DEFLA(gra)ZIONE SOCIALE
Oggi vi racconto la storia di Francesco, un padre di famiglia con moglie e due figli. Iniziamo con i fatti che accaddero nel 2006…Francesco due anni prima (2004) chiese a Claudia di sposarlo, ella accettò e decisero di comprare casa da un costruttore in un bel quartiere residenziale alle porte di Roma. € 320.000 su carta (era ancora in corso di costruzione). I due presero un mutuo trentennale per circa € 250.000. Francesco lavorava e lavora tuttora per una bottega artigianale di scarpe di buona qualità che all’epoca godeva di un buon fatturato e di un aumento progressivo delle sue quote di mercato su base regionale. Claudia, invece lavorava per una piccola azienda di servizi come segretaria.Nel 2006, appunto, i due convolarono a nozze e fecero l’ingresso nella loro dimora. Dopo sei mesi Claudia rimase incinta di Alice che nacque alla fine de 2007. Claudia prese i canonici 5 mesi di congedo parentale, Claudio decise di non usufruirne cosi da sfruttare l’occasione di fare straordinari ed arrotondare visto l’allargamento della famiglia. Nel frattempo dall’altra parte dell’oceano atlantico vocaboli come#mutui, #lehmanbrothers, #subprime #financialcrisis cominciavano a girare come schegge impazzite dall’alta finanza fino alla media borghesia. Erano stati fortunati Francesco e Claudia: nel giro di un paio d’anni la crisi TUTTA (apparentemente) finanziaria colpì anche l’Europa e l’Italia, con un aumento inverosimile dei tassi di interesse (gli spread) applicati dalla banche ai prestiti a famiglie e imprese. Eh si perché le banche si vede che avevano finanziato chi non dovevano prima e ora dovevano tutti pagarne il conto (meritevoli di nuovi finanziamenti e non…poi dicono che non è importante trovarsi al posto giusto nel momento giusto). E quindi? quindi loro per fortuna avevano preso un mutuo a tasso fisso e le condizioni non cambiarono. Cambiava però l’ambiente intorno a loro. Grosse ombre si agitavano sull’Italia e sull’Europa.
Francesco e Claudia sentivano spesso parlare al tg di riduzione della crescita, aumento del debito, riduzione degli investimenti…i prezzi invece, seppure moderatamente continuavano ad aumentare…tant’è che Francesco più di una volta esclamò “porca miseria, l’unica cosa che dovrebbe ridursi per farci stare meglio continua ad aumentare.” Povero Francesco, non poteva immaginare, non poteva. Così, nel 2010 Claudia rimase di nuovo incinta e diede alla luce Roberto. Prese di nuovo la sua aspettativa di 5 mesi, la prese anche Francesco (c’era un po’ di crisi della domanda di scarpe nella regione quindi neanche a dire che potesse fare gli straordinari come tre anni prima). Brutta sorpresa per Claudia al rientro a lavoro: la società di servizi dopo un anno e mezzo continuo di perdite venne messa dai suoi 2 proprietari in liquidazione. E Claudia perse il lavoro. Fece così domanda per l’indennità di disoccupazione che le fu giustamente concessa ma che rappresentava il 60% di quel che prendeva quando lavorava. Quindi 40% in meno di stipendio per Claudia, Francesco senza straordinari e 2 figli piccolissimi da tirar su. Ah già , arrivò presto il 2012…Alice cominciava l’asilo! Nel frattempo al tg si sentiva parlare di crisi nera: spread alle stelle, debito pubblico alle stelle, pil alle stalle, investimenti più giù delle stalle, in cambusa! Inflazione…pochina ma ancora c’era. Ah già! si sentiva anche dire “è colpa dell’euro! se ogni paese potesse fare come gli pare con i suoi problemi tipo svalutare la sua moneta o stamparne di nuova questi problemi non esisterebbero oppure sarebbero risolti in un battito di ciglia!!!” Francesco e Claudia erano, giustamente, un po’ perplessi, non sapevano chi ascoltare, non sapevano interpretare e cominciavano a temere per la sicurezza economica propria e dei loro due bambini. Ma forse, si dicevano, forse, lo Stato in qualche modo ci aiuterà! Stimolando gli investimenti, aiutando le famiglie, oppure riducendo la tassazione! Ma al telegiornale, era già il 2013 si sentivano interventi di signori saputelli e benpensanti che suonavano più o meno cosi: “il debito è alle stelle, bisogna ridurre la spesa e le tasse per ora non si possono abbassare.
