Verso l’abbandono della strategia “zero Covid”: un’occasione per gli espatriati

E se, a poco a poco, il mondo tornasse a quello che era prima della pandemia, con controlli alle frontiere più leggeri e la possibilità di emigrare e viaggiare in tutto il mondo? Come ricorda la CNBC, anche le nazioni più restie ad aprirsi al mondo dall’arrivo del Covid-19 stanno lentamente cominciando ad accettare l’idea di convivere con il virus. Ciò che prefigura un ritorno al “mondo di prima” per gli espatriati.
Il sito economico statunitense racconta come l’Australia e poi la Nuova Zelanda abbiano fatto un significativo passo avanti nelle ultime settimane. I due paesi dell’Oceania erano conosciuti dall’inizio della pandemia per la loro strategia zero Covid. L’idea era semplice: chiudere quasi completamente i suoi confini e confinare, testare e imporre quarantene molto rigide al minimo caso rilevato.
Tuttavia all’inizio di settembre, l’Australia ha spiegato che si stava allontanando da questa strategia dopo aver realizzato che non poteva più contenere la diffusione del virus, nonostante diverse settimane di reclusione a Melbourne. La variante Delta è notoriamente più contagiosa del ceppo originale, zero Covid ora sembra quasi impossibile da raggiungere e le autorità australiane ora intendono “imparare a convivere” con il virus.
Stesso discorso senza differenze per la Nuova Zelanda: il primo ministro Jacinda Ardern ha confidato ai primi di ottobre di non essere più in grado di debellare il Covid sull’arcipelago. Si affida, come molti paesi occidentali del resto, al vaccino per contenere la pandemia e limitare le forme gravi.
È chiaro che i lunghi periodi di reclusione non hanno permesso di arrivare a zero casi. L’eliminazione del virus era importante perché non avevamo vaccini. Ora che ce l’abbiamo, possiamo iniziare a cambiare il modo in cui facciamo le cose”.
Per Lawrence Young, epidemiologo intervistato dalla Cnbc, questi cambiamenti di dottrina non sorprendono perché, con la variante Delta, «la strategia zero Covid non è più praticabile». Per lui, sarà sempre più difficile per alcuni paesi voler controllare tutti i casi mentre iniziano tutti a riaprire, a rischio di perdere economicamente in un mondo globalizzato e iperconnesso.
Alcuni paesi asiatici, in testa Cina, Hong Kong e Taiwan, continuano a scommettere su questa strategia. Ma secondo l’Economist Intelligence Unit (EIU), società di consulenza e analisi che fa capo al gruppo di stampa The Economist, la strategia zero Covid e quindi i severissimi controlli alle frontiere potrebbero essere revocati lì all’inizio del 2022, una volta raggiunto il tasso di vaccinazione sufficientemente alto.
Tuttavia, osserva l’EIU, le politiche che saranno adottate dai paesi che hanno attuato una strategia zero Covid rischiano di rimanere molto più rigorose di quelle dei paesi europei e nordamericani.
Questo approccio dovrebbe mirare al “basso Covid”, utilizzando come modello ciò che potrebbe essere stato implementato in Giappone o in Corea del Sud”.
Fonte: CNBC