“NATURISTI” … DE’ ROMA

di Angela Grazia Arcuri
Tutti i romani di buon senso sanno che il mare di Ostia è proibitivo nei fine settimana: teorie di macchine quasi aggrovigliate nei parcheggi liberi sui bordi della litoranea, torme di ragazzotti che sfidano lo stress canicolare per l’abbronzatura a tutti i costi , famigliole armate di ombrelloni e sedie a sdraio, costrette a muoversi solo di sabato o domenica pur di bagnarsi le caviglie, spiagge in cagnara e lanci di pallone sulla battigia. Questo è il mare nostrum nei week-ends. In tale sconsolante panorama, è una chimera cercarsi un lembo di spiaggia tranquilla per la “ brava gente” di quella piccola Italia che non ha beni al sole .
In realtà, esistono delle “oasi” di pace estiva, ad Ostia come altrove. . Se, sulla litoranea di Ostia verso Capocotta, passando con la macchina, ti sembra di intravedere tra le dune dei ritagli di spiaggia inimmaginabili, con ombrelloni tipo hawayano, ma non sbuca alla visuale nessuna testa umana, ti prende un sussulto, stai per frenare, magari provocando un tamponamento. Non farlo! Non sai che “quella spiaggia” è come il fenomeno della “Fata Morgana”, una rifrazione ottica.
Non provarci, sei un “tessile” ! Già, perché quella è un’ Oasi naturista. Se ci metti piede e appena l’occhio si abitua un attimo, prima di centrare chiaramente l’obiettivo spiaggia, ti accorgi che i corpi distesi o deambulanti offrono al sole i loro “ attributi “. E’ strano, non vediamo bambini, le donne sono poche, qualche coppia di una certa età, ma la maggior parte sono uomini. Occorre il dietro-front. Per la verità, nessuno ti dice niente, nessun controllo all’entrata, puoi anche restare in costume da bagno… ma tutto ciò appare stranamente irregolare per una spiaggia di “naturisti” che si rispettino. Questo ci accadde una decina d’ anni fa , inducendoci a qualche riflessione che soltanto adesso ci viene di esprimere in occasione del periodo estivo.
Vediamo un po’. Chi sono i “naturisti” e quale la loro rispettabile filosofia?
Il “nudismo” nasce in Germania e nei Paesi anglosassoni verso il 1930 con la formazione di associazioni per la cultura fisica del corpo libero. Precedenti storici si hanno nel secolo XV con i cosiddetti “adamiti”. Secondo i nudisti è innaturale ed ipocrita ogni tipo di vestiario, affermando la necessità di ritornare alla sincerità primitiva, al contatto diretto dell’uomo con la natura (non sappiamo come ci si dovesse comportare in inverno! – n.d.r.).
Noi che usiamo la scomodità dei vestiti, siamo detti “tessili”, secondo il neologismo dei praticanti nudisti del nostro secolo. Pare inoltre, da qualche informazione presa sul web, che il tratto di Capocotta ad usum “oasi naturista” si stia poco a poco restringendo con l’erosione marina.
Nudisti romani…. spiaggiati! Quegli stessi nudisti che, ci sembra, ignorano del tutto i teoremi filosofici di cui sopra. Il loro è un nudismo di comodo, macchè filosofia! A Capocotta ci vanno per esibizionismi poco chiari. Tutto il rispetto ai “naturisti” convinti, ma quelli de’ Roma fanno sorridere. Come dire, il mercenarismo sessuale ha pur bisogno, con la calura estiva, di trasferirsi in riva al mare!