Basilicata: 16 mln di ore di cassa integrazione nel 2012

Dati preoccupanti sulla situazione occupazionale della Basilicata sono stati diffusi in giornata dalla segreteria provinciale Cgil di Potenza: “Nel periodo che va da gennaio a dicembre 2012 – si legge nella nota – in Basilicata le ore di cassa integrazione (Cigo, Cigs, Cigd) sono aumentate di 5.360.655, attestandosi su un valore totale di 16.928.588, con una crescita del 46,34%, la più alta in Italia. Complessivamente, nell’anno appena trascorso i lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione sono stati 16.125 e le giornate lavorative in cassa integrazione sono state oltre 2 milioni e 116 mila”.
“L’aumento delle ore di cassa integrazione nella nostra regione conferma che lo stato di crisi industriale per decine e decine di aziende non si avvia a soluzione ma che, al contrario, è in atto un vero e proprio processo di deindustrializzazione della base produttiva”.
Una situazione la cui gravità può essere percepita in maniera ancor più netta se si considera che la Basilicata si fregia del record negativo del tasso di disoccupazione giovanile più alto d’Italia. In particolare, l’indice di disoccupazione giovanile in Italia si attesta al 37,1%, mentre in Basilicata, già a fine 2011, l’Istat ha registrato un tasso di disoccupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni pari al 41,8% in provincia di Matera e al 38,2% in provincia di Potenza.
Il consigliere regionale Nicola Benedetto ha sottolineato come “l’occupazione giovanile è oggi la prima priorità del Consiglio regionale e il Piano pluriennale del Lavoro, obiettivo della Giunta regionale, ribadito in occasione della conferenza stampa di inizio anno, che sarà consegnato dal Presidente della Regione alle parti sociali e al partenariato, è uno strumento fondamentale per dare tutte le risposte che si possono dare ai giovani, in attesa del Piano nazionale per il lavoro che spetta al nuovo Parlamento e al nuovo Governo. Uno strumento che necessita dello sforzo corale di istituzioni locali, forze sociali ed imprenditoriali”.
“Stupisce – conclude il consigliere regionale – il tentativo di difesa del ministro Fornero, che non vuole ammettere l’evidenza e parla di forze e tendenze di lungo periodo, continuando a difendere la sua riforma del lavoro che, invece di contrastare la precarietà, soprattutto per giovani e donne, l’ha aumentata”.
Giuseppe Ferrara
14 gennaio 2013