parolisi in compagnia dell’amico amico Raffaele Paciolla.
Solo in serata, infatti, è stato dato l’allarme ai carabinieri. È teoricamente possibile, anche se non verosimile l’ipotesi che l’assassino abbia tolto le batterie dal cellulare di Melania dopo l’uccisione avvenuta alle 19 del 18 aprile, ora in cui il cellulare diede segnale spento,
Molte domande ancora non trovano risposta: ma adesso l’attenzione degli inquirenti è focalizzata sui motivi della presenza di Melania a Colle San Marco.
Aggiorneremo presto i nostri lettori con notizie fresche.