Rene all’asta su Facebook per salvare il figlio
“Se avessimo potuto tentare di avere un figlio nel nostro Paese con le garanzie che fino al 2004 vi erano per l’eterologa non saremmo così disperati”, questa una frase contenuta nella lettera inviata da due genitori italiani a Mario Monti.
I due neo-genitori si erano dovuti rivolgere al centro di fecondazione assistita Clinica Matera Fertility Crete (Creta) in quanto in Italia, come scritto nella lettera, dal 2004 non è possibile a causa di quanto è disciplinato dalla legge 40 che regola proprio le norme della fecondazione assistita.
Il bambino, nato grazie alla donazione anonima dell’ovulo è nato con una rara malattia, la neurofibromatosi, malattia mortale e di origine genetica che gli è stata trasmessa proprio dall’anonima e molto probabilmente inconsapevole donatrice dell’ovulo. In Italia invece la fecondazione assistita è permessa solo e omologa, ovvero con ovuli e gameti provenienti dalla coppia, quindi se uno dei due partner è sterile sorge l’impossibilità di giungere ad una fecondazione. Sono molte le coppie che per questo motivo vanno ad effettuare queste operazioni all’estero, il fenomeno è in atto da anni ed ha preso il nome di “turismo procreativo”. Spesso però i controlli clinici non sono adeguati e si rischia di andare incontro a situazioni drammatiche come questa.
Una volta scoperta della malattia del neonato i due genitori italiani hanno cercato in tutti i modi di trovare una soluzione, una cura adeguata, assentandosi spesso da lavoro. Oggi sono disoccupati, entrambi, e per cercare di trovare un po’ di liquidità la madre del piccolo ha deciso di lanciare un asta molto particolare su Facebook: vendere il proprio rene per curare le spese mediche del figlio.
In Italia, lo ricordiamo, la vendita dei propri organi è illegale, ma ciò rappresenta un modo per attirare l’opinione pubblica sull’interrogativo posto dai due genitori che non hanno chiesto (nella lettera inviata a Monti) aiuti economici ma che venga eliminato il divieto di fecondazione eterologa in Italia.
Enrico Ferdinandi
6 maggio 2012