Le allergie alimentari in broncopolmonite ed asma e malattie respiratorie
Le allergie alimentari, in moltissimi casi, nei bambini sono prodotte dall’abuso di uova, e negli adulti asmatici, afferma il prof. Nunzio Crini, ordinario di malattie respiratorie presso l’università di Catania. Bisognerebbe, dato il sovraffollamento dei pronti soccorsi, istituire studi consociati di medicina aperti 24h per snellire il lavoro di queste prime strutture (pronti soccorsi).
Si parte da una considerazione sull’alimetazione. Solo nel 2012 sono stati 495 i morti d’asma.
Da 0-3 anni gli alimenti a provocare allergie sono: uova e latte con sintomi quali: orticaria, vomito, diarrea, ecc… Da 1-3 anni ugualmente latte e uova, con aggiunta di nocciole e arachidi, con sintomi quali: eczema, diarrea, dolori addominali. Tra i 3-4 anni si aggiungono la soia, la frutta a provocare gastroenteriti, asma, riniti ed eczema.
Nei bambini dai 7-5 anni oltre agli stessi disturbi, si arriva all’anafilassi. Negli adulti si rischia di più con: frutta e vegetali, nocciole, arachidi e pesce, frutti di mare e grano, più o meno con gli stessi disturbi. Bisogna fare attenzione ai sintomi che sono: gastrointestinali, a volte con prurito ed edema sulle labbra; a sintomi cutanei, cioè la congestione nasale, starnuti ed edema della glottide, con tosse secca. Si aggiungano shock anafilattici ed asma bronchiale che possono provocare: ipotensione, sudorazione profusa, sensazione di morte imminente. Di solito, la maggior parte del rischio sta nell’abuso di un solo alimento, che per molti è lo stesso in ogni paese. Ad es. in Italia e nei paesi mediterranei l’uso di crostacei e molluschi, negli U.S.A. le arachidi e nei paesi scandinavi il pesce, in Portogallo le lumache, il sedano in Svizzera.
Le nuove prospettive cercano di avviare una ricerca sulla diagnostica molecolare in ambito allergologico, sostiene sempre il prof. Crini e consentono di studiare il rapporto rispetto ai singoli componenti molecolari in particolare verso gli antigeni più stabili alla digestione e al calore. Molto importante sarà da considerare anche la reazione allergenica ai pollini di piante e, come si è già detto, alimenti.
Michela Gabrielli
7 marzo 2013