L’Europa è in bilico: in turchia il Fenerbahce batte la Lazio
L’inferno si trova ad Istanbul, la bolgia si chiama Surku Saracoglu ed ospita più di 55mila “canarini”, che del dolce pennuto non hanno nulla. Il clima è caldo ed infuocato, la Lazio sembra la vittima sacrificale ideale. Petkovic, a sorpresa, tiene in panchina Ledesma e Klose, schierando Hernanes, Ederson ed Onazi a centrocampo, davanti il capocannoniere Kozak. Davanti a loro, i padroni di casa, si presentano con un 4-2-3-1 con Kuyt, Sow e webo pronti a far male. Il direttore di gara è lo scozzese William Collum.
Il mister biancoceleste chiede ai suoi di non temere i boati assordanti sugli spalti e i giocatori lo accontentano con un inizio gara caparbio ed intenso. I capitolini corrono su ogni pallone e non lasciano iniziative al Fenerbahce, al 12′ negato un rigore dubbio su Ederson innescato da un passaggio di Lulic. Al 16′ palo dei padroni di casa, su rilancio deviato di Lulic tiro al volo a centro area, Marchetti si distende e manda la sfera sul legno. Al 16′ Cana salva il risultato con una scivolata su Sow. La Lazio prosegue la gara con azioni avvolgenti ma che peccano di mancare l’ultimo passaggio, quello dei 16 metri finali. Il primo tempo termina 0-0. Il secondo inizia nei peggiori dei modi: Onazi, in maniera totalmente inutile, prende il secondo giallo che costa l’espulsione e 43 minuti di inferiorità. Il fenerbahce prende fiducia e cerca di sfruttare lo sbandamento dei laziali, sale in cattedra Meireles che prima colpisce un palo interno con un tiro da fuori, e poi spaventa Marchetti con due sortite al vetriolo. La Lazio prova a scuotersi con il solito Candreva: azione insistita e sassata poco fuori. Petkovic inserisce Ledesma e toglie Ederson (ammonito). Il pallino del gioco è tutta dei canarini, che controllano il centrocampo e avanzano coralmente, cercando di imbeccare in attacco Webo e Sow. La Lazio cerca di non cadere sotto i colpi turchi, Klose rileva kozak, ma il fenerbahce insiste con affondi prolungati e al 77′ raccoglie, con l’ausilio dell’arbitro, il vantaggio: campanile dentro l’area, Radu su duello aereo tocca la palla con la mano, da distanza ravvicinata. Rigore. Webo spiazza Marchetti e fa impazzire i suoi. A 12 minuti dalla fine la Lazio cerca di inseguire un pari quanto mai miracoloso per la gara di ritorno, tra una settimana, giocandosi la carta Mauri. L’arbitro ci mette del suo, fischiando a senso unico e sventolando un giallo inesistente a Mauri (diffidato), da quest’ultima nasce l’occasione del 2a0: su respinta di Marchetti, Kuyt deposita in rete una palla pesantissima che mette una serie ipoteca sul passaggio di turno. Il sipario cala dopo 5 minuti di recupero. La Lazio perde la sua imbattibilità e torna a casa con molto ferite e poche certezze. In un Olimpico deserto dovrà cercare di ribaltare la situazione, facendo a meno di Onazi e Mauri, entrambi squalificati. I biancocelesti dovranno cancellare la brutta notte di Instanbul e affrontare con coraggio prima la Roma e poi i turchi. L’Europa è in bilico, in 90 minuti rischia di svanire tutto il lavoro di una stagione. Serve l’impresa della grande squadra. L’aquila deve tirare fuori l’artigli.
di Damiano Rossi (Redazione Frascati)
4 aprile 2013