La Basilicata esiste: non ignoratela anche ora!

«La Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi». Così recitava Rocco Papaleo in Basilicata coast to coast, il film che nel 2010 onorava le tradizioni e i paesaggi lucani attraverso un viaggio alternativo, una commedia che voleva rompere il silenzio riservato ad una regione da sempre ignorata dal resto dell’Italia. Papaleo trattava con ironia un tema, in realtà, molto delicato, che è quello dell’assoluta disattenzione ad una regione ricca di risorse, abitata da persone “normali”, uguali a tutti gli altri cittadini italiani.
La Basilicata esiste e, con essa, esistono anche i lucani. Lo sapevate? Ebbene sì, proprio tra la punta e il tacco dello stivale italiano, nel più profondo del Sud, risiede un luogo incontaminato, abitato da umani, gente che nasce, cresce e muore: i lucani, che no, non sono abitanti di Lucca, né di Lugano. Lucani perché natii in Lucania, sinonimo di Basilicata. Esistono e popolano l’Italia, si sforzano di diffondere le tradizioni della propria regione in giro per il mondo, a volte ottenendo dei risultati abbastanza soddisfacenti, tante altre restando tristemente nell’anonimato. Ma perché questa regione viene ignorata? Verrebbe spontaneo associare questa “problematica” alla mancanza di risorse, di attrazioni turistiche. Ed invece così non è: la Lucania vanta un amplissimo bagaglio di storia e cultura, con città del calibro di Matera, Lagopesole o Melfi. Quanti hanno visitato i Sassi del capoluogo di provincia lucano ne sono senza dubbi rimasti profondamente affascinati e hanno portato nel proprio cuore l’immagine di quelle piccole e graziose abitazioni simbolo di una civiltà contadina, a sua volta emblema della società lucana. Inoltre, non tutti conoscono i dati sulla ricchezza del sottosuolo di questa regione: nelle zone di confine tra le attuali provincie di Potenza e Matera si trova il più grande giacimento petrolifero dell’Europa continentale( escludendo la Russia). Il territorio lucano è anche ricco di risorse idriche superficiali e sotterranee, ed è inoltre contraddistinto dalla presenza di un’importante sistema di infrastrutture idriche per l’accumulo ed il vettoriamento delle acque. Paesaggi paradisiaci, bellezze incontaminate, bontà culinarie da far venire l’acquolina in bocca solo a guardarle, tradizioni antichissime rimaste ancora intatte: sono queste le principali qualità di una regione italiana che da sempre risiede nel dimenticatoio.
Ma perché non se ne sente mai parlare (se non dai lucani stessi)? Eppure, in un’era in cui l’informazione telematica agevola la diffusione dei più nascosti, ma virtuosi e degni di nota, talenti o luoghi inesplorati, la Lucania e il suo popolo restano sempre lì, all’angolino, in attesa di essere riscoperti, prima o poi. Realtà o utopia? Impossibile certamente non è, ma senza dubbi un mezzo semplice ed efficace, in grado di facilitare la propagazione del nome lucano, è il giornalismo on-line. Centinaia di articoli sul web, di notizie al giorno invadono i nostri profili virtuali, i social network che ormai fanno parte della quotidianità di tutti noi e sostituiscono i vecchi cartacei per la grande svolta del giornalismo e della diffusione del sapere. Ma nonostante ciò, la Basilicata continua a restare indietro. L’ennesima dimostrazione in questi giorni: nelle ultime ore la “Natura Malvagia” si sta ribellando e in tutto il territorio lucano si sta vivendo una situazione catastrofica. Precipitazioni paurose, intense, su tutto il comprensorio jonico hanno determinato criticità e chiusure di scuole, di qualsiasi attività commerciale e della maggior parte di tratti di strada percorribili. Crolli e frane, sottopassi, campi, scantinati, case e negozi allagati. Interi paesi sommersi dall’acqua, enormi terreni oramai invalicabili, centinaia di persone impaurite chiuse in casa per l’allerta maltempo, che prevede ancora alluvioni disastrose. In preda al panico su Facebook qualche lucano lancia un appello umanitario: «Qualcuno aiuti la Basilicata, qualcuno ci aiuti, veniteci a salvare». Ma c’è qualcuno che li ascolta? Si legge in giro qualche notizia sulla Lucania, almeno ora, se non dai quotidiani locali? La risposta è NO e non se ne trova il motivo.
Nelle vesti di giornalista lucana, adottata dalla città meneghina “per forze di causa maggiore”, oggi mi chiedo: perché i miei colleghi non parlano neanche adesso della mia regione? Come si fa ad ignorare una tale situazione? Che schemi segue la cronaca italiana? Ricordatevi: LA BASILICATA ESISTE. Non potete ignorarci per sempre.
di Sonia Carrera
2 dicembre 2013