La techno tedesca diventa patrimonio immateriale dell’Unesco

Uno stile musicale sviluppatosi nella Germania Est prima della caduta del Muro e che da lì ha dominato la scena di locali notturni, divenendo la vera espressione dell’identità tedesca, di Berlino stessa. Manifestazione di creatività umana, ma soprattutto di tradizione, quella tradizione che segna diverse generazioni, divenendo una vera e propria cultura.
La techno ha ottenuto, nella giornata del 13 marzo, un grande riconoscimento dal punto di vista artistico, essendo stata inserita nel patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Da questo momento in poi vi sarà l’applicazione di maggiori tutele giuridiche e un accesso agevolato a fondi, con un deciso sostentamento per poter rendere sempre dinamica l’attività.
Un riconoscimento di così vasta portata che, però, non ha provocato solamente reazioni di gioia e soddisfazione nei fan, ma è stato artefice di un più ampio compiacimento per i membri del collettivo che nel 2021 avevano presentato la candidatura all’agenzia Onu di Parigi.
La definizione di una “pietra miliare”
La musica techno berlinese ha dominato la scena socioculturale e storica delle città tedesche. L’esplosione di uno stile così scuro, futuristico e pesante è avvenuta alla vigilia della caduta del Muro all’interno della zona Est, ma si è diffuso, in seguito, all’interno dell’intero ovest, divenendo il punto fondamentale di tradizione e cultura tedesca.
Una cultura alternativa, diversa, che riuscì ad affermarsi nel contesto nazionale tedesco senza alcuna problematica, sancendo un flusso migratorio inverso, che non era più da Est verso Ovest, piuttosto da Ovest ad Est volto al raggiungimento di quei locali, pub e centri che erano i luoghi dove la techno esprimeva la sua ragion d’essere, la sua essenza.
Le reazioni al riconoscimento dell’Unesco
In virtù di tale evento, vi è stato il commento di uno dei componenti del comitato esecutivo della Clubcommission di Berlino, Lutz Leichsenring, che ha espresso la sua soddisfazione evidenziando come “Questa è un’altra pietra miliare per i produttori techno di Berlino, per gli artisti, per i gestori di club e per gli organizzatori di eventi”, ma soprattutto ha esternato la sua gratitudine dato che “La decisione ci aiuterà a garantire che la cultura dei club sia riconosciuta come un settore prezioso degno di protezione e di sostegno”.

Una campagna iniziata da oltre un decennio e portata avanti dall’organizzazione no-profit guidata da Rave the Planet dove l’unico obiettivo, oltre al sostegno alla cultura elettronica, era l’inserimento del patrimonio intellettuale della musica techno nell’elenco tedesco.