L’Ucraina chiede aiuti all’Ue. Tajani: “No alle armi per attaccare la Russia”
Mentre le forze armate di Kyiv stanno conducendo una grande offensiva nell’oblast di Kursk – rivendicando la conquista di più di mille chilometri quadrati di territorio russo – nella regione russa di Belgorod è stato dichiarato lo stato di emergenza.
In un clima di totale instabilità, con Putin che, comunque, nonostante le difficoltà, non sembra cedere, l’Ucraina è tornata a chiedere all’Ue – e, quindi, anche all’Italia – il permesso di utilizzare i missili ricevuti da Roma per attaccare direttamente il territorio russo.
“Noi abbiamo una Costituzione che all’articolo 11 parla molto chiaramente: l’Italia ripudia la guerra, noi non possiamo fornire armi per attaccare la Russia in territorio russo. Un conto è usare le armi nel territorio occupato, nel Donbass, ma nel territorio russo non si possono utilizzare perché noi non siamo in guerra con la Russia”, ha detto a Mattino Cinque il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.
“Una cosa è difendere l’Ucraina da un’invasione illegittima, perché la Russia ha violato il diritto internazionale, un’altra è dire ‘siamo in guerra con la Russia, lanciamo missili e usiamo armi per colpire il territorio russo” ha concluso il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo al convegno nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria in corso a Rapallo, ha aggiunto che “ogni Stato ha le sue leggi, la sua Costituzione. L’applicazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione ci impone dei caveat rispetto all’utilizzo delle armi che diamo all’Ucraina: devono essere necessariamente usate per la difesa dell’Ucraina, che significa anche colpire i russi in Ucraina, ma non possono essere utilizzate nel territorio di un altro Paese. È la mia opinione, condivisa dalla premier e dal ministro Tajani, perché parliamo di cose senza precedenti nella nostra storia”.
Oltre a queste affermazioni, però, il silenzio circa una presa di posizione sull’invio di un nuovo pacchetto di aiuti e armi all’Ucraina non è passato inosservato, soprattutto adesso, dopo l’attacco di Kursk.
Zelensky ha mosso un’altra pedina per ottenere vantaggio competitivo in una futura sede negoziale.
Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, Mosca starebbe anche ritirando alcune delle sue forze militari dall’Ucraina per rispondere all’offensiva delle truppe di Kiev in territorio russo. L’Ue vacilla e non sembra prendere una posizione univoca.