Se i cittadini aiutano lo Stato oggi, questo si risanerà e potrà aiutare loro domani.” Fu lì che, seppure in modo poco consapevole, Francesco e Claudia iniziarono a capire che c’era qualcosa che non andava e all’unisono pensavano e affermavano “ma come aiutiamo noi lo Stato se uno è senza lavoro e l’altro non può guadagnare di più…qua nessuno aiuta nessuno!”. “Oh, a mali estremi, estremi rimedi” si dissero…”e se vendessimo casa per acquistarne una più piccola? staremmo un po più sacrificati ma anche più tranquilli!”…Acquistata 7 anni prima per € 320.000 euro (senza considerare i costi per l’arredamento) decisero di farla valutare ad un’agenzia immobiliare. Un tizio fece rilievi e visure e fece ai due “bella casa, ok, mettiamola in vendita…direi di tenerci larghi e apporre un prezzo di partenza, da cui togliere poi un 3% di intermediazione, di € 270.000!”. Quindi, 7 anni dopo valeva, con tutto il mobilio, 50.000 euro in meno di quanto Francesco e Claudia, con tanto sudore (e con un mutuo ancora davanti per 23 anni), la avevano pagata. I due a quel punto non solo decisero di non vendere “il mercato immobiliare dovrà riprendersi!” ma impararono a proprie spese che la diminuzione dei prezzi di un’attività può non essere affatto una cosa piacevole e soprattutto non positiva per l’economia. “Vabbè clà, continua a cercare lavoro, qualcosa salterà fuori, intanto ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti!”. Così Claudia quanto poteva faceva pulizie in nero, si rinunciava alla solita pizzetta mensile, vacanza dell’estate 2013 di una sola settimana anzichè due. – E TIRA A CAMPA’ – diceva quello. Ben presto finì il 2013 senza prospettive di ripresa ma con una piccola buona notizia: dal maggio dell’anno successivo Francesco avrebbe avuto quasi 80 euro in più in busta paga relativi alla riduzione del cuneo fiscale. Cuneo? fiscale? Francesco non capiva bene ma fece a Claudia “Bè dai, meglio di niente, in questo clima di austerità fanno comodo…sai che faremo? tanto sono pochi…li utilizziamo come CUSCINETTO PER GLI IMPREVISTI!”.
E siamo quasi ai giorni nostri..inizia il 2014, Claudia continua a barcamenarsi come può ed è anche il momento per Roberto di andare all’asilo. Una sera Francesco torna triste a casa e Claudia preoccupata gli fece “caro cosa accade?”…e Francesco “nulla di troppo grave, ma la crisi di domanda ha portato l’azienda a ridurre in media il prezzo delle nostre scarpe del 5%…se non ci sarà inversione di tendenza si dovrà procedere ad una rinegoziazione anche della nostra paga oraria se vogliamo mantenere il lavoro, oppure ci sarà cassa integrazione parziale.” Era giugno 2014…i due dovevano continuare a sperare bene per il loro futuro e per quello dei loro figli. Intanto una cosa la avevano imparata: che se scende il prezzo dei beni di consumo, molto presto scendono anche i prezzi di ciò che gli permette di acquistarli quei beni.” Non è DEFLAZIONE è DEFLA(gra)ZIONE SOCIALE. Che storiella banale eh…eppure come mai nessuno è fattivamente intervenuto visto il precipitare degli eventi? Di Francesco e Claudia con i loro due bambini c’è un paese intero…riuscirà qualcuno ad evitare una serie di brutti finali? (non necessariamente drammaticissimi…prima di quelli si passa per la povertà, poi per la non autosufficienza…e poi…ma non ci arriveremo…VERO?).
di Sandro Brunelli
29 agosto 2014