L’Europa in difesa del Baltico: gli attacchi dei droni russi

Oggi, a Copenhagen, il centro della discussione sono stati i sistemi di difesa in Ucraina. Nella capitale scandinava si è tenuto il vertice Ue informale, in quest’occasione il governo danese ha fatto richiesta di garanzie a fronte di un evento allarmante: le invasioni di droni nel paese. In cima ai sospetti c’è la minaccia russa.
Cos’è accaduto in Danimarca?
La scorsa settimana ci sono state diverse segnalazioni delle autorità danesi in merito ad avvistamenti di droni in zone degne di preoccupazioni. Aeroporti civili, una base militare. Questo ha comportato una serie di disagi nel paese, gli aeroporti sono stati chiusi temporaneamente cancellando i viaggi di decine di migliaia di persone.
La Danimarca non è il primo stato a venir minacciato dalla presenza di droni in questo periodo. Sono avvenute incursioni sopra ai cieli della Polonia e della Romania, invece lo spazio aereo estone è stato invaso da jet da combattimento. In tutti e tre i casi, la Russia è stata l’artefice delle operazioni, nonostante le negazioni del Cremlino. Mette Frederiksen, il primo ministro danese, ha commentato: “Possiamo almeno concludere che c’è principalmente un paese che rappresenta una minaccia per la sicurezza dell’Europa, ovvero la Russia”.
La Danimarca avrà un suo spazio nella Baltic Sentry
“Baltic Sentry” è una missione lanciata a gennaio reazionaria a una serie di incidenti che hanno danneggiato cavi elettrici, collegamenti di telecomunicazione e gasdotti sul fondale del Mar Baltico. A questa si aggiunge ora la missione “Eastern Sentry”, appena lanciata a fronte degli eventi in Danimarca, che mira a rafforzare le difese sul fianco orientale dell’Europa in seguito alle incursioni dei droni russi. Inoltre, secondo l’Associated Press, la Germania ha annunciato che, su richiesta della Danimarca, disporrà sistemi anti-piccoli velivoli senza pilota per rilevare i droni utilizzando tecnologie radar, ottiche e acustiche.
Anche la Francia corre in sostegno delle comunità baltiche. Hanno dispiegato in Danimarca una task force temporanea composta da 35 uomini, un elicottero Fennec e strutture ant-drone per eventuali prossimi attacchi. Nello stesso giorno, le forze militari ucraine si è recato in territorio danese in aiuto del partner europeo.
Il caso Pushpa
Una nave russa è sospettata di essere la rampa di lancio degli insoliti voli di droni: è la petroliera “Pushpa” o anche conosciuta come Boracay. A largo di Saint-Nazaire, il personale militare francese è salito a bordo, arrestando il capitano della nave e il suo primo ufficiale. Il personale della nave si è rifiutato di collaborare e “non è riuscito a giustificare la nazionalità della nave”. Le congetture hanno portato all’apertura di un’indagine.
Il 20 settembre, la Boracay è salpata da Primorsk, nei pressi di San Pietroburgo, portava 750.000 barili di petrolio greggio verso Vadinar, India. Durante il viaggio, la petroliera si trovava vicina alle coste della Danimarca nei giorni degli attacchi, il 22 e il 25 settembre. Gli esperti navali la ritengono come una delle poche navi legate alla Russia che potrebbero essere state coinvolte negli incidenti con i droni. Domenica è stata intercettata dai servizi francesi.
Il nome originale della nave è proprio Pushpa, ma ha avuto in diverse occasioni identità differenti. Nell’ultimo caso aveva una bandiera del Benin ed era battezzata “Boracay”, quando nell’ottobre 2024 si chiamava “Varuna” e il Regno Unito aveva dichiarato che fosse coinvolta nel trasporto di petrolio o prodotti petroliferi provenienti dalla Russia verso un paese terzo”.
La vicende baltiche sono la riprova che la Russia non limita la sua pressione al fronte ucraino, ma cerca di far vacillare anche l’equilibrio gli Stati Europei e NATO. Il fronte orientale non è più soltanto un corridoio a favore di Mosca, bensì sta dentro lo spazio europeo.