Le imbarcazioni dei migranti salvate dalla demolizione: intervista al fondatore della Lega Navale di Locri

Arturo Guida – fondatore della Lega Navale di Locri – racconta il percorso in salita che lo ha condotto a riscattare alcune delle imbarcazioni utilizzate per il traffico di migranti e per legge destinate alla demolizione.
Fra percorsi di formazione nel campo velico nautico, della pesca sportiva, attività formative sull’ambiente marino, di prevenzione ambientale -ubicate in un’area ad alto elevato valore ambientale e paesaggistico -la Lega Navale di Locri diffonde la cultura della tutela mare, degli ecosistemi marini e costieri, della vela, delle regole di base della navigazione e delle attività marinare e nautiche.
A questo scopo realizza sodalizi con WWF Calabria, Legambiente, l’Associazione Civitas Solis (rappresentante di Save the Children) e ha creato un gruppo sportivo velico affiliato alla FIV (Federazione Italiana Vela).
Vessillo dell’associazione, che stimola Arturo Guida e tutti i soci a crescere e a investire nei progetti comuni, è il grande senso di appartenenza per il territorio locrese in relazione alle sue infinite risorse.

Dott. Guida, la ringrazio e le do il benvenuto su 2duerighe.com. Quando nasce la Lega Navale di Locri?
Nel 2021. Siamo 160 soci con una tradizione marinara alle spalle: veniamo da una vecchia associazione che era un circolo nautico, che al tempo aveva cessato già da tanti anni di esistere.
Siamo stati prima riconosciuti come delegazione di Lega Navale, poi siamo cresciuti e da poco siamo sezione, come ce ne sono tante in Italia.

A quando risale la prima richiesta di assegnazione?
Abbiamo chiesto l’assegnazione due anni e mezzo fa, appena nati, studiando la normativa che è legata al decreto legislativo 286 del 1998, sulla base dell’articolo 12, comma 8.
Ci sono state concesse dopo diverse lungaggini amministrative.
Vi erano stati già in Calabria casi di assegnazioni ad altre leghe, ad altre associazioni, però il numero di richieste è sparuto rispetto alle centinaia di barche che arrivavano e continuano ad arrivare: tutte barche a vela in discrete o buone condizioni.
Una volta giunte nei vari porti, Crotone, Roccella, Siracusa, Santa Maria di Leuca, centinaia e centinaia di barche vengono demolite.

A chi si è rivolta la Lega Navale di Locri per chiedere l’assegnazione?
Ci siamo rivolti alla procura, ma i tempi burocratici sono incerti come incerta è l’assegnazione.
Bisogna infatti verificare chi è che chiede l’assegnazione, quindi la bontà della richiesta, perché queste barche – sulla base della normativa – sono assegnate soltanto ad associazioni che conducano attività di prevenzione ambientale, divulgazione della prevenzione, attività sociali, sportive solidali.
Ma soprattutto è essenziale che ci sia, nello statuto dell’associazione che richiede, la prevenzione ambientale come obiettivo.
Per cui le verifiche che lo Stato attua tramite la procura, interessando altri enti come la prefettura, va fatta socio per socio, valutando la “bontà” della base sociale.
Tutto questo richiede del tempo, intanto le barche vengono immesse alla demolizione. Tante barche – anche importanti – le abbiamo viste distruggere con grande dispiacere.

Perché c’è tanta resistenza ad assegnarle?
La priorità è proprio quella di non farle tornare nelle mani dei trafficanti.
E quindi le hanno destinate alla demolizione. Poi pian piano la normativa si è adeguata, aggiungendo: “salvo che non ci siano legittime richieste da parte di enti”.

