La nuova politica estera del governo provvisorio del Bangladesh, una svolta forse non rinegoziabile

Dalla cacciata e conseguente esilio dell’ex Primo Ministro Sheikh Hasina, avvenuta nell’agosto del 2024, il Bangladesh vive un’aspra lotta di potere tra i diversi gruppi politici che si contendono l’influenza del mutato panorama politico del Paese. Con le elezioni fissate per febbraio 2026, le manovre stanno raggiungendo il loro apice.
Panorama politico
Il governo ad interim guidato dal premio Nobel Muhammad Yunus ha adottato una politica di esplicita esclusione del Partito di Hasina, l’Awami League, dalla corsa elettorale, anche se questo ordine potrebbe essere revocato se il Partito dimostrasse di soddisfare determinati criteri. Di conseguenza, l’ex Partito di opposizione Bangladesh Nationalist Party, precedentemente bandito da Hasina, non solo è tornato ad essere un attore attivo nella politica interna, ma potrebbe essere il favorito nella vittoria delle prossime elezioni.
Il Partito Jamaat-e-islami, anch’esso messo fuori legge sotto Hasina, ma oggi idoneo a presentarsi alle elezioni, sta anch’esso rimontando nei consensi, facendolo diventare il gruppo islamista più grande e meglio organizzato del Bangladesh, con una sempre maggiore influenza politica.
Da parte sua, Yunus ha già detto che si farà da parte dopo le elezioni.
La spaccatura con l’India
In mezzo alle manovre per la pole position politica a Dacca, il governo ad interim di Yunus ha stravolto la politica politica estera del Bangladesh, con modalità che difficilmente potranno essere annullate dal vincitore delle elezioni. Yunus ha allontanato il Paese dall’India, il principale partner strategico di Dacca sotto Hasina, rafforzando al contempo i legami con la Cina e il Pakistan. Queste mosse hanno generato attriti con Nuova Delhi e Washington, ci vorrà quindi una mano ferma dopo le elezioni per garantire che il Bangladesh tragga sufficiente beneficio da questo riorientamento della sua politica estera.
I legami del Bangladesh con l’India hanno subito un duro colpo lo scorso anno, quando Hasina è fuggita a Nuova Delhi dopo una violenta rivolta studentesca che l’ha costretta a lasciare il potere. Attualmente vive in un complesso governativo sicuro, ma il governo di Yunus ha chiesto la sua estradizione per far sì che affronti le accuse di corruzione e crimini contro l’umanità, compresa l’accusa di aver dato l’ordine di brutale repressione dei manifestanti che ha causato la morte di mille persone.
L’India si è rifiutata di rimandare a casa Hasina, e Dacca sta ora perseguendo la notifica dell’Interpol Red Flag per il suo arresto. Altre fonti di tensione includono l’uccisione di civili da parte delle forze di sicurezza di frontiera indiane lungo in confine con il Bangladesh, così come le espulsioni di musulmani di etnia bengalese dagli Stati orientali dell’India. Infine, ci sono persistenti attriti commerciali, principalmente a causa degli elevati dazi indiani.
Su tutte queste questioni, il BNP è allineato con il governo ad interim. Da parte sua, Nuova Delhi ha accusato Dacca di creare e fomentare un’atmosfera di insicurezza per le minoranze Indù che vivono in Bangladesh, che sono state talvolta attaccate e uccise, presumibilmente da membri del Jamaat-e-Islami e dei suoi gruppi affiliati.
Amicizia con la Cina
Con l’indebolimento dei legami con l’India, Yunus ha coltivato relazioni più cordiali con la Cina.
A marzo, ha fatto una storica visita a Pechino per incontrare il Presidente cinese Xi Jinping.
In contrasto con il regime di Hasina, che ha affrontato periodicamente la Cina in aiuto dell’India, Yunus ha ribadito più volte che “è molto importante vedere la Cina come un buon amico”.
All’inizio di quest’anno i due Paesi hanno firmato diversi accordi, tra cui un investimento cinese di 2,1 miliardi di dollari per la modernizzazione dei porti del Bangladesh e un’offerta unilaterale cinese per zero dazi e contingentamenti sulle esportazioni del Bangladesh fino al 2028.
Allo stesso tempo, la Cina ha stabilito un dialogo trilaterale con Bangladesh e Pakistan che allinea i tre Paesi in netta opposizione con l’India. Il Bangladesh sotto Hasina era già il secondo più grande importatore di armi cinesi, se Dacca ora vede Nuova Delhi come una minaccia, Pechino probabilmente coglierà l’occasione per rafforzare ulteriormente i suoi legami con il Bangladesh nel campo della sicurezza. La Cina ha anche intelligentemente tessuto rapporti cordiali con tutte le parti coinvolte nelle prossime elezioni in Bangladesh, dal governo ad interim al BNP fino al Jamaat-e-Islami, assicurando che manterrà legami cordiali e produttivi indipendentemente da chi vincerà.
