“Dichiarazione dei Diritti in Internet”: ecco la prima bozza
Sono passati quasi tre mesi da quando, lo scorso 28 Luglio, la Presidente della Camera Laura Boldrini istituì la Commissione per i diritti e i doveri in Internet, allo scopo di trattare in maniera appropriata la regolamentazione di uno strumento totalmente nuovo e differente rispetto ai tradizionali media.
Esperimento che non solo rappresentava una novità nello scenario parlamentare italiano, ma si inseriva nella scia di simili lavori iniziati nel resto del Continente: *la “Speaker’s Commission on Digital Democracy” inglese, la “Ausschuss Digitale Agenda” tedesca, la “Commission de réflexion sur le droit et les libertés à l’âge du numérique” francese ma soprattutto la “Guide to Human Rights for Internet Users”* pubblicata dal Consiglio d’Europa lo scorso Aprile sono tutti esempi di una dinamica legislativa sovranazionale, e non a caso l’occasione in cui è stato reso noto il primo documento prodotto, redatto in tre lingue oltre all’italiano, è stata la Riunione dei Presidenti delle Commissioni dei Paesi Europei e del Parlamento Europe competenti in materia di diritti fondamentali.
Il materiale pubblicato sul sito della Camera il 13 Ottobre è una bozza, ma i 14 punti in cui si articola gettano le basi per un lavoro che la consultazione pubblica -disponibile online dal 24 Ottobre- e le successive modificazioni sapranno sicuramente migliorare ed integrare. Quali sono dunque gli elementi da analizzare (contenuti sul sito http://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/upload_file/upload_files/000/000/187/dichiarazione_dei_diritti_internet_pubblicata.pdf)?
Se nei primi sei articoli si fa riferimento ai diritti fondamentali sanciti dalla Carta Europea e dalle altre Costituzioni Nazionali e alle dirette conseguenze -modalità con cui l’intervento pubblico deve limitare le differenze di accesso tra diverse categorie sociali, tutela della privacy, eliminazione dell’uso discriminatorio dei dati trasmessi e ricevuti- nei successivi tre la bozza si defila del generico e parla di diritto all’identità, all’anonimato e all’oblio: questioni centrali in tempi recenti, dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea relativa all’oblio nei motori di ricerca.
Il punto 11 (“Diritti E Garanzie Delle Persone Sulle Piattaforme”), un po’ più tecnico, è un chiaro cenno a quei servizi digitali –social network, software- che spesso forniscono condizioni d’uso agli utenti senza possibilità di conoscenza di modifiche o di discussione di singole parti, mentre il 12 e il 13 rientrano nell’ottica di considerare Internet uno strumento educativo, tale che venga sì tutelata la libertà di espressione, ma anche evitata l’imposizione violenta delle proprie idee senza rispetto altrui.
L’ultimo elemento (“Criteri Per Il Governo Della Rete”), è invece all’insegna del principio di sussidiarietà –giuridico, territoriale, tecnologico- che rende cardine l’importanza di leggi e norme condivise a livello sovranazionale, alle quali le varie governance multilivello devono adeguarsi e provvedere.
Seppur difettando di temi come la proprietà intellettuale dei documenti online, il mancato accenno al lavoro digitale e altro ancora, appare chiara una cosa: la strada per la sempre maggiore integrazione Europea passa anche dalla Rete.
Gianluca Pezzano
16 ottobre 2014
* info:
Speaker’s Commission on Digital Democracy = http://www.parliament.uk/business/commons/the-speaker/speakers-commission-on-digital-democracy/
Ausschuss Digitale Agenda = http://www.bundestag.de/bundestag/ausschuesse18/a23
Commission de réflexion sur le droit et les libertés à l’âge du numérique = http://www2.assemblee-nationale.fr/14/commissions/numerique
Guide to Human Rights for Internet Users = http://www.coe.int/web/internet-users-rights/home