Stanotte ho sognato che in Italia i soldi si sprecavano meglio
Quando si parla di politica, di economia, del fisco, della corruzione, della criminalità organizzata e di come far funzionare meglio le prime tre cose, oppure di come e con quali strumenti combattere le ultime due esce fuori di tutto e tutti hanno da dire, appunto, di tutto. Tutti con le loro idee, i loro pensieri e le loro formule.
Quando però tiri fuori i dati da fonti ufficiali, li organizzi e ne discuti alcuni tasselli non possono e non devono, a sommesso avviso di chi scrive, prestarsi o essere prestati a controproducenti e talvolta pericolosi soggettivismi. Solo che i dati dovrebbero essere se non veri quanto meno supportati da stime attendibili.
Bene, i dati ci dicono ad esempio che il costo stimato annuo della corruzione in Italia è pari a 60 miliardi di euro. Come fatto notare già da alcuni, e non da poco tempo, questa stima appare alquanto fantasiosa e infondata. Si tratterebbe, infatti, del 50% della corruzione totale stimata nell’intera Unione Europea a dell’8,5% della corruzione stimata globale. Assurdo.
Tuttavia questo dato ballerino non nega, ma rafforza oltre l’immaginabile quello che, seppure non conosciamo, può essere il dato che si avvicina al vero che confermerebbe, c’è da scommetterci, un elevato costo dell’annoso fenomeno in Italia. Si tratta, comunque di tanti ma tanti denari. Il PIl italiano di un intero anno è pari a circa 1600 miliardi di euro. Se tutta la corruzione, mai davvero stimata, venisse spazzata via in un sol balzo e si convertisse tutta in ricchezza prodotta assisteremmo in un solo anno ad un aumento del Pil nella misura del 4-5%. Mica male, un simile aumento su base annua precedente non lo vediamo dal +4,19% del 1988. Un altro 1% invece lo potremmo recuperare (anche qui se il dato fosse attendibile e non avesse connessione alcuna col precedente) dal costo stimato che produce la criminalità organizzata che sembrerebbe essere pari a 16 miliardi di euro. L’1% del Pil appunto.
Eppure stanotte ho sognato che in Italia i soldi si sprecavano meglio. La discrasia tra il pensato, l’argomentato, il parlato e il proposto ha infatti raggiunto livelli mai toccati in precedenza. Se corruzione e criminalità organizzata ci costano così tanto non bastano, nonostante occorrano, norme più dure. Ci vuole altro. Ci vuole spending review. Non quella dei tagli lineari, un po’ sommari e talvolta rimessi alla fortuna più cieca. Spending Review vuol dire revisione della spesa non taglio della spesa. Vado al punto.
Bisogna potenziare i controlli ex ante, in itinere ed ex post su tutto il fronte degli appalti, delle concessioni a imprese e cittadini di benefici economici e non. Senza strozzare le imprese, senza strozzare i cittadini con una infinita burocrazia che ha concorso all’esasperazione degli animi. Servono presidi, occhi critici, occhi di chi conosce la Legge ed applica anche il buon senso che non si sa perché ma più si sale nelle istituzioni, da politici, o nelle pubbliche amministrazioni, da funzionari o dirigenti le persone sembrano perdere appannaggio del concetto di adempimento in tutte le pessime forme che esso prende. Ma per fare questo occorrono tre cose:
- Competenze. Perché per fare davvero quanto argomentato serve gente capace, colta, sveglia ed anche ingegnosa. Non si tratta di fare, appunto, verifiche sul corretto svolgimento delle procedure. No, servono profili, e servono giovani con la loro specializzazione ma anche con la capacità di avere visione ampia per capire che quell’affidamento diretto di poche migliaia di euro cela altro oppure che semplicemente è la cosa migliore che si possa fare;
- Onestà. Già. E come la misuriamo? Intanto prendiamo i fiori giovani, e pertanto meno contaminati, e mettiamoli con altri giovani nelle istituzioni più importanti e diamogli forza propositiva. Da dentro invece prendiamo chi si è sempre distinto, e per fortuna ce ne sono. Faremo alcuni errori ma nell’insieme staremmo creando un buon esercito;
- Soldi. Per fare questo servono soldi. Servono i concorsi pubblici, serve il potenziamento dell’Autorità Nazionale AntiCorruzione sul territorio. Serve il potenziamento, e anche un po’ di ridefinizione puntuale dei compiti, delle forze di polizia economica e finanziaria. Servono giovani magistrati contabili nella Corte dei Conti. Servono giovani valorosi e preparati dentro le altre Autorità Indipendenti. Serve nuova linfa in tutta la pubblica amministrazione dove servono gli “stagisti”, ma di 19-20 anni, per i lavori di base, fossero anche le fotocopie, e giovani funzionari per la dirigenza che verrà. La fascia di persone, e tante ce ne sono senza che gli venga data la possibilità di esplodere positivamente, che va dai 24 ai 35 anni circa.