In che stato versano le imbarcazioni?
Le lascio immaginare. In questo tipo di barche, che contengono normalmente 10-12 persone, ne viaggiano 100, più di 100. Quindi condizioni disumane: sporcizia, topi, uccelli, ecc. L’impegno più gravoso non è tanto ottenerle, specie all’inizio, quanto rimetterle in sesto, ripulirle, sistemarle.
Molte volte queste barche arrivano in primavera e restano al caldo o sotto la pioggia per mesi; dentro abbiamo trovato di tutto e di più. Per pulire e disinfettare in modo adeguato ci siamo rivolti a delle ditte spendendo somme notevoli, questo anche dal punto di vista tecnico e amministrativo.
La fatica è stata molta, perché un’associazione non ha grandi disponibilità, quindi ci lavoriamo su noi soci. Sono barche grandi, sciupate da questi viaggi della speranza.
Io ne ho visti tanti sbarcare, mi creda sono situazioni dolorosissime. Questi migranti pagano 5-6 mila euro a persona per partire – da quel che si sa; quando ne mettono cento su, sono seicentomila euro a viaggio.
Quasi tutte le imbarcazioni provengono dalla Turchia, qualcuna arriva dalla Grecia o dalla Croazia; le rubano, poi le portano in Turchia e le fanno partire da lì. Il traffico di migranti che parte dalla Turchia arriva principalmente qui in Calabria.
I migranti che invece partono dalla Tunisia sbarcano a Lampedusa, Siracusa, Sicilia quindi.

Qual è stata la parte più di difficile del processo di assegnazione?
Sicuramente la complessità sta nel reperire la documentazione: queste sono barche che lo Stato sequestra e poi dissequestra per assegnarle.
Bisogna quindi rivolgersi alle case madri, affinché rilascino la certificazione – e anche lì burocrazia.
Poi bisogna immatricolarle, che è forse la parte più difficile: con questa documentazione originale si fa una visita di collaudo e solo successivamente si passa all’immatricolazione.

Quanto tempo trascorre tra la richiesta e l’assegnazione?
Sono cambiate le cose negli ultimi periodi; inizialmente passavano un paio di mesi – durante i quali ovviamente non era detto che assegnassero le barche.
Invece se la barca era già immessa nella procedura di demolizione, bisognava intervenire con la prefettura, con vari enti, ma non sempre tornavano disponibili.
Alcune leghe e associazioni sono state brave e sono riuscite, tramite prefettura, – nonostante le barche fossero già immesse alla procedura di demolizione – ad avere l’assegnazione.
Ad oggi invece lo Stato non immatricola imbarcazioni assegnate in via provvisoria – ovvero, quando non sia terminato il procedimento penale – quindi fino ad allora il proprietario potrebbe anche rivendicare la barca.
In sostanza si deve pagare il posto barca, la manutenzione ordinaria e straordinaria ecc., senza poterla utilizzare.
Si tratta di un chiaro disincentivo dello Stato a prenderle.
Chi fa richiesta di assegnazione e la ottiene in via provvisoria è un mero custode della barca, senza poterla utilizzare.
Nel momento in cui invece è finito il procedimento penale, allora a quel punto la barca viene anche immatricolata e assegnata in via definitiva. Ma spesso i tempi sono lunghi, molto lunghi.

Come affronta i costi la Lega Navale di Locri?
Come Lega Navale proponiamo attività divulgative sugli ecosistemi marini, attività solidali con associazioni che operano nel sociale.
In un anno realizziamo molte attività, anche perché siamo tanti soci. Abbiamo avuto dei costi immani per rimettere queste imbarcazioni in sesto, e per fare questo i soci si sono autotassati.
Tuttavia non si possono fare attività lucrative con le barche assegnate: le utilizziamo a scopi didattici e sociali, con persone – bambini e adulti – con disagi sociali, insieme alle associazioni che organizzano progetti di questo tipo.
Per i posti-barca, siccome sono considerati beni di lusso, non abbiamo agevolazioni. Quindi si tratta di spese notevoli, che un’associazione – se non grossa e fondata da tante persone – non riesce a sostenere.

