“GLI GNOMI”: miti, leggende e segreti”, Enrico Malizia e Hilde Ponti nell’essenza dell’uomo attraverso il mito
Ci si chiede perché un uomo di scienza come il Prof. Enrico Malizia, uno dei più importanti esperti tossicologi a livello internazionale, si sia addentrato in un terreno ai confini del razionale, all’apparenza così distante dai suoi interessi professionali. Vero è che ognuno di noi nasconde un “alter ego” o, meglio, quell’ ”uno, nessuno e centomila”.
E’ peraltro lo stesso Prof. Malizia a spiegare, in una recente intervista apparsa sul web, che “ lo scienziato è soprattutto una persona curiosa, sempre alla ricerca di chiarire e scoprire i misteri della natura anche se appaiono irrisolvibili e imperscrutabili . Gli scienziati sono in genere provvisti di fervida fantasia e immaginazione e molti di essi si riposano del loro lavoro leggendo e studiando argomenti vari, tra i quali anche leggende e favole che, per il loro “habitus mentis”, non possono però fare a meno di approfondire, cercandone l’origine e i collegamenti con il mondo reale e con la storia”.
Il libro “Gli Gnomi: miti, leggende e segreti”, uscito a fine 2013 per le Edizioni Nemapress e presentato a Roma in Campidoglio, ha destato molta curiosità e interesse nell’ambiente culturale romano. Si tratta infatti di un saggio quanto mai pregnante scritto a quattro mani dal Prof. Malizia con la giornalista Hilde Ponti , sensibile e colta scrittrice di numerosi libri di sapore esoterico. Il professore cura la prima parte del libro con approfondite ricerche storiche e antropologiche circa l’esistenza di questi esseri leggendari, mentre Hilde Ponti si sofferma nella seconda parte ad intervistare persone e personaggi a testimonianza di un mondo popolato da realtà nascoste. E vi si incontra la Isabel Allende che creò quel meraviglioso affresco d’epoca dai contorni inquietanti che è “La casa degli spiriti” o un indimenticato Alberto Bevilacqua, per citarne i più significativi, parlando poi dei luoghi circonfusi dalla cosiddetta “aura” misterica , quali il suggestivo Giardino di Ninfa vicino Roma. Hilde Ponti, tuttavia, con onestà intellettuale osserva come non esiste verità che non presenti qualche sfumatura di ombre, concedendosi delle riserve sui racconti di qualche persona che possono sconfinare nel verosimile.
Non a caso Enrico Malizia si riconduce alle dottrine alchemiche del medico svizzero Paracelso, vissuto dal 1493 al 1541, il quale riteneva gli gnomi come espressione della “terra”, quegli “spiriti della natura” che governano l’uomo. Era il periodo dei fermenti rinascimentali di rottura tra il pensiero medioevale e l’ apertura verso quella nuova concezione dell’ essere umano, divenuto centro, “ microcosmo nel cosmo “. Ciò, per Malizia, si pone come necessario assunto per mettere in risalto l’ uomo universale, l’essere che si nutre del visibile e dell’invisibile.
Esiste un legame profondo tra tutto questo e il mondo della magia e del mito. In realtà, la magia non è che la proiezione inconscia dell’uomo ad esteriorizzare gli strati più profondi ed ancestrali della sua coscienza. Ma chi sono gli “Gnomi”, questi esserini minuscoli, buoni e saggi, un po’ paciocconi e un po’ brontoloni che hanno accompagnato la nostra infanzia nell’iconografia di una Biancaneve contornata da piccoli sette angeli protettori, quel fatidico numero 7 caro alla cabala? Sono quelle creature sotterranee dei boschi nord europei, …griffati dalla tradizione celtica, tenuti tuttora in grande rispetto da quella cultura popolare che, curiosamente e incredibilmente, ne segnala il passaggio nei sentieri boscosi con una particolare segnaletica stradale, un “be careful” ai guidatori distratti.
E forse il Santa Klaus natalizio che vola con la sua slitta trainata dalle renne e carica di doni è un parente prossimo degli gnomi, un po’ più alto perché magari con un dna allargato, designato in una speciale scala gerarchica gnomica ad essere il capo spirituale tra tutti gli esseri di un mondo fantastico, come le fate, le streghe, i trolleys o i coboldi; e, in antitesi, quei folletti dispettosi come i mazzamurelli o i monachicchi appartenenti invece alla nostra cultura contadina del… profondo sud.
Per inciso, e restare tra le leggende squisitamente nostrane, chi non ricorda dai racconti delle nostre nonne i “monachicchi” di cui parlò ampiamente Carlo Levi nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli” : “u’ munacieddu”, come veniva chiamato il folletto in dialetto cilentano . Erano le anime dei bambini non battezzati, esserini dispettosi o protettivi che infestavano le case, i campi e i boschi, vestiti da monacelli o con un divertente cappellino rosso. Era la Lucania, dove Levi fu costretto al “confino” politico, terra arida e “senza Dio”, dove i bambini nascevano e crescevano come bestioline perché a Cristo, laggiù, non era stato consentito di arrivare.
Uomo tra realtà e soprannaturale.
Questa nuova avventura letteraria, non unica nella prolifica produzione di Enrico Malizia e di Hilde Ponti, riserva nel corso della lettura parecchie sorprese, testimoniando quanto i non-confini della conoscenza conducano in quel campo impervio della psiche umana che, con buona pace di Freud e di Jung, non appare ancora compiutamente accessibile.
Alberto Bevilacqua, come riporta Hilde Ponti, diceva che per penetrare nel profondo la realtà delle cose magiche, non bisogna aver paura né del mistero, né dell’arcano. E i suoi libri, come sappiamo, usano una rima di linguaggio sempre altalenante tra realtà e soprannaturale.
Dove inizia e dove finisce la leggenda? Inizia e finisce con l’uomo e dentro l’uomo, perché è dell’uomo tutto ciò che appartiene alla terra e ai suoi fenomeni, è dell’uomo tutto ciò che appartiene allo spazio cosmico e alla sua infinitezza.
Angela Grazia Arcuri
9 luglio 2014