Ma come (potrebbero argomentare i critici e gli scettici)? Abbiamo un debito pubblico esasperato, le finanze pubbliche costrette a vincoli e parametri comunitari. Come facciamo? O ancora, chi vede in queste affermazioni un eccesso di buonismo o di ottimismo potrebbe argomentare che si tratterebbe solo di nuova spesa pubblica senza effetti alcuni con un ulteriore peggioramento dei nostri saldi di finanza pubblica e nessun effetto sui due mali cronici del nostro amato Paese.
No, non credo andrebbe così. Un’altra cosa, invece, credo sia possibile. Il nuovo corso proposto potrebbe, nella peggiore delle ipotesi, non farci recuperare un euro in assoluto ma potrebbe spostarne tantissimi di euro. Pensate, ad esempio, se ogni euro perso a causa della corruzione venisse dato, anche interamente per assurdo, a chi, grazie alla sua preparazione ed alla sua onestà, ha evitato che alimentasse l’illegalità. Le finanze pubbliche, e neanche è propriamente così ma non mi dilungo, non ne beneficerebbero ma quei danari finirebbero nelle tasche di chi prima non aveva lavoro, di chi li reinvestirebbe nel circuito della legalità: per consumare, per investire o per risparmiare alimentando comunque il sistema economico e contribuendo nel medio-lungo periodo alla sua crescita. Vedete, così i soldi non li recuperiamo nel breve. Ma li sprechiamo meglio. E sprecando, giorno dopo giorno, si costruirebbe un tesoro inimmaginabile per il futuro. Quello delle generazioni che verranno.
E seppure avessi convinto più di qualcuno resta aperto un interrogativo: come facciamo ad evitare che le nuove persone da inserire nella PA non vengano selezionate sulla base di criteri “grigi”? Semplice, con i controlli, incrociati, preventivi, in itinere ed ex post. Fatti tutti e subito e senza alimentare la piaga dei ricorsi, degli accessi agli atti e via discorrendo. E’ impossibile? Sì, è impossibile perché manca la volontà. Che arrivi, insieme con la Pasqua.
Dedico questo pezzo a tanti giovani. Ora mi vengono in mente:
- Quella mia ex studentessa di 25 anni che è bravissima nel campo della moda dove ha fatto due stage in case famosissime e che non riesce a trovare un posto di lavoro perché si sente dire “sei troppo giovane” o perché sono tutti in “regime di solidarietà”;
- Quel ragazzo di 21 anni, che a seguito di un incidente ha un braccio paralizzato ma ha una produttività cinque volte superiore anche a quelli della sua età e che un giorno vorrei vedere impegnato per il bene di questo paese;
- Quel ragazzo di 19 anni che non vuole fare l’università perché non vede una prospettiva visto che il fratello, laureatosi con 110 e lode dopo 4 anni continua a passare da un determinato all’altro tramite le agenzie interinali.
A voi il pezzo, per voi il mio impegno.
di Sandro Brunelli
5 aprile 2015