Le va di lanciare un messaggio?
Sì, le istituzioni – il legislatore e chi è deputato ad assegnare le imbarcazioni – dovrebbero capire che è veramente difficile che queste barche tornino ad essere riutilizzate per il traffico di clandestini.
Quindi ritengo che si dovrebbero facilitare le operazioni di assegnazione, ovvero estendere l’assegnazione non solo a chi fa attività ambientali: l’importante è che si tratti di associazioni che non abbiano scopo di lucro, associazioni sane.
Assicurare ciò dipende dai controlli che si fanno preventivamente e successivamente.
Anche le verifiche devono essere più veloci. È uno spreco enorme di risorse e un grande costo per lo Stato il fatto che siano demolite.
Ogni volta che lo Stato demolisce un’imbarcazione del genere, si devono differenziare i materiali – quindi resina, acciaio, carbonio, dacron, plastica: diventa un danno per l’ambiente, oltre che per le tasche.
La demolizione e lo smaltimento richiedono un costo elevatissimo per lo Stato. Assegnarle con fini sociali richiede solo un po’ di lavoro in più da parte degli addetti, che sono assunti per fare questo.
Dovrebbero quindi snellire le procedure di assegnazione.
Alcune procure si sono dotate di un sito, forse anche stimolate da noi. Ad esempio, la procura di Locri ha messo a disposizione una pagina web dove viene esposta la barca che arriva – sequestrata e dissequestrata – e dove rimane per 30 giorni.
Questo è un tempo però limitato: un’associazione che ha sede lontano e incontra difficoltà nel fare richiesta, magari perché non conosce il sito, non conosce la realtà, difficilmente riesce. Intanto inizia la procedura di demolizione e addio barca.
Dovrebbero lasciarla a disposizione sul sito magari tre/sei mesi, diffondere la notizia, cosicché queste barche siano almeno richieste.
Sono belle e interessanti, è davvero un peccato. Noi siamo stati un po’ da stimolo: Locri è una procura che è andata avanti e ha creato questo servizio online che funziona.
Sul sito trovano gli archivi fotografici delle imbarcazioni e molti annunci per le assegnazioni sono scaduti, perché non li vede nessuno. Loro hanno evidentemente esigenze di chiudere il fascicolo e andare avanti, ma si tratta di un problema che lo Stato potrebbe superare allungando i termini.
Un altro problema sono i tempi tra l’assegnazione provvisoria e quella definitiva. La normativa dovrebbe dare un termine, non so, sei mesi per esempio, oltre i quali l’imbarcazione viene assegnata in via definitiva. Oppure – com’era una volta – continuare a darle in uso facendole immatricolare anche in fase provvisoria, cioè in attesa di chiusura di procedimento penale.
Dovrebbero snellire le procedure di assegnazione e renderle definitive da subito: non ha senso che una circolare ministeriale dica: “se l’imbarcazione è assegnata in via provvisoria non può circolare”.
L’assegnazione in via definitiva la magistratura la può fare solo una volta finito il procedimento penale, e sappiamo quanto dura un procedimento penale in Italia.
Quindi l’associazione, per sette/otto anni, fa da custode senza garanzie: per questo decade anche l’interesse da parte delle associazioni.
Se devo tenere un bene, pagare il porto, ecc., non posso correre il rischio di non utilizzarlo mai (o dopo dieci anni).
È successo a una lega calabrese: ha tenuto la barca due anni, ha seguito l’iter con le varie spese, quando un giorno il proprietario dimostrando di esserne possessore – la chiede indietro.
Hanno preso la barca di 15 metri, pulita e sistemata, e gliel’hanno ridata senza un euro di compenso.
Link utili:
Pagina ufficiale della Lega Navale Italiana Sezione di Locri
Profilo Facebook della Lega Navale di Locri
Profilo Instagram della Lega Navale di Locri
Video Instagram di @diego_gastaldi_relativo alla testimonianza di Arturo Guida
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