‘ndrangheta: Il processo “Crimine” mostra il nuovo volto dell’organizzazione

90 condanne e 34 assoluzioni è stato questo l’esito del maxi processo «Il Crimine» svoltosi con rito ordinario nel tribunale di Reggio Calabria.
Un processo clamoroso, con numeri da record: 118 imputati alla sbarra, 568 anni di reclusione in tutto e oltre 1.600 anni di carcere imposti dalla Direzione distrettuale antimafia.
Un procedimento importante, non solo dal punto di vista degli arresti e delle condanne, ma soprattutto perché ha avuto il merito, grazie all’inchiesta che l’ha preceduto, di svelare il nuovo volto della ‘ndrangeta.
Un organizzazione unitaria, senza più cosche e piccoli clan, strutturata su base territoriale e fortemente radicata, costruita come una vera e propria azienda, con vari livelli e una serie di organismi di vertice che prendono e ratificano le decisioni più importanti
Non solo, la nuova ‘ndrangheta, più forte che mai, conterebbe una base operativa addirittura in ogni continente. Il nucleo centrale però, il cuore pulsante dell’organizzazione, rimane sempre in provincia di Reggio Calabria.
Sarebbe Domenico Oppedisano il nuovo capo del crimine. L’80enne è secondo gli investigatori il nuovo capo dei capi, quello che gli ‘ndranghetisti hanno definito “ il custode delle regole”.
A lui sono toccati ben 10 anni di carcere, pochi, visto che il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri ne aveva chiesti 20.
Condannati anche numerosi gregari e piccoli boss. La pena maggiore a Giuseppe Commisso, 65enne detto “u maistru”, ad Antonino Pesce, 6 anni di carcere, Rocco Lamari 8, Cosimo Giuseppe Leuzzi, 8 anni , Giovanni Alampi 8 anni, mentre Carmelo Costa, 7 anni.
Più di venti le assoluzioni fra le persone che il 13 Luglio 2011 erano state arrestate nell’ambito di una maxi operazione fra Reggio e Milano, all’epoca ne finirono in manette più di 300 con l’accusa di associazione mafiosa.
Grazie all’inchiesta e al processo è stato possibile ricostruire la nuova struttura della ‘ndragheta e portare alla luce dettagli sinora sconosciuti.
Per la sua importanza, il procedimento di Reggio può essere paragonato allo storico maxiprocesso celebrato 25 anni fa in Sicilia al termine delle indagini di Giovanni Falcone.
Valentina Vanzini
9 marzo 2012