Il Pakistan
Yunus e il suo governo stanno anche ripristinando i legami molto tirati del Bangladesh con il Pakistan, che ha massacrato milioni di musulmani bengalesi nel 1971 in quello che allora era noto come Pakistan orientale. Quelle uccisioni, oggi ampiamente riconosciute come genocidio, hanno spinto l’intervento dell’India e hanno scatenato la guerra che ha portato al l’indipendenza del Bangladesh. Ma da quando è entrato in carica, Yunus ha teso la mano al Pakistan, incontrando il Primo Ministro Shehbaz Sharif in un vertice dei Paesi a maggioranza musulmana al Cairo lo scorso anno. Ad agosto, il vice primo ministro e Ministro degli Esteri pachistano, Ishaq Dar, ha fatto una storica visita in Bangladesh.
La diplomazia ad alto livello è stata accompagnata da un miglioramento dei legami commerciali e di sicurezza. Secondo quanto riferito da fonti ufficiali, il Bangladesh ha importato munizioni dal Pakistan e lo scorso novembre, una nave da carico pakistana ha attraccato al porto di Chittagong in Bangladesh. Primo collegamento marittimo in assoluto tra i due Paesi. Dacca ha anche rinunciato alle ispezioni doganali per le importazioni pakistane e ai requisiti di sicurezza per i cittadini pachistani che entrano in Bangladesh, aumentando le preoccupazioni dell’India sul fatto che che il Bangladesh possa diventare una Stato che ospita terroristi, come fanno il Pakistan o l’Afghanistan.
I rapporti con gli Stati Uniti
Anche se Yunus ha apportato importanti cambiamenti nei rapporti con i vicini, le relazioni con gli Stati Uniti sono in uno stato di stallo. Durante la campagna elettorale per le ultime elezioni presidenziali degli Stati Uniti, Donald Trump ha condannato le proteste che hanno estromesso Hasina, così come le persecuzioni degli Indù da parte del governo ad interim. Inoltre, sembrerebbe che Yunus non piaccia a Trump per via del suo appoggio a Hillary Clinton nelle elezioni presidenziali del 2016.
Ciò nonostante, l’Amministrazione Trump ha accettato di diminuire i dazi inizialmente imposti al Bangladesh dal 35% al 20%, dando a Yunus una piccola vittoria politica. Inoltre, Dacca ha recentemente accettato l’atterraggio di un cargo militare americano all’aeroporto internazionale di Chittagong, un segnale di riscaldamento nei legami di sicurezza. Ma al di là di questi piccoli indizi, non è chiaro come Washington veda attualmente le relazioni con il Bangladesh, o il suo ruolo in Asia meridionale.
Le prossime elezioni
Per quanto riguarda le prossime elezioni in Bangladesh, lo scenario più più probabile è che il BNP ottenga il maggior numero di seggi in Parlamento e quindi scelga il prossimo Primo Ministro del Paese.
Il BNP è un Partito nazionalista di centro-destra che enfatizza la cultura islamica come parte dell’eredità del Bangladesh, a differenza dell’islamismo più esplicito del Jamaat-e-Islami. Un governo guidato dal BNP probabilmente continuerebbe a portare avanti le politiche di Yunus, compreso il suo allontanamento dall’India.
Una questione importante, tuttavia, riguarda i rapporti tra il BNP e il Jamaat, suo storico alleato contro la Lega Awami. Dopo la cacciata di Hasina, sono nate tensioni su delicate controversie storiche che risalgono alla guerra di liberazione del 1971, nonché sulle regole per le prossime elezioni. Se il BNP continuasse a rafforzare la tendenza che lo vede prendere le distanze dai Partiti Islamisti, gli osservatori ritengono che anche le relazioni con l’India potrebbero un giorno invertire la rotta. E non è un dettaglio da poco.
Ma la realtà oggi è che i dirigenti del BNP hanno visto molto positivamente l’avvicinamento della Cina al Bangladesh. Un alto rappresentante del Partito, Abdul Moyeen Khan, ha recentemente promesso alle autorità regionali cinesi che se il BNP avesse vinto le elezioni, avrebbe dato la priorità alla Cina nelle relazioni strategiche e diplomatiche, e garantire così l’equilibrio di potere geopolitico, visto che il Bangladesh è circondato da un Paese grande e potente. Un chiaro riferimento all’India.
Queste dichiarazioni indicano che il BNP probabilmente appoggerà anche i legami rafforzati dal governo ad interim con Islamabad. Dato che il Pakistan ha visto la proliferazione di ideologie islamiste ed estremiste, tali legami potrebbero anche aiutare il BNP ad impegnarsi con i gruppi islamisti del Bangladesh che si sono moltiplicati in tutto il Paese negli ultimi anni.
Nel complesso, nel caso di una vittoria del BNP nelle elezioni di febbraio, la politica estera del Bangladesh continuerà sulla strada intrapresa dopo la cacciata di Hasina. Per aver guidato il governo di transizione, Yunus potrebbe finire per avere ancora una grande influenza nel posizionamento regionale e mondiale del Bangladesh. Rimane l’incognita Jamaal-e-Islami, il Partito sempre più quotato nel Paese, con la sua eventuale vittoria potrebbe cambiare le carte in tavola. Ma questa è un’altra storia.