Basket NBA: Addio Kobe e record Warriors, sogno di una notte di metà aprile
Kobe Bryant ha disputato la sua ultima partita da professionista tra gli applausi dello Saples, i Golden State Warriors invece battono il record di vittorie con 73.
“Exellence for twenty years”.
Queste sono state le parole di Magic Johnsonn al momento della presentazione di Bryant, un’ altro che di eccellenza se ne intende
Infatti quella contro gli Utah Jazz, già vittime del signore con il 23 in quel di Salt Lake City, a proposito di finire nella storia dalla parte sbagliata, è stata l’ultima apparizione da giocatore di Kobe Bean Bryant su un campo NBA.
Inutile sottolineare l’emozione generale e la presenza di grandi nomi in quel dello Staples Center. Tra ex compagni come Shaquille O’Neil e personaggi di Hollywood come l’immancabile Nicholson ( da notare anche il nostro Alex Del Piero “nella casa”), e la carica mediatica andando avanti con i giorni il ritiro di Kobe ha preso sempre più la forma di una cerimonia che di una partita di basket. In sostanza era tutto pronto per una grande celebrazione di un grandissimo del gioco inventato da Naismith. Gli avversari non erano esageratamente ostici ed un palcoscenico perfetto er pronto per l’occasione, tutto molto Hollywood.
Nessuno immaginava che avrebbe assistito ad uno show del genere da parte del 24. 60 punti ( con 50 tiri) e vittoria Lakers per 101 – 96 dei quali 15 arrivati negli ultimi minuti con un 5/5 dal campo, un sogno nel sogno.
Un vero e proprio bagno di folla sia reale che mediatica ha dato a suon di applausi rispetto ed affetto.
Una dimostrazione reale di poter ancora essere Kobe Bryant in alcuni momenti di grazia. Nonostante l’infortunio alla spalla.
Ma la grande onda del “ritirando” non si è fermata con il sessantello agli sfortunatissimi Jazz. Infatti questa super prestazione, condita da una sorta di “invasione di campo social”, ha quasi fatto passare in secondo l’impresa di Golden State.
Quasi.
Infatti i “guerrieri” di Oakland hanno finalmente battuto il record di partite vinte in una stagione regolare. Steph e compagni hanno vinto la regular season registrando 73 vittorie, entrando a pieno merito nell’ olimpo del basket.
Nell’ultima gara della stagione a farne le spese i Memphis Grizzlies.
In qualche modo l’ex primato dei Bulls di 72 – 10 aveva quell’ aura di imbattibilità che rendeva irreale già l’avvicinarsi ad esso, figuriamoci migliorarlo. Invece nella stagione 2015-16 il “Gioco” trova una squadra (quasi due considerando gli Spurs) in grado di ruotare attorno a questi fantastici numeri.
Si è “scomodato” addirittura Jordan nel commentare la grande annata della squadra di Kerr, suo ex compagno. “Voglio congratularmi con i Warriors per la loro straordinaria stagione. Il gioco del basket è in continua evoluzione e i record sono fatti per essere infranti, non vedo l’ora di vederli ai playoffs” .
Parole che sono state sicuramente calzanti considerando che questa franchigia ha praticamente distrutto un quantitativo inenarrabile di primati. Uno tra i quali, l’essere stati i primi a segnare 1000 triple in una stagione.
Neanche a dirlo, fondamentale nel conto dei canestri da tre punti è stato Steph Curry, che con i 46 punti della settantatreesima vittoria ha raggiunto le 400 triple stagionali. Ennesima prima volta di sempre assieme ai 1.000 punti, 500 rimbalzi, 500 assist, 100 palle rubate e 100 rubate in un anno dell’ all around player per eccellenza Draymond Green.
Sarebbe però ingiusto “ridurre” Golden State a delle cifre. Questo gruppo gioca come nessuno al momento in questa lega, scendendo sempre in campo con la voglia di giocare insieme, di divertirsi con l’obiettivo di migliorarsi stanno mostrando il volto migliore del gioco del basket. Sono squadra nel senso più pieno del termine, in attacco ed in difesa. Sono oggettivamente molto avanti a tutte le altre 29 compagni della NBA.
In conclusione, tralasciando numeri ed addii, non possiamo che attendere l’inizio del playoffs con la curiosità di scoprire se i campioni sapranno ripetersi o se verranno scalzati dal loro trono.