Marte: Due brevetti italiani per colonizzare il pianeta rosso

di Enrico Ferdinandi
Fin da tempi remoti fra le varie ambizioni degli uomini c’è quella di colonizzare le terre ancora “vergini” per esprimere il proprio potere, per saziare la sete della scoperta, la curiosità e la cupidigia. Naturalmente, anche se di naturale forse c’è ben poco, ai giorni nostri sul nostro caro (tanto caro quanto maltrattato) pianeta ormai non c’è un granché da colonizzare, la soluzione? Visto che la scoperta di una nuova America è pari allo zero e che le scoperte scientifiche ce lo permettono la nuova America è l’Universo intero. A cominciare da Marte. Per la gioia dei fan di Guerre Stellari e Star Trek, si cominciano anche ad ipotizzare le prime missioni e a “cautelare” il diritto di “colonizzazione” con alcuni brevetti made in Italy.
Una volta tanto quindi nel bel stivale arriva un prodotto non contraffatto, lasciando da parte la facile ironia che serve solo a sdrammatizzare dalle vicissitudini che ci ritroviamo a vivere sulla Terra, va detto che l’idea è stata partorita in quel di Cagliari, dove alcuni chimici dell’universita’ e del Centro di ricerca del Parco tecnologico della Sardegna (CRS4) hanno sviluppato un sistema in grado di mettere nelle condizioni un umano, con i giusti equipaggiamenti di “crearsi” da solo le sostanze necessarie alla sopravvivenza, ovvero acqua, ossigeno, fertilizzanti, propellente, e perfino piante commestibili. E pensare che fino a qualche mese fa’ in Italia si ci interrogava sulla privatizzazione dell’acqua, a Cagliari addirittura la possono fabbricare per Marte. Ma il lavoro degli ingegneri sardi non finisce qui, sono anche riusciti a creare un sistema in grado di far costruire agli stessi astronauti mattoni con i quali costruirsi da soli i propri rifugi, le proprie “case spaziali” dove potersi riparare dalle temperature freddissime del pianeta rosso e dal costante bombardamento di raggi cosmici. Queste scoperte quest’oggi sono state trasformate in brevetti e potrebbero esser già usati a partire dalle prossime spedizioni. Giacomo Cao il coordinatore delle ricerche, del progetto COSMIC (finanziate dall’Agenzia Spaziale Italiana, ASI) ha affermato che ciò è importante per il: “Procedimento di fabbricazione di elementi per strutture abitative e/o industriali sul suolo lunare, marziano e/o di asteroide. L’idea e’ quella di sfruttare il suolo lunare e marziano per costruire delle strutture abitative o industriali; dal suolo lunare e’ possibile estrarre una sostanza chiamata ILMENITE (un ossido misto di ferro e titanio) utile a realizzare i manufatti per le strutture in questione”. Cao ha poi spiegato che secondo lui: “L’umanita’ sara’ sempre piu’ spinta a trovare nuovi spazi fuori dalla Terra per ricercare su pianeti vicini, come Luna, Marte e asteroidi, punti di appoggio e soluzioni di sopravvivenza per la futura colonizzazione di queste nuove dimore per l’uomo. La ricerca si sta muovendo in questa direzione, noi abbiamo gia’ messo a punto nuove tecnologie per affrontare questa sfida e oggi ne abbiamo depositato i brevetti”.
Molti di voi avranno notato un tono sarcastico sotto il quale si nascondeva una sottile polemica. Polemica che non è affatto contro le scoperte degli ingegneri, ma contro la superbia banale dell’uomo. Non siamo stati in grado di mettere a posto le cose sul nostro di pianeta, ogni giorno centinaia di guerre uccidono altrettante centinaia di esseri umani, abbiamo colonizzato e non siamo stati in grado di rispettare i territori che ci venivano “offerti”. La banalità dell’uomo sta proprio in questa superbia della conquista, la convinzione che tutto ci sia dovuto, voi credete forse che allargando il campo d’azione, le azioni degli esseri umani possano cambiare? Prima bisognerebbe fermarci, rieducarci, cosa non affatto facile e che ci sta spingendo sempre più nel tugurio della perdizione morale ed etica, poi forse potremmo pensare di colonizzare, ma prima dovremmo imparare che colonizzare fa rima con rispettare, rispettare la terra, gli esseri viventi, ed ogni cosa che anima l’universo. Una famosa canzone diceva: “Tutto l’universo obbedisce all’amore”, forse Battiato si sbagliava, qui sembra che “Tutto l’universo obbedisce alla speculazione”.
P.S. “Che la guerra stellare abbia inizio!”